La mafia si combatte anche in Europa. Il Parlamento europeo ha approvato l’istituzione di una commissione parlamentare speciale sulla criminalità organizzata, la corruzione e il riciclaggio di denaro. La commissione partirà con un anno di mandato (rinnovabile) per investigare l’infiltrazione della criminalità organizzata nell’economia legale, nella pubblica amministrazione e nella finanza di tutta Europa. Alla sua guida, molto probabilmente, l’italiana Sonia Alfano, eurodeputata IdV e figlia di Beppe Alfano, giornalista ucciso dalla mafia l’8 gennaio del 1993 per le sue inchieste scomode.

“Analizzare e valutare l’entità della criminalità organizzata, della corruzione e del riciclaggio di denaro e il loro impatto sull’Unione e sui suoi Stati membri, nonché proporre misure adeguate che consentano all’Unione di prevenire e contrastare tali minacce, a livello internazionale, europeo e nazionale”. Questo si legge nel testo approvato dall’Europarlamento. E poi ancora “analizzare e valutare l’attuale stato di attuazione della legislazione dell’Unione in materia di criminalità organizzata, corruzione e riciclaggio di denaro, nonché le relative politiche”. Infine “esaminare e controllare l’attuazione del ruolo e delle attività delle agenzie dell’Unione nel settore degli affari interni (quali Europol, Cosi ed Eurojust) che si occupano di questioni inerenti alla criminalità organizzata, corruzione e riciclaggio di denaro, e le relative politiche di sicurezza”.

Insomma un compito tutt’altro che facile, visto che secondo una relazione congiunta di Eurojust, Europol e Frontex del 2010, per le associazioni mafiose si possono prudenzialmente stimare entrate intorno ad almeno 135 miliardi di euro. Ecco allora che la super commissione potrà stabilire contatti diretti, effettuare visite e organizzare audizioni con le istituzioni dell’Unione europea, le istituzioni internazionali, europee e nazionali, i parlamenti nazionali e i governi degli Stati membri e dei Paesi terzi. Inoltre potrà ascoltare rappresentanti della comunità scientifica, del mondo delle imprese e della società civile, come pure con gli operatori di base, le organizzazioni delle vittime, i soggetti impegnati quotidianamente nella lotta contro la criminalità, la corruzione e il riciclaggio”.

“La mafia non è un problema solo italiano ma completamente europeo”, spiega Sonia Alfano, con ogni probabilità la prossima presidente della commissione in quanto relatrice unica della risoluzione sulla criminalità organizzata nell’Unione europea approvata lo scorso 25 ottobre 2011 sempre dal Parlamento europeo. “Elaboreremo un piano che contrasti la criminalità organizzata in tutta Europa partendo proprio dagli articoli 41 bis e 416 bis” (articoli del codice penale italiano sull’associazione mafiosa e carcere duro, ndr). “Quello che è sicuro è che daremo un approccio europeo alla nostra attività”, conclude Alfano, “non saremo un doppione della commissione anti mafia italiana, e questo perché il problema è europeo e come tale va affrontato”. “Per quel che mi riguarda, la Commissione Parlamentare Europea Antimafia è un sogno che si realizza. Un sogno che fino a un anno fa, quando l’ho proposto nel primo progetto di risoluzione, sembrava destinato a rimanere tale ma che, grazie ad un lavoro di pressione condotto da me e da altri deputati, ha permesso una maturazione di tale idea da parte di tutti i gruppi politici”.

Proprio in questa super commissione si potrebbe vedere l’embrione di quella “procura europea” prevista dal trattato di Lisbona del 2009 e che, in teoria, dovrebbe costituire l’evoluzione di Eurojust. Il Consiglio europeo del dicembre 2008 prevedeva questa possibilità proprio in coerenza con il “programma di Stoccolma”, una strategia che stabilisce una nuova agenda per l’Ue in materia di giustizia, libertà e sicurezza per il periodo 2010-2014. Come al solito le buone intenzioni ci sono, adesso bisogna venire ai fatti. E questi potrebbero concretizzarsi nella sessione plenaria del Parlamento europeo del 28-29 marzo, quando verranno scelti i 48 membri della commissione e il suo presidente. Entro fine aprile si inizia a lavorare.

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