“Sei tu il problema”, pare avesse detto Tremonti qualche giorno fa, aggiungendo: “Se non sei andato via entro lunedì prossimo (l’altro ieri, ndr), sarà una catastrofe”. E ci siamo. In questi minuti, girano numeri inediti, crolla tutto. Siamo oltre il peggio preventivato.
I mercati hanno dichiarato guerra all’Italia. Pare abbiano deciso di liberare il Paese del suo problema. Insomma, proprio quello che diciamo noi, italiani come francesi, quando “assistiamo” l’invasione di un Paese. Guerra vecchio stile, lontana dagli occhi.
Ma qui è blitzkrieg economico, micidiale, senza rumore e senza odore. Niente caccia nei cieli nostrani, solo un gas letale che si sta mangiando e rovinando il succo del Paese, la sua economia, la proprietà delle sue risorse. E per molto tempo, se nessuno reagisce nel giro di poche ore.
Ma come può un solo uomo determinare lo sfascio economico del suo Paese, del quale è il premier? Nemmeno Saddam, nemmeno Gheddafi. Qui nella buca ci siamo tutti, meno uno.
Star lì a guardare? Un serial killer, quando identificato, non si guarda, si arresta. Lo fermi.
Se non succede niente dall’interno, l’Italia la fanno a fettine, a costo zero, entro poche ore.
Ne è cosciente Berlusconi? E’ matto o sta facendo all’ultimo un piacere a qualche amico Forbesiano che si sta comprando il paese a costo zero? Dobbiamo aspettare la fine dei saldi straordinari?
Gira l’idea che l’Italia, senza Berlusconi, potrebbe rinascere, ma quando in sala parto le cose si mettono male non si sta lì a guardare.
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