“L’Italia usi i risparmi da minori interessi per ridurre il deficit invece che aumentare la spesa“. A scriverlo nel suo bollettino economico è la Bce, che si rivolge direttamente alla Penisola, al Belgio e alla Francia, oltre che a Irlanda e Portogallo, ricordando che questi Stati hanno accumulato “un consistente ritardo” nel consolidamento strutturale richiesto dalla regola del debito. Cioè quella che impone ai Paesi che hanno un debito superiore al 60% del Pil di ridurlo “a un ritmo adeguato”. L’avvertimento arriva dopo che il ministro delle Finanze Pier Carlo Padoan, in seguito all’annuncio di Renzi sulla cancellazione dell’Imu, ha spiegato che Roma intende utilizzare anche, come coperture, proprio i risparmi per i minori interessi sul debito.

L’Eurotower parte ricordando che il governo Renzi quest’anno avrebbe dovuto migliorare il suo deficit strutturale (la differenza tra entrate e uscite “depurata” dagli effetti del ciclo economico) del 2,1%. Invece, la Commissione Ue ha concesso uno sconto sulla base delle ‘attenuanti‘ costituite dalla recessione e dall’avvio delle riforme strutturali. Nel frattempo, una serie di fattori tra cui il piano di acquisto di titoli di Stato avviato da Mario Draghi ha ridotto la spesa per interessi sul debito rispetto a quanto indicato nei bilanci di previsione.

Nonostante tutto questo, scrivono gli analisti di Francoforte, “diversi Stati membri hanno aumentato la spesa primaria (ovvero la spesa pubblica al netto degli interessi) rispetto ai piani originari”. Segue il “consiglio”: gli esecutivi di Bruxelles, Parigi e Roma, ma anche Dublino e Lisbona, dovrebbero “utilizzare eventuali disponibilità straordinarie, connesse a una spesa per interessi inferiore alle attese, per la riduzione del disavanzo”. Peccato che nelle scorse settimane il presidente del Consiglio Matteo Renzi abbia annunciato l’intenzione di tagliare le tasse sfruttando presunti “margini di flessibilità” sui conti pubblici fino a una cifra di 17 miliardi di euro. In pratica 17 miliardi di deficit in più, aggiungendo ai 6,4 già indicati nel Documento di economia e finanza, che verrà aggiornato venerdì, ulteriori sconti in virtù di altre riforme in corso di approvazione (a partire da quella del Senato) e della “clausola degli investimenti“. Poi Padoan ha aggiustato il tiro evocando, appunto, il “tesoretto” creato dalla minore spesa per interessi.

Ma nel bollettino Bce ce n’è anche, su un altro fronte, per la Germania. Berlino, secondo l’Eurotower, non spende abbastanza per la manutenzione delle strade ma nemmeno per migliorare il proprio capitale umano: “Per quanto concerne i paesi che hanno già soddisfatto gli obiettivi di bilancio a medio termine, la Germania è stata esortata a incrementare ulteriormente gli investimenti pubblici in infrastrutture, istruzione e ricerca“.

 

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