Il giorno dopo il fallito voto di sfiducia a Giacomo Caliendo, la maggioranza si ritrova a fare i conti con la paura sempre più evidente di una crisi di governo. Nell’attesa di tirare il fiato durante la pausa estiva (e serrare i ranghi) da destra come da sinistra arrivano mille voci e mille distinguo.

A cominciare da Pierferdinando Casini. Solo qualche settimana fa l’ex presidente della Camera sedeva a cena con Berlusconi a casa di Bruno Vespa, nel tentativo di ricucire l’alleanza perduta. Oggi, forte degli 85 voti con cui Udc e Fli (assieme ai movimenti di Raffaele Lombardo e Francesco Rutelli) è in grado di mettere in seria difficoltà il governo. E Casini ha anche criticato la campagna lanciata dal Giornale e Libero contro Gianfranco Fini: “Non mi piace lo squadrismo intimidatorio nei confronti del Presidente della Camera – ha dichiarato – se uno è un delinquente, lo è sempre. Una persona non è delinquente se fa una scelta oppure santa se ne fa un’altra”.

Il leader dell’Udc hai poi sfidato il presidente del Consiglio: “L’area di responsabilità nazionale dice al presidente del Consiglio di governare, ma se vuole gettare la spugna si assuma la responsabilità di fuggire davanti al Paese”. “Il presidente del Consiglio – ha aggiunto – è chiamato a dire con serenità: ‘Mi dimetto oppure governo”. Tornare alle urne sarebbe “una prova di irresponsabilità totale”, per l’ex presidente della Camera, secondo cui “un governo di responsabilità nazionale è indispensabile per risolvere i problemi degli italiani

E se la cosiddetta “area di responsabilità” festeggia il ritrovato ago della bilancia politica, altre preoccupazioni per Berlusconi, forse maggiori, sono venute dall’interno dallo stesso Pdl, sempre più simile ad un condominio rumoroso. E soprattutto dalla Lega, oggi alleato fedele, domani chissà. “Vedremo”. Così il leader Umberto Bossi ha risposto (e poi smentito attraverso l’ufficio stampa del partito) a chi gli chiedeva se in caso di elezioni la Lega resterà sempre alleata di Berlusconi. “Noi prendiamo i voti sul programma” ha poi spiegato Bossi.

Quanto al voto, il senatur non ha escluso l’ipotesi. “Ma noi – ha dichiarato – per le elezioni siamo sempre pronti, il Nord e’ sempre pronto. Per noi sono semplici”. Del resto, il Carroccio è fermamente contrario a qualsiasi tipo di governo di transizione, inclusa l’ipotesi Tremonti: “Mica è scemo ad accettare. Lui vuole bene a Berlusconi”, ha detto Bossi.

Di voto e sul voto si è parlato molto, del resto, durante il vertice del Pdl di questo pomeriggio. Per arrivare all’unica conclusione possibile: senza voti in Parlamento non si va avanti. Da Gasparri, che ha richiamato “alla coerenza del mandato degli elettori”, a Raffaele Fitto, spaventato dal “logoramento”, a Matteoli e La Russa, che non vogliono “vivere di stenti come Prodi”. Fino allo stesso Berlusconi che da ieri sera ormai mette tutti in guardia: “Al primo incidente si va al voto”.

In questo clima è da facile Cassandra la dichiarazione di Fabio Granata, che oggi pomeriggio dal suo blog ha sentenziato: “A settembre ne vedremo delle belle”.

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