di Luigi Manfra, Responsabile progetti economici-ambientali UNIMED già docente di politica economica presso l’Università la Sapienza di Roma.

Le acque dolci che si trovano nel sottosuolo della Terra sono all’incirca 22,6 milioni di chilometri cubi, una cifra rilevante a fronte del volume di quelle superficiali che ammonta a circa 100.000 chilometri cubi. Le acque del sottosuolo che partecipano attivamente al ciclo idrogeologico sono soltanto una piccola parte del totale, il 6%, mentre il resto è situato a grandi profondità frutto di un accumulo durato migliaia o addirittura milioni di anni che ha tempi molto lunghi di ricarica.

Il Nubian Sandstone aquifer è la più grande falda acquifera fossile mai scoperta collocata sotto quattro paesi africani, ovvero Egitto, Libia, Sudan e Ciad e contiene un volume di acqua, stimato dai ricercatori del British Geological Survey, di 100 volte il volume di acqua che cade ogni anno nel continente.

In Libia negli anni ‘80 è stato ideato un progetto denominato Great Man-Made River (Grande Fiume Artificiale) il cui scopo era quello di convogliare acque fossili del Nubian Sandstone aquifer e renderle disponibili all’utilizzo umano, sfruttando l’enorme bacino sotterraneo di 35 mila km cubi situato sotto il deserto del Sahara. Il bacino delle acque fossili del Sahara si trova tra i 600 e i 2.000 metri di profondità e, nel solo settore Libico, ovvero nel bacino di Kufra, la sua capacità è stimata in oltre 20.000 km cubi.

Questo acquedotto, il più grande al mondo, composto da 4.000 Km di condutture di calcestruzzo precompresso, aventi un diametro di quattro metri, ha avuto un costo di 30 miliardi di dollari. Tutto il materiale per realizzare il progetto è stato prodotto in Libia con le risorse che il paese ricava dai proventi petroliferi. Utilizzando molti lavoratori stranieri sono stati costruiti i tubi per il trasporto, i grandi serbatoi che immagazzinano l’acqua, le stazioni di pompaggio che controllano il flusso verso le città.

L’acquedotto è sepolto nella sabbia per evitare l’evaporazione ed è in grado di trasportare ogni giorno 6 milioni e mezzo di metri cubi di acqua dalle zone di prelievo di Jabal, Kufra e Tazerbo, nel sul del paese, fino a Tripoli, Bengasi, Tobruk e Sirte. Le stime della disponibilità di acqua fossile variano notevolmente: tra un minimo di 50 anni ad oltre 4.000 anni, sulla base delle diverse stime e dei livelli attesi di consumo.

Le prime tre fasi del progetto sono state completate. La prima e più importante ha fornito due milioni di metri cubi di acqua al giorno lungo una conduttura di 1.200 km da Bengasi a Sirte, ed è stata inaugurata nell’agosto del 1991. La seconda fornisce un milione di metri cubi di acqua al giorno per la fascia costiera occidentale e per Tripoli. La terza fornisce acqua a Tobruk e la costa con un nuovo sistema di pozzi. Le ultime due fasi del progetto, non ancora realizzate, avrebbero dovuto unire tutta la rete di distribuzione che, una volta ultimata, avrebbe consentito di ottenere circa 155.000 ettari di terra irrigata da coltivare.

Nel luglio 2011 la Nato, nella guerra per cacciare Gheddafi, ha bombardato il Grande Fiume e le sue condutture di alimentazione nei pressi di Brega. La fornitura di acqua per il 70% della popolazione, sia per uso domestico che per l’irrigazione, è stata quindi compromessa creando danni alle infrastrutture. I bombardamenti sono continuati colpendo l’acquedotto in altri punti nevralgici, danni che oggi si stanno riparando grazie ad un contratto con l’Olanda, la quale intende anche portare a termine l’opera.

Inoltre la fine del regime di Gheddafi ha riattivato antiche inimicizie tribali, le regioni del sud della Libia che sono interessate dall’acquedotto ai pozzi dove si preleva l’acqua minacciano di continuo la secessione dal governo di Tripoli. Anche l’Isis rappresenta una potenziale minaccia, infatti se saranno sconfitti a Sirte e negli altri centri dalla costa libica la loro fuga verso il sud della Libia, molto probabile, potrebbe rappresentare un’ulteriore minaccia con azioni di sabotaggio sia ai pozzi petroliferi sia alle infrastrutture del Grande Fiume Artificiale.

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