Oltre centomila euro spesi in strumenti musicali. A carico del sistema sanitario nazionale. In particolare del Sert di Verona, il servizio per l’assistenza ai tossicodipendenti guidato, all’epoca degli acquisti, da Giovanni Serpelloni (nella foto), braccio destro dell’ex ministro Carlo Giovanardi, alfiere delle sue posizioni rocciosamente proibizioniste e per cinque anni, fino all’avvento del governo Renzi, direttore del Dipartimento delle politiche antidroga di Palazzo Chigi. La Ulss (così si chiamano le Asl in Veneto) di Verona lo ha licenziato per giusta causa a gennaio per un’altra vicenda tutta da chiarire, il tentativo di Serpelloni e di altri cinque medici di accampare diritti economici su un software sviluppato all’interno dell’azienda sanitaria pubblica. Nei giorni scorsi la sezione lavoro del tribunale di Verona lo ha reintegrato ravvisando un vizio di forma nella procedura di licenziamento, senza entrare nel merito del programma conteso. La Ulss 20, guidata da Maria Giuseppina Bonavina, ha vergato a stretto giro una delibera che sbarra al collaboratore di Giovanardi il ritorno al vertice del Sert, dopo la scoperta che la sua promozione a primo dirigente, nel 1999, avvenne senza alcun concorso.

Mentre sulla gestione Serpelloni indaga la procura di Verona, per reati che vanno dalla concussione all’estorsione alla tentata truffa, gli uffici dell’Ulss stanno catalogando il tesoretto musicale che ora giace inutilizzato nei magazzini del Sert. Quello che sta venendo fuori è un inventario di tutto rispetto, degno del celebre studio mobile dei Rolling Stones (guarda la gallery). Il pezzo forte è un microfono Neumann M149, che online costa circa 3.900 euro. Per capirci, è l’evoluzione di quello usato in sala d’incisione da Elvis Presley, Beatles, Led Zeppellin, Pink Floyd, U2… Poi ci sono due pianoforti digitali Yamaha P90 e P140, oltre 800 euro l’uno. Affiancati da 21 (ventuno!) tastiere Evolution Master usb, per comporre musica al computer. Altro pezzo da collezione, un basso Fender Precision, quattro corde di culto che vanno dai mille euro in su. E ancora, 14 casse acustiche, un pianoforte verticale, software per campionare suoni e persino un telescopio di cui nessuno ha ancora capito l’utilità.

Il pezzo forte è un microfono Neumann M149, che online costa circa 3.900 euro. Per capirci, è l’evoluzione di quello usato in sala d’incisione da Elvis Presley, Beatles, Led Zeppellin, Pink Floyd, U2

Medico, compositore, pittore (i suoi quadri facevano bella mostra alle pareti del Sert veronese). Sembra l’epitaffio di un genio rinascimentale, ma oggi come allora la grandeur artistica è a carico del contribuente. Serpelloni aveva allestito una vera e propria sala d’incisione nei sotterranei della palazzina bianca di via Germania dove ogni giorno decine di “tossici” arrivano in cerca di assistenza e terapie. L’etichetta “Dream on” sfornava cd per l’omonimo progetto “finanziato e patrocinato dal Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri” – si legge nel sito “Dreamonshow.it” – per tenere i giovani lontani dalle sostanze dannose attraverso la musica e la danza. Lo stesso Serpelloni scriveva i brani, tendenza ambient con sconfinamenti nell’hip hop gradito ai ragazzi. “Musiche composte ed eseguite da Giovanni Serpelloni, gentilmente donate a Dream on per il sostegno della lotta alla droga”, si legge per esempio nei credit del cd “Classic and Contemporary”, sfornato nel 2008 dallo studio di registrazione allestito al Sert, con tanto di marchietto della Regione Veneto.

“Gli acquisti risalgono a una decina d’anni fa, nell’ambito del progetto Dream On e sono legittimati da delibere di Regione e Ulss”, replica Serpelloni al Fatto. “Prima di parlare di spreco di soldi pubblici bisogna considerare quanti giovani sono stati beneficiati: migliaia, da Scampia a Bolzano. Al Sert facevo corsi di musica anche dopo l’orario di lavoro sottraendo tempo alla mia famiglia, le ventuno tastiere erano per uso didattico. La Ulss 20 ha un budget da un miliardo l’anno, non ricordo quanto sia stato speso in strumenti, ma sono stati impiegati sempre in attività di prevenzione”. Se è vero che in molte comunità di recupero la musica è utilizzata per coinvolgere gli ospiti in un’attività sana e positiva, non si conoscono però altri casi in cui sia stato un Sert a dotarsi di un’attrezzatura del genere.

Prima di parlare di spreco di soldi pubblici bisogna considerare quanti giovani sono stati beneficiati: migliaia, da Scampia a Bolzano

Per le sue posizioni oltranziste e “giovanardiane”, l’allora capo delle politiche governative antidroga è stato spesso bersaglio di polemiche. Mentre l’attuale senatore Ncd-Area popolare osannava la sua levatura “internazionale”, alcuni ricercatori lo hanno accusato senza mezzi termini di truccare i dati per avvalorare l’efficacia del pugno duro. E si ricorda persino, nel 2012, uno scontro con il “collega” Vasco Rossi, che su Facebook aveva attaccato il governo che “sbatteva in galera” quelli che Serpelloni definiva “persone malate da curare in modo adeguato”. Vasco la chiuse a modo suo augurandogli una “Norimberga dei proibizionisti”, il medico gli rinfacciò di non essere certo “un modello per i giovani” e di essersi abbandonato a “deliri”.

Ma la gloria passa, non solo quella artistica. Nel gennaio 2015 l’Ulss 20 ha licenziato Serpelloni e cinque medici del suo staff – decisione rara nella pubblica amministrazione – per il caso sorto intorno a Mfp, un software per la gestione dei pazienti sviluppato all’interno dell’Ulss 20 grazie a un finanziamento della Regione Veneto da 700 milioni di vecchie lire. Il software è stato poi adottato da molti altri Sert in giro per l’Italia. Il direttore generale Bonavina, entrata in carica tre anni fa, è entrato in possesso di una lettera, datata 9 dicembre 2013, nella quale Serpelloni e i suoi cinque collaboratori chiedevano alla Ciditech, la società che aveva ricevuto dalla Ulss veronese l’incarico per installazione e assistenza anche presso le altre unità sanitarie, “la corresponsione di 100mila euro”. Denaro da versare “alla Ullss 20 attraverso modalità che verranno in seguito comunicate”, si leggeva nel testo. Peccato che ai vertici dell’azienda sanitaria veronese sostengano di non averne mai saputo nulla.

L’uomo di Giovanardi licenziato dall”Ulss. La strana lettera che chiedeva 100mila euro per un software sviluppato con fondi pubblici

Nel frattempo la Guardia di Finanza acquisiva documentazione sull’affidamento di progetti per milioni di euro all’associazione Eihp (European Institute of Health Promotion), nel cui comitato scientifico figuravano diversi collaboratori di Serpelloni. Così è scoppiata quella che i giornali veronesi chiamano ormai “la guerra del Sert”, combattuta a colpi di denunce e ricorsi. Sul caso Mfp, ha stabilito il Tar del Veneto, dovrà pronunciarsi il tribunale ordinario. Intanto la Ulss 20 cerca un compratore interessato al tesoretto di microfoni e tastiere. O un ente pubblico a cui donarle, che almeno abbia la produzione musicale nella sua ragione sociale.

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