L’aviazione israeliana ha attaccato nella notte tra il 30 giugno e il primo luglio 34 obiettivi di Hamas a sud di Gaza. Continua la rappresaglia di Israele e la caccia ai presunti assassini dei tre ragazzi ebrei rapiti il 12 giugno in Cisgiordania. Un razzo lanciato da Gaza è caduto nelle scorse ore in un campo aperto vicino Sderot in Israele, senza causare né vittime né danni. Poco prima – riferiscono i media – nella zona sono risuonate le sirene di allarme.

A Jenin, nella notte soldati israeliani hanno ucciso un giovane palestinese che, secondo fonti militari, aveva scagliato contro di loro un ordigno. A Gerusalemme proseguono le consultazioni di governo. Nelle scorse ore il Consiglio di difesa del governo israeliano ha discusso a lungo le ripercussioni della uccisione dei ragazzi, ma non ha adottato decisioni operative. In serata il premier Benyamin Netanyahu ha convocato gli stessi ministri (assieme con il ministro degli Esteri, Avigdor Lieberman) per proseguire le consultazioni. Mentre in Cisgiordania l’esercito riduce il volume delle operazioni e si concentra nella zona di Hebron nella caccia a due ricercati palestinesi (Marwan Kawasmeh e Amar Abu Ayshe, entrambi membri di Hamas), la tensione ai margini della striscia di Gaza resta elevata. Nella nottata miliziani palestinesi sono tornati a sparare razzi verso la città israeliana di Ashqelon. Le famiglie dei tre ragazzi (Ghilad Shaar, Eyal Yifrach e Naftali Frenkel) si stringono nel loro dolore e compiono i preparativi per i funerali, che dovrebbero svolgersi in giornata. In Cisgiordania coloni ultrà hanno disseminato messaggi in cui esortano a vendicare l’uccisione dei tre ragazzi. L’esercito israeliano cerca adesso di impedire possibili attacchi di ritorsione da parte di estremisti ebrei contro palestinesi.

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