Bene le intenzioni, specialmente sul lavoro, ora seguano i fatti. Questo, in sintesi, il commento di Bruxelles davanti agli annunci del governo Renzi. L’Europa “accoglie con favore le riforme annunciate mercoledì dall’Italia, le valuterà non appena avrà i dettagli legislativi, ma ricorda l’importanza di rispettare le regole del patto di stabilità, cioè il pareggio in termini strutturali e di essere in regola con la regola del debito“, ha fatto sapere il commissario Ue agli Affari economici Olli Rehn tramite il suo portavoce, cancellando così ogni dubbio sul peso delle indicazioni analoghe arrivate dalla Bce in mattinata che Roma avrebbe invece voluto sminuire. Poche ore dopo, intervenendo a un convegno sull’Europa, il premier ha risposto così: “L’Italia vuole tenere i conti in ordine non perché ce lo chiede la Ue ma perché ce lo chiedono i nostri figli. Usciamo dal derby ‘ce lo chiede l’Europa, non ce lo chiede l’Europa’”, ha aggiunto Renzi.

LE RACCOMANDAZIONI UE – In particolare, Bruxelles “accoglie con favore l’intenzione del governo di semplificare il quadro istituzionale e i processi decisionali, anche chiarificando le responsabilità tra i differenti livelli del governo; di nominare un’autorità anticorruzione; di accelerare il pagamento dei debiti della p.a. e di rispettare i termini contrattuali stabiliti dalla direttiva pagamenti”, ha detto Simon O’Connor, portavoce di Rehn. Inoltre viene vista con favore “l’intenzione di ridurre le tasse sul lavoro soprattutto attraverso i risparmi identificati dalla spending review”. Ma “allo stesso tempo, ricordiamo la necessità per l’Italia di rispettare i suoi impegni verso il patto di stabilità e di crescita, specialmente visto il suo debito molto alto. L’Italia è nel braccio preventivo del Patto, che significa che deve concentrarsi sul raggiungimento del suo obiettivo di medio termine (Mto) ovvero il pareggio di bilancio in termini strutturali e, legato a questo, è il rispetto della nuova regola del debito”. La Commissione quindi, “in linea con la comunicazione sugli squilibri macroeconomici adottata la scorsa settimana, si aspetta che tutti i dettagli delle riforme siano inseriti nel Piano nazionale di riforme (Pnr) e tutte le misure di bilancio dettagliate nel programma di stabilità”. Entrambi devono arrivare a Bruxelles ad aprile, e saranno valutati a giugno quando arriveranno le raccomandazioni e diranno se gli sforzi “sono adeguati alle sfide”.

LE PAROLE DELLA BCE – Insomma, se non è una stroncatura è sicuramente un chiaro avvertimento che sgombra il campo dagli equivoci, visto che fa il paio con le indicazioni emerse nella mattinata di giovedì dal Bollettino mensile della Bce davanti alle quali il Tesoro si era affrettato a smarcarsi sottolineando che non potevano riferirsi agli annunci governativi di mercoledì sera. “Finora non sono stati compiuti progressi tangibili in Italia verso ulteriori misure di risanamento” e per il taglio del debito, come chiesto dalla Commissione Europea, si legge nel Bollettino di Francoforte che ricorda come il deficit italiano sia rimasto al 3% nel 2013 contro il 2,6% raccomandato dall’Europa. L’Eurotower di Mario Draghi ha quindi chiesto che Roma faccia “i passi necessari”. E’ importante, sottolinea ancora il bollettino “effettuare i necessari interventi affinché siano soddisfatti i requisiti previsti dal meccanismo del Patto di stabilità e crescita”. Soprattutto per quanto riguarda la riconduzione del rapporto debito-Pil “su un percorso discendente, come segnalato anche di recente dalla Commissione europea”. L’obiettivo del 2,6% deve essere raggiunto nel 2014. E su quei decimi di punto percentuale di spazio di manovra – quantificati in circa 6 miliardi di euro – si gioca anche parte della riserva finanziaria dalla quale il governo vuole attingere per innescare la ripresa. “E’ una pubblicazione programmata e quindi non è una risposta agli annunci di ieri. Certamente con la Bce ci sarà modo di confrontarci e di spiegare le strategie di medio periodo che l’Italia intende perseguire”, ha fatto sapere alle agenzie di stampa il dicastero di Padoan che poi, davanti ai messaggi di Rehn, non ha più potuto replicare.

LA REPLICA DI RENZI – Il governo italiano rispetta tutti gli impegni che ha con l’Europa ma “dobbiamo fare in modo che l’Europa sia l’Europa dei popoli e dei cittadini e non solo dei vincoli”, ha detto il premier Renzi parlando ad un convegno sull’Europa ala Camera. “Dobbiamo rivolgerci al passato come granitico punto di riferimento ma non dobbiamo avere paura di scrivere una pagina significativa e dire che il futuro che ci riguarda lo vogliano costruire e non subire”, ha detto citando il segretario generale Dag Hammarskjold “Al passato grazie, al futuro sì”.

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