Parte in queste ore la protesta degli insegnanti contro il Disegno di legge la “Buona Scuola”. Da stasera fino al 12 maggio non ci sarà pace per il Governo e per il ministro della Pubblica Istruzione Stefania Giannini. Per la prima volta le sigle sindacali e il movimento dei docenti scendono in piazza uniti con una serie di manifestazioni. Si parte oggi con una sorta di autoconvocazione promossa sui principali social network dai docenti di tutt’Italia: alle 20,30 in oltre trenta piazze del Paese si terrà un flash mob. Da piazza Pretoria a Palermo a Verona di fronte all’Arena centinaia di insegnanti si presenteranno vestiti di nero e allo scoccare dell’ora “x” accenderanno un lumino rosso di quelli da cimitero restando immobili per cinque minuti.

La manifestazione che ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla lenta agonia della scuola pubblica, si terrà nelle principali città italiane: in piazza Plebiscito a Napoli; in piazza Gae Aulenti a Milano; in piazza Castello a Torino; in piazza Ferrari a Genova; davanti al Palazzo della Signoria a Firenze; alla scalinata Alessi a Catania; presso la fontana del Nettuno a Bologna; in piazza Margherita a Caserta; in piazza Grande a Modena ma anche a Viterbo davanti alla Prefettura; a Terracina, a Savona, Pescara, Molfetta, Lamezia Terme, Grosseto, Giarre in Sicilia, Cosenza, Andria, Aprilia e Albano. L’elenco delle convocazioni è lungo e gli insegnanti che hanno aderito da giorni stanno promuovendo la manifestazione in maniera autonoma grazie a Facebook, a Twitter e a WhatsApp.

Domani sarà la volta dello sciopero promosso da Usb, Anief, Unicobas, Athena, Usi, Autoconvocati, Cub, Or.Sa e Slai Cobas. L’Anief già nella giornata di giovedì ha promosso a Milano un sit-in ma il clou della protesta andrà in scena a partire dalle 10,30 di venerdì mattina: da tutt’Italia arriveranno docenti che si incontreranno in piazza della Repubblica a Roma da dove partirà il corteo che si dirigerà in piazza Montecitorio. Davanti al Parlamento dalle 15 alle 18 si terrà un presidio così anche alle 10 davanti al Miur si ritroveranno i lavoratori dell’ex Lsu Ata addetti alle pulizie degli istituti. “Saremo in piazza – spiegano gli organizzatori del sindacato di base – contro il potere assoluto assegnato ai presidi che potranno assumere e licenziare con grande discrezionalità e pianificare una didattica sempre più condizionata dalle compatibilità economiche, che varieranno tra singole strutture scolastiche a seconda dell’apporto dei privati e della capacità di attrarre finanziamenti dal 5 per mille, determinando così disuguaglianze ingiustificabili”.

Intanto sono sempre più gli insegnanti che aderiranno allo sciopero del 5 maggio proclamato da Flc-Cgil, Cisl, Uil, Snals e Fgu, nonostante l’intenzione del premier Matteo Renzi di scrivere una lettera ai docenti per spiegare la riforma. Si preannuncia un’adesione massiccia tanto da mettere a dura prova la prima prova Invalsi organizzata alla primaria proprio in quella giornata. Lo stesso giorno, infatti, i Cobas che da sempre protestano contro il test di valutazione, hanno proclamato uno stop delle lezioni che prosegue l’indomani e il 12 maggio. E per il 5 potrebbe esserci persino la decisione di rinviare la data del test alla primaria per non inficiare la prova.

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