“Spero che il ddl intercettazioni venga approvato al più presto”. Usa toni sarcastici Henry John Woodcock per esprimere il suo dissenso sulla legge. Intervenuto a un convegno organizzato dall’Ordine degli avvocati di Napoli, il pm garantisce che la procura del capoluogo campano applicherà il Bavaglio in “modo ossequioso”. In realtà, anche se non lo dice mai esplicitamente, Woodcook considera la normativa anticostituzionale augurandosi che gli organi di garanzia facciano il loro mestiere: “Per fortuna c’è il Presidente della Repubblica che può firmare o meno e c’è la Corte costituzionale”.

A parte gli scherzi, per il magistrato napoletano il ddl con cui il governo vuole silenziare la stampa e mettere i bastoni fra le ruote alle procure “deve essere chiuso in cassetto per poi buttare via le chiavi”. Una bocciatura senza appello, perché, secondo Woodcock, la normativa “non serve assolutamente a nulla” e soprattutto non ha niente a che vedere con la protezione della riservatezza e della privacy dei cittadini”.

Quello che la maggioranza si appresta ad approvare è una legge che avrà delle conseguenze devastanti sull’amministrazione della giustizia. Come la paralisi dei piccoli tribunali dovuta al fatto che le intercettazioni devono essere autorizzate da un organo collegiale. Woodcock ha poi sottolineato che la legge Bavaglio, in particolare con l’introduzione dell’udienza filtro, comporterà una discriminazione fra indagati ricchi e poveri: “Chi potrà permettersi un collegio difensivo adeguato che si chiude in una caserma per giorni ad analizzare diecimila intercettazioni telefoniche?”.

Insomma, lo scopo della maggioranza non è la tutela della privacy dei cittadini, ma  “depotenziare l’ufficio del pubblico ministero”.

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