”Quanto successo ci costringe a fare verifiche immediate per evitare ripercussioni su Expo2015”. In particolare per scongiurare che “si blocchino i lavori”. Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia, il giorno dopo l’inchiesta che ha svelato “manovre occulte” sugli appalti del grande evento del 2015, e una “piena consapevolezza dei vertici della Regione” sulle pratiche illegali, è preoccupato soprattutto dei tempi. ”La priorità adesso è di evitare che le operazioni che Infrastrutture Lombarde faceva su Expo fermino i lavori dell’Esposizione, visto che siamo con i tempi piuttosto tirati – ha proseguito Maroni, che tra l’altro interveniva a un’iniziativa per la Giornata della legalità-. Il rischio c’è e voglio evitarlo”. Maroni ha annunciato che “tra oggi e domani” saranno sostituiti “i dirigenti di Infrastrutture Lombarde coinvolti nell’inchiesta delegati dalla Regione a seguire i cantieri Expo”.

A dargli man forte è intervenuto il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, all’incontro in Regione Lombardia per la valutazione del primo anno di mandato della giunta Maroni: “Abbiamo una grande priorità che è Expo e non possiamo perderci in polemiche e iniziative legali e giudiziarie. Dobbiamo concentrarci sull’esecuzione dei lavori e portare avanti la parte infrastrutturale, che sarà un fattore fondamentale per il successo dell’esposizione. Ho un timore tremendo -prosegue Squinzi- e mi auguro che non succeda nulla perché Expo è una grande occasione per uscire dalla crisi”. Il numero uno di viale dell’Astronomia sottolinea che “nel momento in cui vedo queste bufere che si addensano sull’Expo esprimo la mia preoccupazione e la speranza che ci sia la volontà di arrivare a farlo nei tempi dovuti, ferma restando l’assoluta indipendenza della magistratura”.

Ma a confermare l’allarme è l’ex assessore lombardo alle Infrastrutture Raffaele Cattaneo, attuale presidente del consiglio regionale per l’Ncd, che ha seguita tutta la partita Expo essendo stato in giunta con Roberto Formigoni dal 2006 al 2012: ”Per Expo per me c’è un rischio serio, perché conosco il ruolo importantissimo che Infrastrutture Lombarde ha” su una serie di opere necessarie all’Esposizione universale di Milano.

Nell’inchiesta che ieri ha portato all’arresto di otto persone, fra le quali l’ex direttore generale della spa regionale dalla quale passano tutti i grandi appalti, Antonio Giulio Rognoni, i capi d’accusa non riguardano direttamente Expo2015, come ha voluto chiarire anche oggi il direttore generale Giuseppe Sala. Ma nell’ordine di custodia cautelare firmato dal gip Andrea Ghinetti sono ampiamente documentate le manovre dello stesso Rognoni sugli incarichi relativi ai cantieri dell’Esposizione universale, affinché “i soggetti assegnatari fossero stati individuati con largo anticipo…”. Per gli inquirenti, sicuramente è stata “gravemente turbata” una gara del valore di 1,2 milioni di euro riguardante l’affidamento “a professionisti esterni dei servizi legali” di attività di “supporto e assistenza ad Expo 2015 spa”. Ed è ancora Rognoni il protagonista di “manovre occulte finalizzate a pilotare gli affidamenti tecnici presso al direzione lavori nell’ambito delle opere di realizzazione della cosiddetta ‘Piastra’ Expo…”, uno dei principali interventi urbanistici in programma, appalto poi finito all’azienda Mantovani, già nel mirino della Procura di Venezia per presunte tangenti e fatture false un anno fa.

Maroni ha risposto in modo prudente alle domande sui vertici della società arrestati. “Io non rottamo nessuno – ha detto -, ho il rispetto delle persone e quindi voglio prima capire che cosa è successo, voglio leggere gli atti e poi faremo le nostre valutazioni”. In attesa di questo, l’attenzione del presidente è per i lavori dell’Expo. “Ci sono tante attività di coordinamento che Infrastrutture Lombarde faceva su Expo – ha spiegato -, sulla Piastra. Attività molto complesse. Sono state coinvolte persone che operativamente erano lì. Stamattina c’è stata una riunione del Comitato direttivo di Infrastrutture Lombarde, per prendere i primi immediati provvedimenti”. Dunque, ha concluso il presidente della Regione, “non dobbiamo perdere tempo e dobbiamo garantire la continuità delle iniziative, tenendo presente che cosa è successo”. Si tratta comunque di “fatti che riguardano il passato”, ha concluso Maroni, rimandando la palla nel campo del suo predecessore Roberto Formigoni, a cui Rognoni era legato. Anzi, Maroni ha smentito di aver indicato Rognoni come possibile sub commissario Expo in rappresentanza della Regione, notizia circolata sui giornali nei giorni scorsi. Da mail scritte dall’ex dgRognoni nel 2008, in piena era Formigoni dunque, scrive il gip Ghinetti, “si ottiene la definitiva conferma che i conferimenti dei contratti legali erano chiaramente viziati, ma si denota soprattutto la piena consapevolezza di tutte le parti in causa di agire in un ambito di diffusa illegalità, compresi i vertici della Regione Lombardia”.

E Giuliano Pisapia, sindaco di Milano, altro grande “azionista” di Expo2015? ”Sarei preoccupato se non ci fossero gli arresti e le azioni della magistratura”, ha commentato davanti a una platea di studenti al teatro Dal Verme, anche lui impegnato nella Giornata della Legalità. “Il fatto che invece ci sono mi fa dire che ci sono i controlli, l’attenzione e gli anticorpi affinché vincano quelli che tengono alla legalità”.

Anche il commissario unico per Expo Giuseppe Sala ha voluto chiarire che, anche di fronte alle inchieste, la macchina di Expo non può permettersi neppure “un’ora di ritardo e questo devo garantire”.

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