Il ministro Graziano Delrio, non senza una certa enfasi, a conclusione del Comitatone per Venezia, annuncia: “Le grandi navi non passeranno più dal canale della Giudecca e dal Bacino di San Marco”. Frase non nuova, a cinque anni dal decreto Clini-Passera che aveva imposto lo stop al transito dei grattacieli del mare a due passi dagli storici palazzi del capoluogo lagunare. In questo arco di tempo i transatlantici, con il loro carico di migliaia di turisti, non hanno cessato di imperversare nelle acque della Serenissima, causando notevoli danni alle fondamenta e all’ecosistema. E puntualmente molti altri ministri hanno annunciato che il traffico sarebbe stato dirottato lontano dal cuore più sensibile di Venezia. Delrio ha anche fatto una previsione cronologica. “Tutte le navi oltre le 55 mila tonnellate nell’arco di 3-4 anni andranno a Marghera”. Il che significa che per quasi dieci anni dal decreto che le aveva messe fuorilegge, il via vai delle imbarcazioni non cesserà. Anche perché l’arrivo fino a Marghera potrà essere garantito solo da importanti lavori di scavo dei canali già esistenti.

“Dalle prime indiscrezioni che giungono da Roma sembra che l’avevamo vista giusta. I distruttori della Laguna vogliono continuare con le loro opere assurde e devastanti” è il commento a caldo di Luciano Mazzolin, del Comitato No Grandi Navi. “Vogliono approvare la peggiore soluzione possibile, con attracchi a Porto Marghera per le navi da crociera più grandi (che oggi non entrano in Laguna) e per le altre navi da crociera (superiori alle 40.000 tonnellate di stazza) il passaggio attraverso il canale Vittorio Emanuele per arrivare ancora in Marittima”. Secondo gli ambientalisti, questa soluzione, se realizzata, avrà effetti devastanti sull’equilibrio lagunare, penalizzerà la portualità commerciale e la vocazione industriale e manifatturiera di Porto Marghera, ma avrà anche “oggettivi ostacoli per lo sviluppo prevedibile e sostenibile delle grandi navi da crociera a Venezia”. E’ per questo che No Grandi Navi preannuncia azioni di mobilitazione, sulla scia del referendum che in primavera ha bocciato l’ingresso delle navi in Laguna e che a settembre ha creato una rete dell’ambientalismo europeo a tutela dei territori.

Il ministro Delrio ha spiegato: “A regime le grandi navi andranno tutte nel canale nord di Marghera. Non ci saranno interferenze con il traffico commerciale. Le due realtà possono coesistere in questa fase transitoria fino a quando il terminal di Marghera sarà attrezzato. Metteremo in campo una nuova determinazione dell’autorità Marittima per disciplinare il traffico temporaneo con nuovi criteri che tengano conto di tutte le variabili architettoniche, paesaggistiche e ambientali per preservare al massimo la laguna. Continuiamo a studiare ed esplorare la possibilità di sfruttare gli attuali canali perché non se ne scavino di nuovi”.

La via di transito sarà quindi il canale di Malamocco, come ha spiegato il sottosegretario Pierpaolo Baretta: “Dopo anni di incertezze siamo giunti a una decisione capace di proiettare Venezia e l’intera laguna nel futuro. La soluzione rappresenta un punto di equilibrio tra tutela ambientale, sviluppo territoriale e attività imprenditoriale”.

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