Manifestazione nazionale a Roma sabato 28 novembre del pubblico impiego, compresa la scuola, per rivendicare il diritto al rinnovo del contratto, scaduto da oltre sei anni. E’ questa, secondo quanto si apprende, la decisione assunta nella riunione delle segreterie unitarie di Cgil, Cisl e Uil, confederali e di categoria che si dicono pronte anche allo sciopero generale. I Cobas hanno inoltre annunciato un’altra protesta contro la “Buona Scuola” che si terrà il 13 novembre sempre nella capitale.

Sull’onda dell’hashtag #contrattosubito, la richiesta è “un rinnovo dignitoso”, che per Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa significa un aumento medio di 150 euro sulle buste paga, altro che “una mancia come vorrebbe il Governo”. Il riferimento è ai 219 milioni di euro per il pubblico impiego stanziati nella legge di stabilità e che sarebbero destinati agli statali in senso stretto: un valore che “equivale a 5 euro al mese” per lavoratore, aveva subito attaccato il leader della Cgil, Susanna Camusso.

Intanto i sindacati avvertono che “se dalla politica non verranno risposte” metteranno in campo anche lo sciopero. L’eventualità trova d’accordo il leader della Uil, Carmelo Barbagallo: “Dopo sette anni è il meno che si possa fare”. Il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, insiste sulla linea secondo cui “la proposta del Governo per i dipendenti pubblici è talmente bassa che non è dignitosa, né per i lavoratori né tantomeno per chi l’ha fatta”.

La protesta, intanto, monta anche nei ministeri a partire proprio dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, in particolare contro il blocco degli stanziamenti per il salario accessorio che la manovra per l’anno prossimo lascia ancorati ai livelli del 2015: circa 2mila dipendenti del ministero del Mef, nella sede di via XX settembre, sono usciti dagli uffici e scesi nei cortili, ha riferito il sindacato Confsal-Unsa. Le Rsu hanno dichiarato “l’assemblea permanente” fino a venerdì e chiedono un incontro al ministro Pier Carlo Padoan.

Annunciato anche dai Cobas uno sciopero generale della scuola per il 13 novembre. La manifestazione nazionale si svolgerà tra il Miur e il Parlamento ed è stata decisa insieme “ad altre strutture sindacali”. “Non vogliamo la cattiva scuola di Renzi – ha detto il leader dei Cobas Piero Bernocchi – ma investimenti rilevanti per le strutture e il personale, dopo 20 anni di continui tagli alla scuola pubblica e ai salari di docenti ed Ata”.

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