Più viene invocata l’unità e più si alza il livello dello scontro tra Unione Europea e Italia. Questa volta a prendersela con il presidente del Consiglio Matteo Renzi è il presidente del Ppe all’Europarlamento, Manfred Weber: “Quando vediamo che l’Italia non è disposta ad aiutare la Turchia se non in cambio di una contropartita – ha detto durante la plenaria di Strasburgo – tutto ciò va a svantaggio dell’Europa, della sua forza e della sua credibilità. Renzi sta mettendo a repentaglio la credibilità europea a vantaggio del populismo”. E, dopo le frizioni dei giorni scorsi tra Renzi e l’Alto rappresentante della politica estera Ue Federica Mogherini, Weber aggiunge anche una plateale dose di complimenti alla commissaria italiana: “L’Europa è capace di grandi successi. Sono stato orgoglioso – dice – di vedere Federica Mogherini siglare l’accordo sul nucleare iraniano. E la voglio ringraziare per il suo lavoro”. Sembra una nuova sfida aperta nei confronti di Matteo Renzi. Weber è considerato una sorta di “prolungamento” della Merkel con altri mezzi, spesso si è trovato a polemizzare con il presidente del Consiglio. Ed è una figura più politica rispetto a quella istituzionale del presidente della commissione Ue Jean-Claude Juncker.

I toni restano alti per “merito” di entrambe le parti e la riprova è che proprio oggi Renzi aveva ripreso gli argomenti già espressi nei giorni scorsi: “L’Italia sta tornando, se ne faccia una ragione chi ci vorrebbe marginali”, ha detto il premier a margine di un incontro con i vertici di Cisco Systems. Nonostante le rassicurazioni e i tentativi di linguaggio diplomatico, insomma, la situazione è complicata. Le questioni aperte tra Bruxelles e Roma vanno dall’apertura di una procedura sugli aiuti di Stato all’Ilva (già da martedì 20 gennaio) al rischio che l’Ue bocci le richieste di flessibilità avanzate dal governo italiano. Nel frattempo la Bce ha anche avviato ulteriori accertamenti su alcune banche italiane. La battaglia aperta la scorsa settimana, insomma, potrebbe essere solo all’inizio.

La risposta di Renzi è un fatto: il vice ministro Calenda nominato nuovo rappresentante dell’Italia a Bruxelles
E in questo senso è anche da leggere l’ultima mossa di Palazzo Chigi, che ha nominato Carlo Calenda come nuovo rappresentante dell’Italia a Bruxelles al posto dell’ambasciatore Stefano Sannino. Un politico molto vicino al presidente del Consiglio al posto di un diplomatico: una scelta che ha pochi precedenti nella storia dell’Italia e che sembra evidenziare una sorta di fase nella strategia di Renzi nei rapporti (conflittuali) con l’Ue. Non è un mistero, del resto, che la mossa ‘all’americana’ di Renzi (negli Usa spesso e volentieri i ruoli diplomatici sono ricoperti da politici) potrebbe causare molti malumori tra i diplomatici: c’è già chi teme un effetto domino che possa tagliar fuori completamente il tradizionale ruolo del diplomatico, un’idea già a suo tempo accarezzata da Silvio Berlusconi alla ricerca di manager per promuovere il ‘sistema-Paese’ all’estero. Il vice ministro allo Sviluppo Economico Calenda – manager, molto vicino un tempo a Montezemolo, poi in Confindustria, dove ha lavorato sui principali dossier relativi al commercio e agli investimenti internazionali e negli ultimi anni spesso in viaggio con il premier o ad anticipare le missioni di Renzi nel mondo – è noto per la sua competenza sui dossier, ma anche per la sua concretezza e i suoi modi diretti che puntano ad arrivare dritto al cuore del problema. Nulla di più lontano dai bizantinismi europei e per questo ‘l’interlocutore’ giusto con Bruxelles, secondo il premier, che non ha alcuna intenzione di arretrare nella sua battaglia per cambiare l’Europa.

Sul piano verbale, invece, nessuna risposta a Weber dall’Italia
A parte la nomina di Calenda, da Palazzo Chigi hanno preferito non replicare a Weber. Di certo, invece, c’è il Pd che fa quadrato intorno al capo del governo e leader del Pd. Il primo a replicare a Weber è il capogruppo di Socialisti e democratici, Gianni Pittella: “Ridicolo e irresponsabile parlare di uno dei leader europei più europeisti dell’Unione come di uno che lavora per sfasciare e disintegrare l’Europa. Noi lavoriamo per risolvere i problemi, ma non vogliamo che nessuno ci metta l’anello al naso“. Segue Patrizia Toia, ex ministro dei governi di centrosinistra e ora capodelegazione del Pd al Parlamento europeo: “La credibilità dell’Europa l’ha messa a rischio chi come Weber e i suoi amici hanno voluto un’austerità ideologica che ha messo i cittadini in difficoltà e ha aumentato le diseguaglianze. Noi vogliamo lavoro solo lavoro e agenda sociale”. Durante la stessa assemblea plenaria la Toia ha aggiunto che “noi abbiamo a cuore l’Europa di oggi e il suo futuro per questo noi italiani, qui in Parlamento e il nostro governo, vogliamo risposte adeguate. Vogliamo per esempio che si faccia ciò che si dice sull’immigrazione, che si vada avanti sulla flessibilità per la crescita e il lavoro. Vogliamo insomma un’Europa più solidale e più progressista. Siamo europeisti. Siamo ambiziosi”. Si aggiunge il presidente nazionale del Pd Matteo Orfini: “Chi chiede che l’Europa cambi aiuta l’Europa, non la danneggia. E’ chi le dà un’impronta non in linea con la sua storia che la danneggia”. E infine l’europarlamentare del Partito democratico Nicola Danti: “Sappiamo che l’onorevole Weber rimpiange l’Italia di Berlusconi. Stia sereno onorevole Weber, l’Italia è cambiata e quella che rimpiange, con suo dispiacere, non tornerà. L’onorevole Weber ha proprio un’ossessione: l’Italia e Renzi. Non c’è intervento nel Parlamento che non faccia senza offendere l’Italia è il suo governo. Il problema dell’Europa non è l’Ungheria dei muri, la Polonia del nuovo Governo, la Gran Bretagna che vuole uscire dall’Ue, i governi dei paesi che rifiutano l’accoglienza dei migranti. No, il problema è l’Italia”. Cavalca la polemica Antonio Tajani, vicepresidente del Parlamento europeo e eurodeputato di Forza Italia: “Weber mette il dito nella piaga degli errori del governo Renzi: non si cambia l’Ue con il velleitarismo di chi non punta alla crescita e all’occupazione ma intende nascondere i problemi che ci sono in Italia. La cosa grave è che poi a pagare sono gli italiani”.

Il Pd è particolarmente “sollecitato” dall’intervento di Weber anche perché non è la prima volta che il “falco” Weber, da molti considerato il “ventriloquo” della cancelliera tedesca Angela Merkel all’Europarlamento, fa da spina nel fianco per il presidente del Consiglio italiano. Gli aveva già dato filo da torcere un anno fa battendogli il tempo su conti e riforme, mentre all’avvio del semestre di presidenza italiana lo aveva invitato a rispettare le regole. E poco dopo aveva provocato, soffiando sulle critiche rivolte da Renzi, il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker che sbottò: “Non sono a capo di una banda di burocrati”.

Weber, membro del partito cristiano sociale bavarese Csu, è stato eletto quasi all’unanimità, trovandosi in un’insolita posizione di candidato unico alla presidenza del gruppo Ppe all’Europarlamento. Ha finora assunto posizioni rigoriste, dai conti all’immigrazione. Appassionato europeista, uomo concreto, pragmatico e gran lavoratore, a 43 anni di cui quasi 12 trascorsi in Europa, Weber non è un politico di professione. Nato e cresciuto anche politicamente in Baviera, dopo la laurea in ingegneria ha fondato due imprese di consulenza aziendale per la sicurezza sul lavoro e le questioni ambientali.

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