Oltre un terzo già in fumo e la riserva naturale continua a bruciare. Il Wwf lancia l’allarme per i gravi danni all’oasi di Astroni, tra Napoli e Pozzuoli, gravemente colpita dagli incendi di questi giorni. Il rogo “iniziato mercoledì”, spiega l’associazione ambientalista in una nota, “ancora non è domato” e “il tesoro di natura custodito nel cratere continua a bruciare”.

Sono irreparabili i danni all’interno della riserva che si trova all’interno di un Sito d’importanza comunitaria ed è catalogata come Zona di protezione speciale, ovvero quelle aree che si trovano lungo le rotte di migrazione degli uccelli selvatici, protette perché vengano mantenuto l’habitat idoneo ai ‘riposi’ e alla nidificazione durante i loro viaggi stagionali.

Il grande cratere vulcanico – generato da una serie di sette eruzioni avvenute tra 4.100 e 3.800 anni fa – è l’ultima testimonianza dell’antico manto forestale che avvolgeva la provincia di Napoli e il bosco secolare che ne ricopre il fondo rappresenta oggi un importante polmone verde alle porte della città, dove nidificano 5 specie di rapaci.

Ad essere danneggiata dalle fiamme, spiega il Wwf, è in particolare “la parte più alta” dell’oasi, “caratterizzata da macchia mediterranea e da un’importante lecceta”. Ora, però, continua l’associazione ambientalista, “le fiamme si stanno pericolosamente avvicinando verso la parte bassa del cratere che è anche l’area più pregiata, dove è presente anche un lago”. Devastata la macchia mediterranea presente, composta in particolare leccio, mirto, lentisco, fillirea, ginestra e alaterno.

A differenza domenica, quando sono stati impiegati un canadair e un elicottero pesante,  “oggi, a causa dell’indisponibilità di velivoli, sulla riserva sta operando solo un elicottero più piccolo che non riesce a fare interventi risolutivi sull’incendio – denuncia il Wwf – È stato quindi richiesto nuovamente l’invio almeno di un canadair”.

Articolo Precedente

Eco Futuro 2017, la mobilità del futuro è elettrica: le motivazioni e le esperienze dei proprietari

next
Articolo Successivo

Incendi, la Campania continua a bruciare: l’emergenza è un business

next