Il comune non propone l’opzione vegana tra le diete speciali per la mensa scolastica e viene condannato dal tribunale amministrativo regionale. La sentenza è arrivata nei giorni scorsi dal Tar di Bolzano che ha accolto il ricorso presentato da una madre nei confronti dell’amministrazione comunale di Merano colpevole di una “carenza di motivazione” nel respingere la richiesta avanzata dalla donna.

La diatriba tra la ricorrente e la giunta è ormai storica. Già un anno fa, quando il figlio frequentava il nido, la madre aveva ottenuto una vittoria dallo stesso Tar: “Ai tempi – racconta Carlo Prisco, il legale della famiglia – il comune aveva previsto l’opzione vegana ma aveva chiesto un certificato medico di buona salute del bambino in cui il medico attestasse che il piccolo doveva seguire una dieta senza carne, pesce ma anche senza uova, latte e derivati. La donna si era opposta a questa richiesta ritenendola discriminatoria e aveva avuto soddisfazione dal giudice”.

Nel frattempo il bambino è passato alla scuola dell’infanzia ma il modulo di iscrizione predisposto dall’amministrazione non prevedeva l’offerta desiderata dalla mamma.
Sul modello prestampato oltre alle diete speciali per motivi sanitari (diabete, favismo, celiachia, allergie ed intolleranze) c’era il menù senza carne di manzo; quello senza carne di maiale e un altro senza carne e pesce. A quel punto la donna ha aggiunto di suo pugno la casella “vegano” sul modulo d’iscrizione. La direttrice dell’ufficio scuole di Merano, però, ha rispedito al mittente la nota comunicandoche non poteva essere accolta.

A quel punto la madre ha replicato: prima ha barrato la casella “senza carne e pesce”, ma poi ha allegato al modulo d’iscrizione il certificato di un pediatra che “consigliava di escludere dalla dieta del minore uova, latte e derivati, anche come ingredienti della pietanza, perché potrebbero avere effetti non favorevoli”, dal momento che fin dalla nascita il piccolo aveva seguito una dieta vegana. La battaglia a colpi di moduli d’iscrizione e allegati, però, non si è conclusa. Il comune di Merano, infatti, non ha tenuto conto del certificato medico del pediatra, nonostante il tentativo di mediazione del legale della donna. Alla fine, dunque, è arrivata la sentenza del Tar che ha annullato la determina dell’amministrazione.

“Sostanzialmente – spiega Prisco, noto per avere difeso più volte le posizione dei vegani in cause simili – il tribunale amministrativo ha riconosciuto la fondatezza della nostra posizione. La determina non si può contrapporre al diritto costituzionale. La mamma si era anche offerta di portare cibi da casa ma non le era stata data questa facoltà. Viene rivelato il vizio di motivazione del comune. La scuola ancora non ha adottato il menù vegano ma è già un diritto del bambino mangiare in quel modo. Mi sto adoperando affinché la sentenza venga rispettata”. Dal canto suo l’amministrazione resta convinta della scelta fatta. Si riapre dunque il dibattito sull’opportunità di far adottare ai bambini le scelte dei genitori in tema di alimentazione. Per il Tar di Bolzano è evidentemente opportuno.

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