Tre credevano di poter far parte del treno di testa e lottare per lo scudetto. In due ci avevano creduto per davvero, poi è arrivato il grande gelo tra dicembre e gennaio. L’altra fino a poche settimane fa ha faticato a stare in piedi, come pure la quarta. Alla fine Fiorentina, Inter, Roma e Milan si sono ritrovate tutte lì, ammucchiate attorno al terzo posto. Una corsa alla medaglia di bronzo che vale come un oro per le casse delle società. Il vero bottino è quello lì: i soldi che potrebbero entrare superando il preliminare di Champions League, garantito dal chiudere la stagione alle spalle di Juventus e Napoli. Parliamo di circa 30 milioni che servono come il pane a tutte e quattro le proprietà.

Ecco perché dopo il big match di sabato dello Stadium, un occhio di riguardo lo merita Fiorentina-Inter in programma domenica sera. Nel match d’andata i nerazzurri scoprirono per la prima volta alcune pecche strutturali che si sono poi via via allargate fino a gettare nel panico Roberto Mancini. L’Inter non può fare a meno della Champions per raddrizzare i suoi conti, un’urgenza non più rinviabile. Anche perché nelle due ultime sessioni di calciomercato gli investimenti sono stati massicci e senza il terzo posto per Thohir diventa impossibile ripeterli. Non solo: il rinnovo con Pirelli viaggia verso cifre al ribasso (8/9 milioni all’anno), all’orizzonte non si vedono altri sponsor – tanto da far rumoreggiare perfino Infront che garantisce un minimo abbastanza alto alle casse nerazzurre – e la sola Europa League potrebbe non bastare a trattenere i big. Il nervosismo del tecnico si spiega anche così, cosciente che il suo ingaggio era stato considerato un ‘investimento’ e ora è giunto il momento di farlo fruttare. Anche perché la società lo ha accontentato sul mercato.

In caso di sconfitta al Franchi, la Fiorentina potrebbe scappare a quattro punti di distanza. Da quella posizione i viola, dopo tre quarti posti nelle ultime quattro stagioni, potrebbero lanciare una vera offensiva alla Champions. Nonostante le turbolenze registrate dopo il mercato di gennaio. Paulo Sousa non ha gradito la mancanza di investimenti dei Della Valle, i quali sostengono di aver stanziato senza che gli uomini di mercato riuscissero a spendere. Il tecnico portoghese aveva chiesto Mammana, non è arrivato nessuno del suo calibro. I tifosi stanno dalla sua parte e sognano. La qualificazione spazzerebbe via i malumori e permetterebbe alla proprietà d’essere meno parsimoniosa. Domenica è uno snodo cruciale per Sousa: vincere vorrebbe dire togliersi di dosso una delle concorrenti più agguerrite.

Non tutte però, perché da dietro è prepotentemente rientrata la Roma, che “tifa” per il pareggio. Un risultato che le permetterebbe di sorpassare l’Inter e agganciare la Fiorentina in caso di vittoria a Modena, contro il Carpi, dove i giallorossi giocano venerdì sera. Dopo mesi tribolati, la Champions è diventato l’obiettivo stagionale. Il minimo sindacale per una società partita con il vento in poppa, certa d’essere la favorita per lo scudetto grazie non solo al mercato ma anche all’anno di transizione che – pareva – potesse rallentare la Juventus. Poi è arrivata l’ennesima scoppola europea, alla quale sono seguiti mesi da divorziati in casa con Garcia prima del ritorno di Spalletti. Tre vittorie consecutive e, visto il passo lento di Fiorentina e Inter, la Roma si è rifatta sotto. Sul mercato è quella che si è mossa meglio (El Shaarawy, Perotti, Zukanovic) ed è la candidata più credibile, oltretutto arrabbiata per i mesi buttati al vento e cosciente che dalla qualificazione in Champions dipendono le strategie di Pallotta.

Da dietro, divisa tra le valutazioni di Barbara Berlusconi e Adriano Galliani, osserva il Milan. La lady berlusconiana ha parlato di realismo e fissato l’obiettivo nell’Europa League, mentre lo storico a.d. rossonero – visto l’incedere zoppo delle altre tre – ha sussurrato che la Champions è possibile. Il Milan ha sei punti di ritardo e tre squadre in mezzo. C’è traffico, insomma. Ma l’ultima sconfitta risale al 6 gennaio (1-0 contro il Bologna) e nelle sette partite successive sono arrivati tre pareggi e quattro vittorie. Una striscia importante nella quale gli uomini di Mihajlovic hanno battuto anche Fiorentina e Inter in casa e sono usciti indenni dall’Olimpico (1-1 contro la Roma). Lo stop alla trattativa con Mr Bee e l’inconsistenza di altre piste, porteranno Fininvest a una netta spending review: massimo 50 milioni all’anno da iniettare nel club. La Champions darebbe una bella mano anche al Milan. Delle quattro, se ne salverà solo una.

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