La Mecca dei giochi da tavolo è la Germania ed è in Germania che vengono assegnati i riconoscimenti più ambiti. Il più ambito di tutti è lo Spiel des Jahres, che effettivamente è in grado di cambiare le aspettative di vendita di un gioco di un ordine di grandezza. È dunque così ambito che gli editori che lo ricevono sono disposti a pagare una piccola royalties per apporre il logo sulla scatola!

2016_codenamesNato nel 1979 è stato uno degli elementi chiave per lo sviluppo della cultura del gioco da tavola in Germania. Il primo vincitore fu il bellissimo Hase und Igel (Hare and Tortoise) di David Parlett, che io continuo a giocare con grande piacere. Si evolve il mercato e si evolve anche il premio; nel 2001 c’è lo sdoppiamento e nasce il Kinderspiel des Jahers, specificatamente dedicato ai giochi per bambini; nel 2011 invece il premio si fa in tre, con la nascita del Kennerspiel des Jahres, dedicato ai giochi per esperti. Nel 2016 il premio principale è andata, come da copione, a Codename del ceco Vlaada Chvatil (uno degli autori più sulla cresta dell’onda nel panorama internazionale) ed edito dalla Czech Games Editions. In Italia Codename è distribuito da Cranio Creations. Si tratta di una sorta di un veloce e semplice partygame che può essere giocato anche in famiglia (fino a 8 giocatori). Ci sono due squadre e lo scopo per ognuno è scoprire i propri agenti, mascherati dietro nomi in codice, mentre gli indizi sono forniti dai capi-squadra.

Bisogna dire che nessun autore italiano è mai riuscito ad aggiudicarsi uno Spiel des Jahres, ci sono state varie nomination, ma nessuna vittoria. C’è andato vicinissimo quest’anno Leo Colovini col suo Leo – muss zum friseur, edito dalla Abacus, di cui abbiamo già accennato qui: dato per favoritissimo al Kinderspiel, è poi finito secondo, per pochissimo, dietro a Stone Age Junior di Marco Teubner. Leo si è poi preso la rivincita, aggiudicandosi nella sezione kinder l’altro grande premio tedesco, il Deutscher Spiele Preis, che si assegna dal 1990 e ha la caratteristica di venire assegnato per votazione popolare e non mediante una giuria. La cerimonia di premiazione si svolge proprio in questi giorni allo Spiel ’16, le mitiche Spieltage di Essen, vale a dire la più bella e viva manifestazione per giocatori del mondo, un vero punto di riferimento per tutte le novità.
In Italia lo distribuisce la dVgiochi col nome di Leo va dal barbiere.

In Germania evidentemente gli autori italiani sono più apprezzati dai giocatori che dalle giurie, perché già altre volte il Deutsche Spiele Preis era finito nelle nostre mani. Nel 2014 infatti il kinder era andato a Feuerdrachen (Haba) di Carlo Emanuele Lanzavecchia e nel 2015 il premio principale all’ormai celebre Marco Polo di Daniele Tascini e Simone Luciani, edito da Hans im Glueck e distribuito in Italia da Giochi Uniti. Marco Polo  – partito con la vittoria al Premio Archimede 2012 – continua a collezionare successi e allori internazionali.

E in Italia? Pochi ancora lo sanno ma dal 2013 è rinato Il Gioco dell’Anno anche da noi. Ne parleremo nella seconda parte di questo articolo, assieme ad alcune altre novità italiane.

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