Diffide e controdiffide, minacce di cause legali e la Lega Calcio che prende tempo. L’assegnazione dei diritti tv della Serie A per il triennio 2015-18 diventa così un tutti contro tutti, con il serio rischio che il bando trascini in aula di tribunale Sky e Mediaset con esiti sanguinosi per le società, che del miliardo di euro in ballo hanno bisogno subito che finanziare il calciomercato. Il tutto con un quarto attore in campo, Infront, advisor della Lega di proprietà di Marco Bogarelli, uomo molto vicino a Mediaset. E ieri, durante l’assemblea svoltasi a Milano, proprio Infront avrebbe esposto ai club un’interpretazione del bando che porterebbe a una spartizione equa dei pacchetti A e B, quelli che assicurano l’esclusiva delle 8 maggiori squadre sul satellite e sul digitale terreste. Una relazione che avrebbe trovato l’ok di 16 società sulle 20 chiamate ad esprimersi.

Sky invoca trasparenza. Mediaset: “È turbativa d’asta”
Era esattamente quello che temeva il colosso di Rupert Murdoch, che sotto il profilo economico ha presentato le migliori offerte per entrambi i pacchetti, assicurandosi – in teoria – l’esclusione di Mediaset dalla fetta più grossa e redditizia della torta. Per questo, poco prima dell’inizio della riunione, dagli uffici di Sky è partita una lettera di diffida al presidente della Lega Calcio Maurizio Beretta affinché l’assegnazione sia all’insegna della trasparenza: “È un passo a cui siamo stati costretti – scrive l’emittente – perché il rispetto delle regole è sempre fondamentale e in questa gara noi abbiamo fatto le offerte più alte”. Ad accompagnare l’atto ufficiale una lettera che ricorda ai presidenti delle società quanto Sky abbia investito nel calcio italiano, assicurando entrate cospicue nelle casse dei club. Lo scatto legale dei rivali, ha portato Mediaset a presentare una controdiffida nei confronti del competitor, reo secondo Cologno Monzese di aver determinato con la sua interferenza lo slittamento della decisione a mercoledì pomeriggio, quando i presidenti torneranno a riunirsi a ventiquattr’ore dalla scadenza dei termini per l’assegnazione dei diritti. Il Biscione accusa Sky di “turbativa d’asta e concorrenza sleale” e minaccia “una richiesta di risarcimento danni nei confronti della stessa Sky e della Lega Calcio in caso di assegnazione congiunta dei pacchetti A e B”. 

Le due interpretazioni
L’oggetto del contendere è proprio questo. Secondo Sky il bando – già passato al vaglio della autorità di vigilanza lo scorso aprile – dovrebbe premiare le offerte più alte (e sarebbero quelle del colosso di Murdoch) senza porre veti all’acquisto di entrambi i pacchetti più importanti; secondo Mediaset, invece, è “totalmente contro le regole assegnare in esclusiva a un operatore pay – si legge nel comunicato – le partite di otto squadre con l’86 per cento dei telespettatori”. Per questo, sostiene l’emittente, il pacchetto sarebbe stato duplicato durante la scrittura del bando, prevedendo due lotti identici per satellite e digitale, così da garantire la diffusione delle stesse gare a Sky e Mediaset, sulle rispettive piattaforme di “competenza”. Non prevarrebbe, dunque, pur se specificato nel bando, il criterio economico invocato da Sky che anzi secondo Cologno avrebbe invaso il campo per disturbare il concorrente. L’unico veto imposto dalle regole del bando e dalla legge Melandri, sostengono invece gli uomini di Murdoch, sarebbe relativo al solo acquisto di tutti i pacchetti. Uno scenario impossibile poiché gli uffici di Rogoredo non hanno presentato alcuna offerta per il pacchetto E (match sul web e mobile).

La Lega attende: gli scenari possibili
I club prendono tempo, anche se la posizione prevalente in assemblea sarebbe quella di appoggiare l’interpretazione dell’advisor, che consentirebbe di massimizzare i profitti. Assegnare il pacchetto satellitare a Sky e quello digitale a Mediaset, infatti, garantirebbe anche l’assegnazione del pacchetto D (relativo alle partite delle squadre minori) all’emittente berlusconiana, che è in vantaggio con i 301 milioni messi nel piatto, vincolati però all’acquisto di uno dei due lotti principali, nonostante però queste restrizioni nelle offerte non siano previste nel bando. La manovra, secondo Sky, sarebbe quindi una forzatura alle regole stabilite con un palese cambio di rotta a partita in corso che favorirebbe il Biscione. E la mossa decisiva per riammettere Mediaset al banchetto sarebbe arrivata proprio dall’advisor tanto vicino a Cologno Monzese e a otto club di A, per conto dei quali cura il lato commerciale. Mercoledì la Lega deve prendere una decisione. Se venisse sposata la linea Sky, Mediaset trascinerebbe la vicenda in tribunale. Nel caso in cui i club – come pare che avvenga – decidessero di avallare la tesi di Infront, Sky porterebbe avanti la sua battaglia legale. In alternativa i club potrebbero nuovamente decidere di non decidere, annullando il bando. Un taglio netto al problema ma al tempo stesso anche alla credibilità del sistema calcio italiano, già ieri muto alla fine dell’assemblea. I presidenti hanno sfilato davanti ai microfoni senza rilasciare dichiarazioni ufficiali, il numero uno della Lega Beretta ha deciso di non scendere nella sala stampa di via Rosellini. Un silenzio che vale più di mille parole.

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