Prima le polemiche sull’immigrazione e lo scontro frontale con il leader della Lega Nord Matteo Salvini. Poi la rinuncia al convegno su Alcide De Gasperi a Trento per non alimentare ulteriori tensioni. Nonostante l’assenza, però, il segretario generale della Cei Nunzio Galantino ha reso pubblico il suo discorso che include un altro attacco tout court alla politica, definita “un puzzle di ambizioni personali all’interno di un piccolo harem di cooptati e di furbi”. Parole che hanno scatenato la reazione di partiti ed esponenti di governo, che lo accusano di essere qualunquista, “comunista” e “cooptato”. E che da lui si aspettano riflessioni “culturalmente più serie e fondate”.

Sul fronte governativo, interviene il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio che, pur definendosi “un cattolico adulto”, spiega di non apprezzare “un giudizio generalizzato, che non sa distinguere. Il rischio – ha detto a Repubblica – è che così si ingeneri nei cittadini un senso di sfiducia o un senso di rimpianto per il passato. Alimentare la nostalgia non fa bene, diventa uno stile qualunquista”.

Interviene sulle parole del segretario della Cei anche il leader del Carroccio. Che rispondendo su Radio 24 a chi gli chiede se Galantino non abbia ripreso il pensiero di Papa Francesco, dice: “Galantino ha sproloquiato, non mettiamo sullo stesso piano la cioccolata con qualcos’altro”. Invita il prelato e i “pochi altri” vescovi che sono “più a sinistra di Rifondazione comunista” a “togliersi la toga” e candidarsi col partito di estrema sinistra. Perché un conto è schierarsi con questa formazione politica, “un altro è la carità cristiana che deve avere dei limiti. Lo dicevano tantissimi vescovi più seri di questo Galantino, che non so da quale uovo di Pasqua sia uscito”. Anche la leghista Barbara Saltamartini segue le orme di Salvini e su Twitter scrive che il monsignore, che “ha oltrepassato ogni limite”, “offende tutta la classe politica in modo ingiustificato e privo di fondamenta”.

Critiche anche da Daniela Santanché di Forza Italia, che ritiene le dichiarazioni del vescovo “offese gratuite nei confronti di chi si impegna per la cosa pubblica”. E attacca usando le sue stesse parole: “Da che pulpito viene la predica. In quanto a cooptati, harem e furbi, evidentemente Galantino in quanto capo dei vescovi se ne intende assai”. E il collega forzista Maurizio Gasparri definisce il vescovo “principe dei cooptati senza consenso” che “predica male e razzola peggio”.

Pur ricordando di avere “manifestato il nostro dissenso dagli insulti rivolti da Salvini a monsignor Galantino e ad altri prelati”, Fabrizio Cicchitto di Ncd spiega che “oggi non possiamo fare a meno di marcare il nostro dissenso anche nei confronti dello stesso monsignore che per un verso si pone anch’egli su una dimensione mediatica e per altro verso opera generalizzazioni demonizzanti nei confronti di tutti coloro che oggi fanno politica”. Da lui, conclude Cicchitto, “ci aspettiamo analisi più serie, culturalmente più fondate, e più capaci di comprendere la realtà nella sua complessità e nelle sue contraddizioni e non battute a effetto per attirare l’attenzione dei media. Lasci questo tipo di operazione ad altri che svolgono un ruolo diverso dal suo”.

Smorza invece la polemica e si allinea al segretario Cei il presidente della commissione Bilancio della Camera Francesco Boccia (Pd), che anche sul tema immigrazione si è sempre schierato con lui.”Da uomo di chiesa – ha scritto su Twitter – anche stavolta è stato troppo buono, quell’harem purtroppo è sempre più affollato e ancora più grande”.

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