Se i conti pubblici tedeschi sono più floridi che mai è soprattutto per merito della crisi greca. Che ha avvantaggiato Berlino più di qualsiasi altro Stato europeo. Ad affermarlo è una ricerca pubblicata dall’istituto tedesco Halle institute for economic research (Iwh), che calcola in ben 100 miliardi di euro i risparmi ottenuti da Berlino tra 2005 e 2010 grazie al calo dei tassi di interesse dovuto alla crisi del debito. Durante periodi di instabilità economica, infatti, “gli investitori preferiscono investimenti sicuri”, spiega l’istituto. Per questo hanno acquistato in massa titoli di Stato tedeschi, determinando un calo dei rendimenti: “Ogni volta che ci sono state cattive notizie sulla Grecia, i rendimenti sui titoli tedeschi scendevano”.

Risultato: minori esborsi per le casse della Bundesrepublik per una cifra pari a oltre il 3% del pil. Risparmi che superano gli 82-86 miliardi del terzo piano di salvataggio per Atene e che compenserebbero totalmente il Paese delle perdite sostenute nel caso in cui la Grecia non restituisca completamente il suo debito. Di più: “Il pareggio di bilancio della Germania”, si legge nello studio, “si deve in gran parte al risparmio sui tassi interesse dovuto alla crisi del debito”. In ultima analisi, dunque, “la Germania in ogni caso ha tratto vantaggio dalla crisi greca”. Un verdetto sorprendente, nei giorni in cui la troika e il governo Tsipras stanno per chiudere i negoziati sul nuovo memorandum di austerità imposto a fronte dei nuovi aiuti ma Berlino con il suo ministro delle finanze Wolfgang Schaeuble continua a mettersi di traverso. Tifando per un nuovo prestito ponte e un negoziato più lungo. Il portavoce del governo, Steffen Seibert, ha ribadito lunedì che un accordo “accurato” è preferibile a una rapida intesa.

 

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