I provvedimenti di sequestro adottati ieri dalla Procura della Repubblica di Roma sui beni del senatore Luigi Lusi (sei immobili e 2 milioni di euro) saranno valutati dal tribunale del Riesame al quale intende ricorrere il legale dell’ex tesoriere della Margherita, Luca Petrucci. Commentando la decisione dell’ufficio del pubblico ministero il penalista ha detto: “Sul merito del provvedimento non mi pronuncio. Ma sottolineo che è stato adottato per ragioni di presunta somma urgenza che a mio giudizio non ricorreva considerato quanto stabilisce il Codice”. L’avvocato ha anche aggiunto che quanto pubblicato da ‘Libero’ a proposito della vicenda “è una parte dei documenti in possesso degli inquirenti: è l’estratto conto del bilancio ad indurre ad alcune considerazioni”.

Dalla procura di Roma, invece, si è saputo che verrà acquisito il filmato dell’intervista di Lusi a ‘Servizio pubblico’. A piazzale Clodio non si esclude che l’ex tesoriere della Margherita possa essere riconvocato a breve, dopo l’interrogatorio di metà gennaio. Eventuali ulteriori finanziamenti a esponenti o gruppi politici del centrosinistra, spiegano i magistrati, non sarebbero oggetto di approfondimenti perché consentiti dallo statuto della Margherita. Chi indaga è abbastanza ottimista sulla movimentazione del denaro finito nei conti correnti del partito tra il 2007 e la fine del 2011: il nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza avrebbe praticamente ricostruito il flusso di quasi 80 milioni di euro. Stesso discorso vale anche per i 4,5 milioni di euro in assegni che non erano stati ancora tracciati. Nella vicenda che, oltre al senatore chiama in causa la moglie, il cognato e la nipote acquisita, figurano come indagati altri soggetti legati alle società immobiliari di Lusi.

Intanto, però, i dirigenti della Margherita hanno dato mandato ai loro avvocati perché valuti se le dichiarazioni di ieri del senatore ad ‘Servizio pubblico’ possano essere oggetto di una querela. Francesco Rutelli, Enzo Bianco e Giampiero Bocci hanno incaricato gli avvocati Titta Madia e Alessandro Diddi. I legali hanno definito le frasi di Lusi “grossolanamente diffamatorie”, mentre fonti del partito poi confluito nel Pd le chiamano “deliranti”: “Noi – aggiunge Madia – stiamo valutando se sussistano gli estremi del reato di diffamazione in relazione alla genericità delle allusioni di Lusi, calunniose, ma non rivolte specificamente ad alcun soggetto identificabile”. “Lusi parli per sé perché le responsabilità sono personali e non legati ad una funzione” dice Antonio Misiani, tesoriere del Pd. Ieri Lusi si era giustificato a ‘Servizio Pubblico’ definendosi ”tesoriere e non santo”. “La magistratura faccia le sue verifiche – aggiunge Misiani – e tutti valuteremo in base a quanto accertato. Io posso parlare per quel che mi compete e ribadisco che i rapporti economici tra Margherita e Pd sono scritti nero su bianco e si tratta di due soggetti completamente distinti”.

Il discorso si sposta necessariamente sulla legge di riforma del finanziamento ai partiti: “Stiamo depositando in queste ore la nostra proposta di legge, a prima firma Bersani – dice Misiani – Per noi è un tema prioritario nella riforma della politica, che ha importanza pari alla legge elettorale e alle riforme istituzionali”. Il capogruppo dell’Italia dei Valori alla Camera Massimo Donadi è tornato a chiedere ai presidenti di Camera e Senato la calendarizzazione del disegno di legge: “Le parole di Lusi sono sconcertanti e le accuse che lancia non si possono lasciar cadere nel vuoto. Il senatore del Pd dice che la questione non è tanto quella dei 20 milioni che ha preso lui, ma i circa 200 che ha preso qualcun altro. Chi è chiamato in causa si discolpi e vada a chiarire la sua posizione. I presidenti di Camera e Senato non restino inerti e calendarizzino immediatamente in Aula il Ddl sul finanziamento dei partiti. Italia dei Valori ha già presentato una proposta dei legge per rendere trasparente il meccanismo ed evitare illeciti. Si deve impedire che i fondi pubblici diventino privati”.

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