L’Italia ha risposto questa mattina alle richieste di chiarimento della Commissione Ue sulla legge di Stabilità con una lettera del ministro Pier Carlo Padoan al vicepresidente Jyrki Katainen. Nella nota diffusa dal Tesoro – che persevera dunque nella linea della “trasparenza” che la settimana scorsa ha tanto irritato il presidente uscente José Manuel Barroso – si legge che Roma, in seguito alle richieste di Bruxelles, nel 2015 correggerà il deficit strutturale di 0,3 punti di Pil, pari a 4,8 miliardi, contro gli 0,1 punti previsti inizialmente. Si tratta dunque della “soluzione di compromesso” su cui da giorni l’esecutivo di Matteo Renzi si confrontava con le burocrazie di Bruxelles, che inizialmente, per volere dello stesso Barroso, erano orientate a pretendere un aggiustamento di 0,5 punti. Equivalenti a circa 8 miliardi. E’ passata invece la linea morbida del futuro numero uno della Commissione, Jean Claude Juncker, che si insedierà l’1 novembre. Il governo, recita la lettera firmata da Padoan, “si impegna ad adottare misure aggiuntive” per complessivi 4,5 miliardi di euro, sfruttando il “cuscinetto” di riserva messo da parte per ogni evenienza. In particolare 3,3 miliardi saranno presi dal fondo per la riduzione delle tasse, 0,5 miliardi arriveranno dalla riduzione delle risorse destinata al cofinanziamento ai fondi europei di coesione Ue e i rimanenti 0,73 miliardi dovrebbero essere ricavati da un’estensione del regime del reverse charge Iva, misura che, ricorda il documento, dovrà però ottenere il via libera dalle istituzioni europee.

Quanto alla domanda centrale contenuta nella missiva di Katainen, quella sul motivo per cui l’Italia ha deciso di rinviare il pareggio di bilancio al 2017, il ministro spiega che “l’output gap (cioè quanto l’economia è lontana dal suo andamento potenziale, ndr) in Italia dovrebbe rimanere estremamente ampio per gli standard storici nel 2014 e non diminuirà rispetto al livello ‘rappresentativo’ nel 2015″. Sta qui la spiegazione del posticipo del raggiungimento degli obiettivi di medio termine, deciso “al fine di poter affrontare tali inusualmente difficili condizioni economiche, che almeno per il 2014 e il 2015 dovrebbero essere considerate quali circostanze eccezionali“. Il finlandese Katainen, ancora per pochi giorni commissario agli Affari economici e monetari, ha fatto sapere che la Commissione Ue “accoglie con favore la collaborazione costruttiva dell’Italia”. Ricordando però che la “consultazione è ancora in corso” e che “mercoledì saranno pubblicate le analisi solo di quei Paesi con serie deviazioni”.

Il titolare di via XX Settembre – che conclude la lettera ringraziando “per il dialogo costruttivo nel corso degli ultimi giorni” e confidando nel fatto “che queste misure aggiuntive risponderanno a pieno alle preoccupazioni espresse” da Bruxelles – sottolinea poi che la legge di stabilità ha l’obiettivo di rilanciare l’economia italiana dopo lunghi anni di crisi che sono costati al Paese una contrazione del Pil del 9% rispetto al livello del 2008. “L’economia è ormai al suo terzo anno di recessione ed è a forte rischio deflazione – o di un prolungato periodo di inflazione molto bassa – e stagnazione. Un quarto anno di recessione è da evitare in tutti i modi”. “Di conseguenza – si legge ancora nella lettera – il governo italiano ha proposto un insieme di misure volte a ridurre al minimo questi rischi macroeconomici, dal momento che una politica di bilancio rigorosa sarebbe troppo rischiosa e forse controproducente in termini di dinamica del debito. Il governo si propone di attuare un aggiustamento di bilancio favorevole alla crescita basata su un miglioramento durevole legato a un’aumentata efficienza e qualità della spesa pubblica a tutti i livelli e tagli permanenti del cuneo fiscale sul lavoro”.

“Uno sforzo di stimolo all’economia che viene effettuato pur mantenendo i conti pubblici sotto controllo (il rapporto deficit/Pil resterà infatti anche nel 2015 sotto il 3%) e correggendo il deficit strutturale (appunto di circa tre decimi di Pil). E simultaneamente finanziando lo sforzo straordinario di effettuare quelle riforme strutturali lungamente attese che presentano costi aggiuntivi nel breve periodo” aggiunge la nota. Ed è appunto nel quadro dell’agenda di riforme che va inserita e giudicata la strategia di bilancio dell’Italia, scrive Padoan. “Proprio per questo motivo il governo ha deciso di avvalersi della flessibilità concessa dall’Europa e dalla legislazione nazionale, al fine ad attuare un ambizioso pacchetto di riforme strutturali volte a rafforzare il potenziale di crescita. Queste riforme avranno un impatto diretto sul potenziale di crescita e la sostenibilità del debito, consentendo in tal modo, in conformità con le leggi e le normative europee e nazionali, una deviazione temporanea dal percorso di convergenza verso l’obiettivo di medio termine”. Il processo riformatore “continuerà con ulteriori aggiustamenti nel mercato del lavoro e nella giustizia civile attesi all’inizio del prossimo anno”.

Il governo italiano assicura la Ue che il debito si trova su un “su percorso al ribasso” anche “grazie all’ambizioso piano di privatizzazioni pari a una media annua dello 0,7% del Pil”. “Alcuni ritardi, dovuti a condizioni avverse del mercato, saranno riassorbiti nei prossimi mesi”, è la promessa.

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