Il re del contrabbando si racconta. Nel libro-intervista “Lo spallone”, il giornalista Fabrizio Capecelatro ha raccolto le vicende del boss camorrista Ciro Mazzarella, per decenni dominatore assoluto del traffico di sigarette nel nostro Paese, narrate dalla sua stessa voce. Il volume sarà presentato venerdì 8 novembre 2013, alle 19, all’Auditorium dell’Umanitaria (via San Barnaba, 48 – Milano) da Peter Gomez, direttore de ilfattoquotidiano.it, e Piero Colaprico, giornalista de La Repubblica.

La camorra, il ruolo delle multinazionali, la Guerra Fredda, i nuovi traffici. Nel libro-intervista, Ciro Mazzarella, detto o’ scellone (lo spallone), racconta gli inizi della sua “carriera” di contrabbandiere nell’immediato dopoguerra con il traffico di materiale dismesso dagli Americani. Poi il riformatorio, le prime attività nel contrabbando di benzina e gasolio, per passare quindi al “mestiere delle sigarette”. È l’inizio di un’ascesa che lo porterà alla costruzione di un vero e proprio impero illegale: 200 miliardi di lire di giro d’affari, per un profitto netto di oltre 6 miliardi mensili, secondo la commissione d’inchiesta parlamentare del 1996. 

Nel libro di Capecelatro, la storia di Mazzarella scorre in parallelo a quella del contrabbando che sta conoscendo negli ultimi anni una nuova fortuna. “Dopo il petrolio, sono le sigarette a far girare l’economia mondiale: in fumo si bruciano un sacco di soldi”, spiega o’ scellone nel libro-intervista. A livello mondiale sono circa 660 miliardi le sigarette illegali in circolazione, un traffico che di fatto rappresenta la terza azienda del pianeta nel settore. Nella sola Italia il 10% delle sigarette è illegale, con un danno stimato di oltre 2 miliardi di euro annui per le casse dello Stato. Crisi economica, inasprimento delle norme per la vendita ai minori, incremento della tassazione sui tabacchi lavorati sono le principali cause della ripresa. Con il fenomeno del contrabbando tradizionale cresce anche quello delle sigarette contraffatte che arrivano dalla Cina via Dubai per poi transitare dai porti del Tirreno, dello Ionio e dell’Adriatico verso i Paesi in cui prezzo e tassazione sono più alti.

“Ho cercato di capire la sua mentalità” spiega l’autore a ilfattoquotidiano.it. “Mazzarella si sente un giusto, crede di essere dalla parte della ragione”. Fabrizio Capacelatro chiarisce il pensiero del boss camorrista: “Non si è mai pentito perché non ha mai creduto che i valori dello Stato fossero meglio dei suoi”. E cita un passaggio delle dichiarazioni dello “spallone”: “Dicono che io sia l’anti-Stato. Ma chi dice che io non sia lo Stato e loro l’anti-Stato?”. 

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