Cultura

Un documentario racconta
le elementari multietniche

Il cortometraggio racconta la realtà dell'istituto scolastico Carlo Pisacane di Tor Pignattara di Roma, dove la percentuale migrante della popolazione scolastica sfiora l'80%

di RQuotidiano

All’esterno infuria la protesta. Si vedono mamme italiane indignate, gruppi di estrema destra con megafoni che inveiscono contro la scuola, telecamere e giornalisti che rincorrono, per strappare poche battute donne indiane, pakistane, cinesi e marocchine che hanno appena accompagnato i loro figli in classe. All’interno si svela un mondo multicolore, fatto di bambini dai tre a cinque anni che ignorano le ragioni della protesta.

Siamo alla Carlo Pisacane di Roma nel quartiere multietnico di Tor Pignattara, una delle scuole più contestate dalla stampa e dalla classe politica, l’istituto “ghetto” come è stato definito, molto noto alle pagine della cronaca nazionale. Qui gli alunni stranieri arrivano a superare l’80%. Tra 10 bambini almeno 8 sono nati in Italia ma hanno origini diverse. A raccontare questa scuola con una prospettiva diversa dall’informazione mainstream arriva il film-documentario di Giulio Cederna e Angelo Loy, Una scuola Italiana, realizzato in collaborazione con l’associazione culturale Asinitas onlus che da anni lavora con i bambini e le mamme della scuola d’infanzia, organizzando percorsi di educazione interculturale.

Un documentario proiettato nelle scuole o nei cinema che ne fanno richiesta, ma che dovrebbe ottenere una certa attenzione dell’istituzioni, dato che il dibattito è ancora aperto e vivo, e le scuole, nolenti o volenti, stanno cambiando in linea con la società. Mentre il governo, con la direttiva che impone il tetto massimo del 30% di stranieri nelle aule scolastiche, pare osteggiare questo tipo di istituti multiculturali, l’Asinitas, attraverso una petizione, lotta per imporre questa scuola come modello-laboratorio per una reale integrazione tra scolari di nazionalità diverse.

Nel documentario girato nel 2009, le maestre e gli operatori raccontano, giocando insieme ai bambini, il viaggio avventuroso di Dorothy nel magico mondo di Oz. Un mondo fatto di personaggi strampalati che imparano a conoscersi e ad avere meno paura, perché svelano il segreto della diversità. E attraverso l’occhio della telecamera si svela l’approccio delle insegnanti e il loro metodo educativo. Ma soprattutto ci si avvicina ai piccoli alunni tanto contestati all’esterno. Fra le mure delle classi si svela un mondo che non fa per niente paura.

di Irene Buscemi

Precedente
Precedente
Successivo
Successivo

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione