Il dato è ancora provvisorio, in attesa del definitivo che sarà diffuso il primo marzo, ma l’Istat ha calcolato la crescita del pil italiano del 2016 al +0,9% rispetto al 2015. Maggiore, dunque, di quanto stimava il governo nel Documento programmatico di bilancio dello scorso ottobre, cioè lo 0,8% dopo lo 0,7% del 2015. Il dato diffuso martedì è invece in linea invece con le previsioni rese note lunedì dalla Commissione Ue, in base alle quali comunque la Penisola sarà quest’anno fanalino di coda nell’Unione per tasso di crescita, sempre con +0,9 per cento.

Del resto l’istituto di statistica è arrivato a calcolare il +0,9% partendo dal dato preliminare sul quarto trimestre, che si ferma a +0,2% contro il +0,3% di quello precedente (+1,1%, invece, rispetto all’ultimo trimestre 2015, incremento identico a quello dei tre mesi precedenti). Il ritmo della ripresa, insomma, sta rallentando. Ed è inferiore a quello dei partner: il comunicato Istat prende ad esempio gli Usa, cresciuti nel quarto trimestre dello 0,5%, il Regno Unito a +0,6% e la Francia che ha messo a segno un +0,4%. In media il pil dell’Eurozona nel quarto trimestre 2016 è salito dello 0,4% rispetto al trimestre precedente, quello dei 28 Paesi Ue dello 0,5%.

L’aumento dello 0,9% è in termini grezzi. Se invece si tiene conto degli effetti di calendario, precisa l’istituto di statistica, l’aumento tocca l’1%, perché nel 2016 vi sono state due giornate lavorative in meno rispetto al 2015. La variazione è frutto di un aumento del valore aggiunto nei settori dell’industria e dei servizi e di una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell’agricoltura. Dal lato della domanda, sottolinea l’Istat, c’è un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto negativo della componente estera netta.

“Un po’ abbiamo ricominciato a crescere, questo è indubbio, ma restiamo il grande convalescente nell’Eurozona”, ha commentato Andrea Goldstein, managing director di Nomisma. “Lo 0,2% trimestrale e soprattutto l’1,1% nei confronti del quarto trimestre del 2015 suggeriscono che sta lentamente ritornando la fiducia. È infatti dal lato della domanda interna che vi è un contributo positivo e l’apporto negativo della componente estera netta non va letto come un segnale di perdita di competitività, quanto piuttosto di ripresa degli investimenti e quindi di acquisto di macchinari dall’estero. Ma altrove il Pil corre a ritmi ben più incoraggianti” e “il gap tra l’Italia e i principali partner commerciali e finanziari si amplia ad ogni trimestre”.

Durante il briefing con i giornalisti, i ricercatori dell’istituto di statistica hanno fatto presente che il dato sul 2016 è “molto provvisorio“, definizione creativa che punta a sottolineare come i risultati dei conti nazionali annuali per il 2016 saranno diffusi il prossimo 1 marzo, mentre quelli trimestrali coerenti con i nuovi dati annuali verranno comunicati il 3 marzo.

Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha commentato via Twitter scrivendo che i dati sono “incoraggianti” e il governo è “determinato a proseguire le riforme per favorire la crescita”, mentre il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha rivendicato che i numeri “danno ragione a politica economica fatta di attenzione ai conti, riforme, sostegno a investimenti privati e investimenti pubblici”.

 

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