Maestro ma io non sono africana, vero? Sono marocchina”, mi ha chiesto Ikram in questi giorni.
E io: “Il Marocco dov’è?”.
Pronta la risposta della mia alunna migrante: “Non è in Africa ma è vicino all’Algeria e alla Tunisia. In Africa sono poveri, noi in Marocco non lo siamo”.

Ikram ha il velo. E’ musulmana. Non immaginava di essere africana. Con lei ho voluto parlare dell’orgoglio del popolo africano. Abbiamo parlato del suo velo. Della sua religione. Mi ha portato a scuola il corano. Lei e l’altra mia alunna marocchina hanno letto in arabo. Per una volta hanno fatto loro lezione. Sì, perché nella mia scuola nessuno è straniero. Siamo tutti cittadini del mondo.

Forse dovremmo ricordarcelo: questi ragazzi, arrivati da una parte di Terra, che spesso non conosciamo sono il futuro del nostro Paese. A qualche leghista, a mia nonna o a mia zia possono anche non piacere questi musulmani che pregano sdraiati a terra, questi indiani che mangiano speziato ma i figli dei migranti sono ormai un numero così consistente che su di loro dobbiamo investire. Nella mia provincia, la bassa cremonese, tra le nebbie e il Po, l’incidenza dei minori sulla popolazione straniera supera il 25% aggiudicandosi, secondo i dati del Dossier statistico Caritas/Migrantes, il primato nella classifica in Italia: su 37.477 migranti residenti, 10.401 sono minori. E così nel resto del Nord: Brescia, Lodi, Mantova, Bergamo vengono appena dopo Cremona. Basta entrare in una classe per rendersi conto. Fino a qualche decennio fa ci stupivamo dei nomi come Cristopher, Jonathan, William, Alex messi ai bambini italiani. Oggi abbiamo Gorav, Ikram, Rami. Purtroppo però la scuola italiana sta investendo poco su questa risorsa. Spesso questi ragazzi necessiterebbero di tempo da dedicare loro.

Risultato? Dall’ultimo rapporto del Miur (2010), analizzato anche dalla Fondazione Ismu (iniziative e studi sulla multi etnicità), il numero di ripetenti migranti diventa sempre più elevato nei diversi ordini e gradi, passando da un’incidenza dell’1,3% nella scuola primaria all’8,7% di ripetenti nella secondaria di secondo grado e 9,5 nella secondaria di primo grado.

Articolo Precedente

Proposta per salvare la scuola
“Tagliare le ferie degli insegnanti”

next
Articolo Successivo

Il bignami, salvatore
degli studenti

next