L’appello agli alleati europei arriva nel cuore della stessa Europa. Alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco di Baviera il vicepresidente degli Stati Uniti Mike Pence ha chiesto ai Paesi dell’Unione Europea un maggiore impegno sulle spese militari: “Gli Usa saranno incrollabili nell’impegno verso l’Alleanza transatlantica”, ha detto il numero due della Casa Bianca, sottolineando tuttavia che “il presidente (Donald Trump, ndr) si aspetta che gli alleati tengano fede ai loro impegni” perché “solo quattro paesi Nato rispettano l’obbligo di investire il 2% del Pil nella difesa”.

“Siamo stati fedeli per generazioni e sempre terremo fede a questo impegno”, ha aggiunto Pence spiegando come “la pace venga solo attraverso la forza. Dobbiamo essere forti, in grado di confrontarci con tutti coloro che metterebbe in pericolo la nostra libertà e il nostro stile di vita”. In particolare, ha aggiunto, “gli Stati Uniti sono impegnati a garantire che l’Iran non ottenga mai un’arma nucleare in grado di minacciare i nostri Paesi o gli alleati”. Gli Stati Uniti, inoltre, “continueranno a richiamare la Russia alle sue responsabilità, anche se cerchiamo nuovo terreno comune, che – come sapete – il presidente Trump ritiene possa essere trovato”. Tra gli impegni che Mosca è tenuta a rispettare figurano quelli sulla questione dell’Ucraina, ovvero l’accordo di pace concordato a Minsk, in Bielorussia, nel 2015.

Immediata la replica di Mosca: “La posizione ripetuta da Michael Pence è deludente“, dichiarava in battuta Konstantin Kosachyov, presidente della commissione affari internazionali del Consiglio della Federazione russa. Tale approccio, ha spiegato, “permette al governo di Kiev di sabotare incessantemente gli accordi di Minsk, perché a quanto pare la soluzione della crisi nel Donbass è secondaria al desiderio di vendetta con la Russia e continuare a tenerla sotto scacco delle sanzioni e in un clima di scontro continuo con il mondo occidentale”. Posizione ribadita dal ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov: “È illogico, perfino artificiale collegare le sanzioni alla implementazione degli accordi di Minsk. Tutti sanno perché Minsk non viene implementato, lo sanno a Berlino a Parigi e alla Nato”.

“La Nato è ancora un’istituzione della guerra fredda – ha affermato quindi Lavrov allargando il discorso – che non è mai stata davvero superata. Lo hanno dimostrato molti interventi di politici qui in questi due giorni. E non può funzionare che un club elitario di Stati guidi il mondo nel lungo periodo”. A proposito dei rapporti con gli Usa, Lavrov ha auspicato che siano “pragmatici”: “È nel nostro comune interesse rafforzare le relazioni Usa-Russia. Noi siamo pronti, se gli Usa sono pronti”.

Prima del vicepresidente Usa aveva parlato Angela Merkel: “Bisogna rafforzare l’Unione Europea, la Nato, l’Onu e anche strutture come il G20. Faremo tutti gli sforzi per rispettare i nostri impegni. È nell’interesse europeo, tedesco, ma anche nell’interesse americano”, aveva scandito la cancelliera ricordando che la Germania si è come altri Paesi obbligata, nel 2014, ad aumentare al 2% la spesa per la difesa entro dieci anni e dicendosi “assolutamente convinta che valga la pena lottare per le strutture multilaterali”.

Anche Merkel aveva parlato dell’accordo di Minsk, che “non va buttato”, aveva detto la cancelliera rispondendo a chi chiedeva se non ritenesse che l’accordo sia “morto”: “Al principio dell’integrità territoriale non possiamo rinunciare. Ma non parliamo tutto il tempo di quello che non siamo riusciti a fare, cerchiamo ancora di riuscirci. Dobbiamo continuare a cercare una soluzione politica e io sono disposta a investirci ancora molta forza e molto tempo”.

A margine della conferenza, Pence e Merkel si sono impegnati a mantenere una stretta relazione tra i propri Paesi, nel corso del primo incontro bilaterale di alto livello di un leader europeo con i vertici della nuova amministrazione Trump. Al termine del faccia a faccia il numero due dell’amministrazione Trump e la cancelliera hanno “riaffermato la duratura alleanza tra Usa e Germania e si sono impegnati a mantenere una stretta cooperazione nella vasta gamma di sfide globali”.

La conferenza di Monaco ha fatto registrare un primo risultato: Mosca e Kiev hanno concordato, con la mediazione di Parigi e Berlino, un nuovo cessate il fuoco nell’est dell’Ucraina a partire da lunedì 20 febbraio. L’accordo è giunto nel corso di una riunione tra i ministri degli Esteri francese e tedesco, Jean-Marc Ayrault e Sigmar Gabriel, con gli omologhi di Russia e Ucraina, Sergei Lavrov e Pavlo Klimkin. Obiettivo della nuova tregua, ha spiegato Gabriel, è mettere fine alla “forte escalation” di violenze registrate nelle ultime settimane in Donbass.

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