Uno scambio di embrioni nella procedura di fecondazione assistita, un errore che ha permesso a una donna di rimanere incinta di due gemelli che non sono suoi. È successo al “Sandro Pertini” di Roma e l’unità di fisiopatologia per la riproduzione e la sterilità è stato chiusa. La notizia è riportata dal quotidiano La Stampa che racconta come per questo caso la Regione Lazio abbia deciso il blocco dell’attività.

L’errore sarebbe avvenuto il 4 dicembre dello scorso anno, quando quattro coppie si sono sottoposte alla procedure. Una delle donne è rimasta incinta che però secondo il test genetico non sono compatibili con i profili dei genitori. Ora c’è una commissioni di indagine, voluta dal presidente del Lazio Nicola Zingaretti, con il direttore del centro Vitaliano De Salazar (da poco nominato) e presieduta dal rettore di Tor Vergata, il genetista Giuseppe Novelli. La prima domanda è capire se quel 4 dicembre ci sono stati altri errori, capire come è potuto succedere e anche determinare se i due gemelli sono compatibili tra loro, parzialmente o totalmente. Ora si dovrà cercare di spiegare alle coppie che non erano state avvertite cosa è successo e procedere ad altri esami e test. Poi certamente sarà aperta un’inchiesta dalla Procura di Roma. La commissione inizierà il suo lavoro lunedì 14 aprile. “Abbiamo appreso della vicenda dai giornali. Ci sarà una ispezione del ministero per verificare le procedure” dice il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin

“È già stato avviato l’iter del ministero della Salute che tramite il Centro Nazionale Trapianti svolgerà un’ispezione all’ospedale Sandro Pertini a Roma” dopo il “gravissimo caso segnalato da fonti giornalistiche sul presunto scambio di embrioni nel centro di fecondazione assistita dell’ospedale”, il ministero “intende verificare il percorso seguito dal centro, il rispetto delle procedure previste dalle leggi e le ragioni per le quali non ne sia stata data tempestiva informazione all’autorità centrale“. “Le normative nazionali che attuano le direttive europee nel settore cellule e tessuti specifiche per la fecondazione assistita sono molto rigorose: le procedure indicate nelle norme, se applicate correttamente, garantiscono la tracciabilità di tutto il materiale biologico nel percorso di fecondazione assistita”. 

Intanto La Asl Roma B è ancora in attesa del “test di conferma definitivo“. Il direttore generale della Asl Vitaliano De Salazar in un comunicato precisa “che è pervenuta all’Azienda in data venerdì 27 marzo una comunicazione che segnala una presunta incompatibilità genetica per una fecondazione assistita effettuata in data 4 dicembre 2013 presso il centro interessato. Su tale comunicazione la Asl Roma B si è immediatamente attivata chiedendo la produzione della documentazione medica di supporto e di effettuare un test di conferma definitivo e, ad oggi, si attende di poter procedere”. Nella nota il direttore generale della Asl romana spiega anche che “si è comunque proceduto all’immediato blocco prudenziale di nuovi arruolamenti e al rafforzamento delle procedure in essere per la corretta identificazione di ogni singolo passaggio operativo”.  “La Direzione Generale, ferma restando la necessità di dare con immediatezza a tutte le coppie trattate nella seduta di cui trattasi ogni possibile supporto e assistenza, ritiene di rivolgere a tutte le altre coppie che si sono già servite del Centro di procreazione assistita un messaggio di serenità precisando che, qualora fosse confermato quanto segnalato, si tratterebbe  – dice De Salazar – un evento isolato e accidentale che non deve generare preoccupazioni o dubbi nelle famiglie”. 

 

“Voglio esprimere piena fiducia e sostegno al nuovo direttore della Asl Roma De Salazar –  dice il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti – il quale, nominato da poco e venuto a conoscenza della vicenda, si è mosso con rapidità, determinazione e professionalità per fare piena luce sul caso. Voglio esprimere, altresì, la massima fiducia nell’operato della autorevole commissione dei cinque esperti che la Asl ha insediato per chiarire a livello scientifico e senza ombra di dubbio quanto sarebbe avvenuto nell’ospedale Sandro Pertini – dice Zingaretti in una nota -. È chiaro che, nel valutare gli esiti della commissione con la massima attenzione, andremo fino in fondo per essere vicini alla famiglia coinvolta e colpendo senza indugio qualsiasi errore o mancanza dovesse emergere dall’indagine, per ridare serenità agli operatori e a tutti i cittadini che si rivolgono all’ospedale Pertini”. 

 

La cronaca, in passato, ha già raccontato di casi di scambi di embrioni. In passato è successo in Germania, in Gran Bretagna e anche in Italia. In Emilia-Romagna una coppia di genitori ebbe due gemelli di pelle scura nel 2000 anche se denunciarono l’errore quattro anni dopo la nascita. Sempre nel 2004 in un centro medico torinese si era verificato uno scambio di provette al momento della donazione del seme da parte di due coppie perché i due uomini aveva donato il seme nella provetta destinata all’altro. L’errore però in quel caso era stato scoperto mezz’ora dopo l’inseminazione nell’utero.

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