Gentilissimo presidente dell’Inps dott. Antonio Mastrapasqua,
Sono Luca Faccio da Bassano del Grappa (Vicenza). Dal 2005 attraverso il mio blog personale, e dal 2010 anche attraverso il blog su
ilfattoquotidiano.it, cerco di sensibilizzare le istituzioni affinché prestino maggior attenzione alle tematiche socio-politiche che coinvolgono le persone disabili. Riporto qui di seguito la lettera che la signora Elena Collini mi ha inviato. Personalmente mi chiedo come si possa continuare a penalizzare i veri invalidi: non crede sia arrivato il momento di mostrar loro maggiore sensibilità?

Egregio dott. Faccio, Le racconto la mia lunga “storia”.

Il 9 novembre sono stata convocata all’Inps di Pavia per la Verifica sulla permanenza dei requisiti per usufruire della pensione di invalidità. La precedente l’ho fatta il 7 febbraio alla Asl di Voghera, con la conferma del 100% di invalidità, ma questa commissione ha invece stabilito la riduzione della mia invalidità all’80%! L’“esame obiettivo” del verbale parla di “esiti cicatriziali plurimi in sede pelvica ben risolti”, di “obiettività addominale e toracica nella norma”, di “paziente lucida e orientata, collaborante”. “Tono dell’umore deflesso e dolorante alla palpazione delle interfalangee”.

Non sono stata “visitata”: ho solo consegnato le ultime documentazioni mediche. Le chiedo scusa per il lungo elenco che segue, ma vorrei evidenziare come le mie malattie siano purtroppo in atto e, per quelle osteo-articolari, ci sia la sola possibilità di un aggravamento.

Nel 2008, in novembre, mi è stata riconosciuta dalla Asl di Voghera l’invalidità totale per cambi posturali e deambulazione difficoltosa, protrusione discale e lombare, rizoartrosi bilaterale alle mani, osteoporosi marcata, e, inoltre, per la mia storia chirurgica. A 20 anni – ne ho 63 – ho subito un intervento per neurinoma al nervo acustico seguito da recidiva. Dopo due cesarei ho perso il terzo figlio: un tumore ovarico (isterectomia totale). E poi un rabdomioma alla coscia, una quadrantectomia al seno, un carcinoma alla pinna nasale: ma questa è storia recente.

Sempre nel 2008 ho subito altre due operazioni: una alla mano destra, immobilizzata da sinovite stenosante, e la seconda per un grave prolasso rettale. Nel 2009, in ottobre, mi è stata diagnosticata una neoplasia vescicale operata d’urgenza. Nel 2010, in marzo, mi è stato tolto un granuloma della pianta del piede che mi impediva di camminare. In aprile ho subito la colecistectomia. È sopraggiunta una grave depressione, e hanno iniziato a curarmi con psicofarmaci.

Quest’anno, il 2011 (e sono i documenti che ho portato alla Revisione di novembre su cui hanno stabilito la riduzione dell’invalidità) ho iniziato ad avere quotidiani episodi di derealizzazione: l’elettroencefalogramma di aprile ha evidenziato la “presenza di onde lente nelle regioni fronto-temporo occipitali di sinistra”: una sospetta forma di epilessia.

Nel frattempo è sorto un nuovo problema. In luglio mi è stata diagnosticata una recidiva del tumore vescicale e in settembre sono stata sottoposta a resezione endoscopica e chemioterapia endovescicale all’Istituto Europeo di Oncologia di Milano. Fra 20 giorni dovrò ripetere la cistoscopia rigida di follow up che, non ultimo dei problemi, mi provoca incontinenza urinaria e dolorosa cistite.

Inoltre sono affetta da:

  • Patologia osteoarticolare di natura flogistico-degenerativa (scintigrafia ossea 11/2009).
  • Aterosclerosi calcifica a carico dell’aorta toracica, dei vasi coronarici e dell’aorta addominale (Tac addome 12/2009).
  • Scoliosi dorso lombare a più curvature; appianamento della lordosi cervicale spondiloartrosi osteofitaria diffusa con discopatia L5 S1.
  • Uncoartrosi del tratto cervicale.
  • Lesioni alle mani: “noduli di Heberden”, tumefazione al polso destro e “noduli di Bouchard” alle articolazioni interfalangee.
  • Ipertensione.

Qui per ora finisce la mia storia medica. E inizia l’altra, e per questa chiedo il suo aiuto.

Nel 2010 il limite di reddito annuo per i non coniugati, comprensivo della pensione, è stato fissato a 7.730,32 €. Avendo io percepito mensilmente dall’Inps 603,87 € fino a maggio del 2011, di cui 333,27 € quale assegno di maggiorazione sociale, e poiché – come risulta dalla mia dichiarazione dei redditi inviata all’Inps – nel 2010 (redditi del 2009) ho avuto un reddito imponibile di 3.271€ (collaboro occasionalmente con la casa editrice Feltrinelli), l’Inps mi ha comunicato di avermi erroneamente corrisposto 251,61 € in più per i primi cinque mesi di pensione.

Il debito di 1.258,05 €, parzialmente saldato con la sospensione del versamento della pensione nei mesi di giugno, luglio, agosto, comporta ancora una rimanenza passiva di 201,27 € che mi vengono trattenuti con rateizzazione mensile.

Dichiaro di non possedere nulla che mi dia un reddito (sono proprietaria del 50% della casa in campagna in cui abito sola: sono divorziata dal 1996), e con 320 € non riesco a vivere. Oltretutto non so cosa comporterà la riduzione della percentuale di invalidità: quest’anno ho dichiarato (redditi del 2010) un reddito imponibile di 1.741€. Chissà quanto mi daranno! Nel frattempo è arrivato l’inverno e, non potendo permettermi di accendere il riscaldamento, qui farà molto, troppo freddo…

Ringraziandola per la Sua attenzione, Le invio cordiali saluti

Elena Collini

La risposta, che sicuramente non tarderà ad arrivare, sarà pubblicata su questo blog.

Scrivimi per segnalare la tua storia: raccontalatuastoria@lucafaccio.it

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