Riaperte le indagini sulla strage nazista di Sant’Anna di Stazzema (Lucca). A pochi giorni dal settantesimo anniversario del massacro avvenuto il 12 agosto 1944, in cui vennero uccisi 560 civili, la corte federale tedesca di Karlsruhe ha annullato la decisione della procura generale di Stoccarda che, nel maggio dell’anno scorso, aveva detto no alla riapertura delle inchiesta. Gli atti sono stati trasmessi alla procura di Amburgo. Adesso si apre la possibilità di un’incriminazione solo per Gerhard Sommer, all’epoca comandante di una compagnia che si macchiò della strage e condannato in Italia all’ergastolo nel 2007.

Si apre dunque un nuovo capitolo nella storia giudiziaria di una delle più cruente stragi compiute dall’esercito tedesco durante la Seconda Guerra mondiale. Nel 2005 si concluse il processo del tribunale militare di La Spezia, che condannò all’ergastolo 10 ex SS. Sentenza che fu poi confermata sia in appello che in Cassazione. Veniva stabilito che l’eccidio di Sant’Anna non fu una rappresaglia, ma un atto terroristico premeditato e pianificato in ogni minimo dettaglio. I nazisti, con il supporto dei fascisti locali, miravano a distruggere il paese e sterminare la popolazione, in modo da tagliare qualsiasi collegamento e appoggio ai partigiani che combattevano nella zona.

Ma in Germania l’inchiesta ha seguito una strada diversa. Il primo ottobre 2012 la procura di Stoccarda aveva deciso di non chiedere l’imputazione degli 8 ex SS all’epoca ancora in vita per l’impossibilità di provare, nonostante le indagini svolte, le loro responsabilità individuali e l’aggravante della premeditazione. Contro questa decisione – che il capo dello Stato Napolitano definì “sconcertante – hanno fatto ricorso i familiari delle vittime della strage, sostenendo che molte prove erano state trascurate e portandone di nuove, ma il 21 maggio 2013 l’istanza è stata respinta dalla procura generale di Stoccarda che ha deciso di non procedere nei confronti dei superstiti, tutti ultranovantenni e nel frattempo scesi a cinque. Adesso sono tre quelli ancora in vita, ma la decisione di oggi della corte federale di Karlsruhe apre la possibilità di una incriminazione per il solo ex ufficiale SS Sommer. Gli altri due sono stati ritenuti incapaci di affrontare il processo.

Il 12 agosto del ’44 a Sant’Anna vennero massacrati in tre ore 560 civili, tra cui 107 bambini. Donne, vecchi e ragazzini vennero rastrellati dalle loro case, ammassati in stalle e massacrati a colpi di mitra o con bombe a mano. Infine diedero fuoco a tutto, cadaveri compresi.

Il procuratore militare di Roma Marco De Paolis – contattato dall’Ansa – si dice “molto soddisfatto” per la riapertura delle indagini. “E’ difficile – dice – spiegare come per lo stesso fatto, con gli stessi imputati, ci possano essere da una parte dieci condanne all’ergastolo passate in giudicato e, dall’altra, una sentenza di archiviazione secondo cui non ci sono nemmeno i presupposti per fare un processo. La decisione della corte federale di Karlsruhe sembra riequilibrare questa discrasia, anche se mi riservo di leggere il provvedimento per una valutazione più approfondita”. “Certo – conclude De Paolis – la sola lettura del dispositivo è incoraggiante perché sembra allineare la giustizia tedesca a quella italiana e questo, anche per i familiari delle vittime della strage, assume un significato molto importante”. E proprio il presidente dell’associazione delle vittime, Enrico Pieri, lancia un appello: “E’ una buona notizia, ma ora bisogna far presto. Siamo tutti troppo vecchi”. “Siamo assetati di giustizia e non di vendetta” ha commentato invece il sindaco di Stazzema, Maurizio Verona.

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