La notte delle stelle, senza una stella nera. Gli Oscar 2016 sono stati gli #OscarSoWhite. È per questo che il regista Spike Lee non era in sala. E così che l’assenza di candidati in ogni singola categoria è diventata il tema centrale della cerimonia di Los Angeles. Il comico Chris Rock, che ha fatto rimpiangere Ellen Degeners, ha rotto il ghiaccio con un monologo che, “da nero a nero”, ha ironizzato sul presunto razzismo dell’Academy. Che, proprio in virtù di questa polemica, ha deciso di cambiare: in futuro sarà più spazio per donne e minoranze.

“Almeno 15 neri li ho trovati venendo qui”, ha detto Chris prendendo la parola in apertura di cerimonia. “In molti mi hanno chiesto di boicottare questa serata ma, è incredibile: nessun nominato nero e io, nero, invitato qui a parlare. Mi sono detto: ma non ci sono già abbastanza disoccupati? Quindi ho deciso di partecipare. Perché protestiamo? – ha aggiunto -. Siamo qui per l’88esima volta e quindi non ci sono state nomination per i neri per altre 79 volte. Ma negli anni 60-70 non protestavamo perché c’erano ben altre ragioni per protestare. Comunque se volete i neri, create delle categorie per i neri”.

L’Academy Awards, quindi, ha deciso di puntare sull’ironia per affrontare un tema ormai impossibile da evitare. L’importante, è questo il messaggio che emerge dalla serata, è dare a tutte le minoranze le stesse opportunità. Anche Hillary Clinton si è inserita, con un tweet, nella polemica. “Troppo talento viene tenuto in disparte. In ogni settore, possiamo farlo e possiamo farlo meglio”, ha scritto la candidata democratica alle presidenziali. L’ironia traspare anche in una clip trasmessa durante la cerimonia, dove tra i vari film i candidati agli Oscar si vedono incursioni di attori di colore, prima fra tutti Whoopi Goldberg che “entra” in una scena di Joy. Poi, Kevin Hart sale sul palco per affrontare il discorso: “Applaudiamo tutti gli attori neri che non sono stati nominati questa sera. Congratulazioni a tutti. Sono venuto qui per avere un posto avanti, eppure non me lo hanno dato”, scherza l’attore afroamericano.

Un punto fermo lo mette il miglior regista, Alejandro Iñarritu, di quest’anno: “Io sono fortunatissimo, ma molti altri non hanno avuto la mia stessa fortuna. Vogliamo un’opportunità per liberarci di tutti i pregiudizi. Il colore della pelle è irrilevante come la lunghezza dei nostri capelli”, ha detto il director messicano sollevando la statuetta per la seconda volta in due anni.

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