Il responso di Regione Emilia Romagna e ministero delle Infrastrutture è unanime: il progetto per la realizzazione del Trasporto rapido costiero, 10 chilometri di linea da Rimini a Riccione al prezzo di 100 milioni di euro, andrà avanti come previsto. E non saranno ammesse varianti sostanziali al piano originale. E’ una sconfitta su tutti i fronti quella incassata dai detrattori della Tav Romagnola, in prima fila il sindaco della Perla Verde Renata Tosi, all’incontro convocato a Roma per discutere delle modifiche al progetto per la realizzazione del Trc, presentate proprio dal primo cittadino di Riccione nella speranza di fermare, o almeno modificare, il piano di costruzione del metrò di costa. Secondo il ministero, infatti, le variazioni proposte da Tosi al piano originale imporrebbero una correzione del tracciato, del quadro economico, delle aree di lavoro e delle tecnologie adottate, costringendo, di fatto, le parti a ricominciare da zero. Per adottare tali modifiche, definite “sostanziali” da Ettore Incalza, capo della struttura tecnica di missione del ministero, servirebbe l’intervento della Regione, presente a Roma attraverso l’assessore ai trasporti Alfredo Peri, che poi dovrebbe consultare il Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe). Ma a compiere quel passaggio, Peri si è detto non disponibile. E siccome gli enti locali sul progetto non hanno voce in capitolo, la questione si è chiusa con un via libera ai cantieri, con buona pace di cittadini e comitati, che mese dopo mese hanno manifestato e presidiato per fermare le ruspe, e dei partiti romagnoli che si erano impegnati per portare la questione nelle aule istituzionali: Movimento 5 Stelle e centrodestra di Renata Tosi capofila, il cui primo atto da sindaco era stato proprio firmare la delibera per bloccare i lavori fino al 30 giugno scorso, poi bocciata.

E tuttavia, la parola fine all’intera vicenda, per il sindaco Tosi, non è ancora scritta. “Abbiamo provato tutte le strade pacifiche a nostra disposizione, ma andremo avanti, non ci arrenderemo – assicura il primo cittadino – per prima cosa ricorreremo sulla delibera, e poi avvierò una fase di due diligence, cioè di verifica sui conti relativi al progetto. Li controlleremo uno per uno, attivando un ufficio permanente con due dipendenti, e inoltreremo i risultati al ministero. Sono certa che qualcosa verrà fuori”.

Che da sindaco di Riccione si sarebbe battuto contro il Trasporto rapido costiero, detto anche Tav romagnola, avviato nel 1994 per collegare Ravenna a Cattolica e poi ridimensionato in lunghezza, ma non nei costi, Renata Tosi l’aveva promesso anche in campagna elettorale: “E’ un’opera vecchia, pensata 20 anni fa che non ha più ragione di essere realizzata, molto invasiva sia a livello urbanistico, sia economico. Io mi batterò per fermarla”. E forse anche per questo la candidata civica con il sostegno del centrodestra si è aggiudicata le chiavi della città strappando la Perla Verde, per la prima volta da 70 anni, al centrosinistra, che sulla Tav romagnola si è sempre detto favorevole. “Le variazioni che ho proposto al tavolo convocato a Roma non imponevano necessariamente lo stop al progetto, ma intendevano affrontare i lavori con minori disguidi per la città, un impatto urbanistico più moderato e una riduzione della spesa – spiega Tosi – invece sono stata attaccata da Regione e ministero perché la coalizione che mi ha eletta è diversa dalla loro. Non hanno capito che io ora rappresento 35.000 cittadini”.

Oggi, spiega anche l’ex candidato a sindaco di Riccione per il Movimento 5 Stelle, Vincenzo Cicchetti, “fermare la Tav romagnola è impossibile, perché l’opera è già cantierata. Si può solo tamponare la ferita cercando di limitare disagi e costi, lievitati negli anni a 100 mila euro per appena 10 chilometri di linea costiera, 7 dei quali a senso unico, quindi niente affatto rapida, un po’ perché il percorso è angusto, un po’ perché Rimini ne ha approfittato per realizzare alcune opere necessarie, come i passaggi a livello, e un po’ perché la politica ci ha mangiato sopra”. L’unica strada percorribile, per Tosi, è aspettare le elezioni della nuova giunta regionale. “L’assessore Peri ha un cartellino con la data di scadenza attaccato addosso – sottolinea il sindaco – e spero che il suo successore, chiunque sia, valuti più seriamente le obiezioni mosse dal nostro territorio. Oggi comanda ancora, nel Pd, la vecchia politica, che pensa che i soldi pubblici vadano spesi necessariamente perché sono pubblici. Ma sbagliano, il Trc è un progetto di vent’anni fa, obsoleto e inutile, dispendioso da costruire e poi da mantenere attiva una volta pronto, e come sindaco andrò avanti per cercare una soluzione che salvaguardi la città e il benessere del nostro territorio”.

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