Lavoro questo sconosciuto. In Italia quattro giovani (15-24) su dieci attivi non ha lavoro e complessivamente gli italiani disoccupati sono oltre 3 milioni, dato in aumento rispetto al mese precedente dell’1,4% e del 14,5% su base annua. I dati Istat fotografano una situazione desolante del pianeta lavoro. Per i sindacati è “allarme” e Confindustria parla di “dramma”.

Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) ad agosto balza al 40,1%, in rialzo di 0,4 punti percentuali su luglio e di 5,5 punti su base annua. Un vero e proprio record perché viene così superata per la prima volta la soglia del 40% e raggiunto il livello più alto dall’inizio sia delle serie mensili (2004) sia trimestrali (1977). Tra i 15 e i 24 anni le persone in cerca di lavoro sono 667 mila. L’Istituto di Statistica specifica che si tratta di un dato riferito al mese di agosto (stime provvisorie e destagionalizzate). Il record disoccupazione giovanile in Italia viene confermato anche da Eurostat. Peggio solo la Spagna con il 56%, ma probabilmente sarebbe superata dalla Grecia: manca il dato di agosto ma a giugno era al 61,5%. Nell’Eurozona la disoccupazione giovanile ad agosto è al 23,7%. La più bassa in Germania (7,7%) e Austria (8,6%).

Istat: “In Italia oltre 3 milioni di disoccupati”. In termini generali la disoccupazione in Italia ad agosto sale al 12,2%, in rialzo di 0,1 punti percentuali su luglio e di 1,5 punti su base annua. L’Istat aggiunge come sia stato uguagliato il massimo già raggiunto a maggio, il livello più alto dall’inizio sia delle serie mensili, gennaio 2004, sia delle trimestrali, primo trimestre 1977. Il numero di disoccupati ad agosto, pari a 3 milioni 127 mila, aumenta dell’1,4% rispetto al mese precedente (+42 mila) e del 14,5% su base annua (+395 mila).  Ad agosto gli occupati risultano 22 milioni 498 mila, sostanzialmente invariati rispetto al mese precedente e in diminuzione dell’1,5% su base annua (-347 mila). Il tasso di occupazione, pari al 55,8%, rimane invariato in termini congiunturali e diminuisce di 0,8 punti percentuali rispetto a dodici mesi prima. 

Rispetto al mese precedente la disoccupazione ad agosto cresce sia per la componente maschile (+1,7%) sia per quella femminile (+1,0%). Anche su anno la disoccupazione cresce sia per gli uomini (+18,9%) sia per le donne (+9,4%). Il tasso di disoccupazione maschile, pari all’11,7%, aumenta di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 1,9 punti nei dodici mesi; quello femminile, pari al 12,9%, aumenta di 0,1 punti rispetto al mese precedente e di 0,9 punti su base annua.  

Il numero di individui inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuisce ad agosto dello 0,3% rispetto al mese precedente (-42 mila unità) e dello 0,8% rispetto a dodici mesi prima (-113 mila). Il tasso di inattività si attesta al 36,3%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,2 punti su base annua. Il numero di inattivi diminuisce nel confronto congiunturale per effetto del calo della componente femminile (-0,7%), mentre aumenta quella maschile (+0,4%). Anche su base annua si osserva una crescita dell’inattività tra gli uomini (+1,7%) e un calo tra le donne (-2,1%). 

Uil e Cisl: “Dati allarmanti”, Confindustria: “Dramma”. La Uil considera “allarmanti i dati diffusi oggi dall’Istat sulla disoccupazione (12,2% ad agosto). “Continua a crescere la disoccupazione – dice il segretario generale Uil, Luigi Angeletti a margine del convegno a Cnel – ma la cosa allarmante è che la speranza di trovare lavoro per i giovani in Italia è più che negli altri paesi, anche più che in Spagna nonostante il tasso di disoccupazione sia più alto”. Angeletti ha ricordato che la gran parte dei disoccupati italiani lo sono da lungo tempo e che introdurre nuove regole nel mercato del lavoro non basta. “Solo la crescita economica può servire – ha detto – abbiamo bisogno di un governo che prenda decisioni” a partire dalla riduzione della pressione fiscale sul lavoro. I nuovi dati sulla disoccupazione, con quella giovanile al 40,1% “danno la misura della cruda realtà del Paese. C’è bisogno di un sussulto di responsabilità da parte di ciascuno, cosa che noi chiediamo – dice il segretario Cisl Raffaele Bonanni -. I dati di oggi sono il segno di tutto ciò che non va, la differenza che c’è tra quello che serve e quello che purtroppo è. Si correggono rimettendo a posto le questioni di Governo, bisogna far crescere la responsabilità, garantire che ci sia un governo che governi e superare rapidissimamente questa situazione. Bisogna dare corso a quello che si stava preparando, un confronto tra il Governo e le parti sociali su tasse, spesa pubblica e punti utili di politica industriale per invertire la rotta”.

 “Con tre milioni e 100mila disoccupati abbiamo segnato un record storico dal dopoguerra per il nostro Paese” dice il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi parlando all’Assemblea generale degli industriali di Avellino. Una situazione definita preoccupante perché ci sono, a giudizio di Squinzi, difficoltà anche per chi ha un lavoro “con sei milioni e 700mila ore di cassa integrazione autorizzate nel solo 2012”. Per Squinzi non deve essere sottovalutato neanche “l’alto numero di imprese cessate”. E colpisce “la forte riduzione delle nuove iscrizioni, come se la crisi stesse influenzando lo spirito imprenditoriale e la voglia stessa di fare impresa”.

Il dato sulla disoccupazione giovanile diffuso oggi dall’Istat “è il vero dramma del Paese” e per questo “chiediamo la responsabilità di tutte le forze politiche” perché ci sia “un governo che lavori per consentire l’aggancio dell’Italia alla ripresa – afferma il vicepresidente di Confindustria, Aurelio Regina – . E’ necessario che il governo prenda a riferimento le tasse sul lavoro e sulle imprese, perché questa è la priorità, in questo modo si riattivano i consumi e si incentivano le imprese ad assumere”: insomma, sintetizza, “chiediamo che il governo nella Legge di stabilità dia spazio a un deciso taglio del cuneo fiscale”: il Paese “ha bisogno di risposte urgenti, abbiamo poco tempo.  

Rapporto Cnel: “Ragazzi più attivi, ma più disoccupati”. Intanto proprio la questione della performance del lavoro è tema di un rapporto del Cnel (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro). In particolare per quanto riguarda la questione giovanile non si arresta il fenomeno dei Neet (“not in employment, education or training”): la quota di ragazzi che non hanno un’occupazione e al tempo stesso non sono a scuola o in formazione si attesta al 23,9% della popolazione giovanile, con punte di 35% nelle regioni del Mezzogiorno. Più attivi sul mercato, ma più disoccupati o sotto inquadrati rispetto ai livelli di istruzione conseguiti, i giovani confermano ancora una volta il vuoto che esiste tra i risultati del sistema formativo e la domanda di lavoro ed il progressivo incremento del fenomeno dell’over-education. I giovani sono inoltre più frequentemente working poor, lavoratori a basso salario, che accettano condizioni lavorative, che li espongono al rischio di indigenza, pur di entrare nel circuito produttivo. Peraltro, la maggiore disponibilità a prestazioni saltuarie e non inquadrate ha determinato la crescita del lavoro nero in tutto il Paese.

Nell’Eurozona disoccupazione stabile, in Germania al 5,2%. La disoccupazione nell’Eurozona rimane stabile ad agosto al 12,0% rispetto a luglio rileva Eurostat, sottolineando che anche nell’Ue a 28 Paesi il tasso risulta stabile al 10,9%. In entrambe le aree, i tassi sono aumentati rispetto ad agosto 2012, quando erano rispettivamente pari all’11,5% e al 10,6%. Ad agosto 2013, 26,6 milioni di uomini e donne erano disoccupati nell’Ue a 28, di cui 19,17 nella zona euro. Rispetto a luglio, il numero di disoccupati è rimasto pressoché stabile sia nel complesso dell’Unione sia nell’area della moneta unica. Nel confronto con agosto 2012, il numero di disoccupati è aumentato di 882 mila nell’Ue a 28 e di 895 mila nella zona euro. 

Tra gli Stati membri, i tassi di disoccupazione più bassi sono stati registrati in Austria (4,9%), Germania (5,2%) e Lussemburgo (5,8%), e i più alti in Grecia (27,9% a giugno 2013) e Spagna (26,2%). Rispetto ad un anno fa, il tasso di disoccupazione è aumentato in sedici Stati membri, è caduto in undici ed è rimasto stabile in Polonia. I maggiori incrementi sono stati registrati a Cipro (12,3% al 16,9%) e in Grecia (24,6% al 27,9% tra giugno 2012 e giugno 2013). Le maggiori diminuzioni sono state osservate in Lettonia (15,6% al 11,4% tra il secondo trimestre del 2012 e 2013) ed Estonia (10,1% al 7,9% tra luglio 2012 e luglio 2013). 

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