Angela Merkel ha vinto, ma non avrà la maggioranza assoluta perché le mancano 5 seggi. In un Paese in cui la tratta dei parlamentari è difficile anche solo da immaginare, sono due gli scenari possibili: o l’alleanza con i socialdemocratici o quella con i Verdi. In realtà, a livello numerico, ci sarebbe – almeno teoricamente – anche una terza opzione, ovvero una grande coalizione di centro sinistra che riunisca l’Spd e i Grünen con la Linke (Gregor Gysi, uno dei leader della Linke, ha ribadito la sua apertura quantomeno a “tenere dei colloqui” con gli amici/nemici socialdemocratici).

Dalle reazioni dei supporter dell’Spd alla notizia che i liberali (alleati della Merkel nel governo uscente) non sarebbero entrati in parlamento (4,8% per loro, per la prima volta nella storia sotto la soglia di sbarramento) si può pensare che un accordo con la Merkel sia stato già occasione di discussione interna, così come del resto lasciano percepire le parole dell’ex candidato cancelliere Peer Steinbrück che ha confermato come lui non farà parte di un eventuale governo, ma ha da dato via libera al partito. Il loro eventuale apporto nella prossima squadra di governo sarebbe comunque tutto da valutare. Seppure abbia guadagnato il 2,7% rispetto al 2009, con il 25,7% dei consensi l’Spd ha comunque registrato il suo secondo peggiore risultato di sempre.

Difficile immaginare un cambio di regia in ottica europea. I risultati spostano, almeno a livello partitico, il Parlamento a sinistra, “bocciando” sia lo spauracchio rappresentato dal cosiddetto partito anti-euro Alternative für Deutschland (che con il 4,7% ha comunque realizzato il migliore risultato mai raggiunto da una formazione appena formatasi) che i liberali dell’Fdp (4,8%) guidati da quel Rainer Brüderle che non ha mancato lo scorso marzo di ricordare come un’Italia fuori dall’euro sia possibile. Durante la scorsa legislatura l’Spd ha sempre appoggiato, con il voto in parlamento, tutte le proposte della Cdu/Csu in materia di Unione Europea ed euro. Se è vero che ad inizio campagna elettorale Steinbrück aveva cercato di portare il tema dell’Unione europea all’interno del confronto sottolineando le responsabilità mancate dalla Germania, con il passare delle settimane sia lui che la Merkel hanno quasi escluso la questione dai loro dibattiti. La Cancelliera è tornata a parlarne in maniera convincente solo ad una decina di giorni dalle elezioni, ribadendo l’importanza dell’Euro, solo per allontanare il rischio di un possibile successo di Alternative für Deutschland (fino a quel momento completamente ignorato da ogni sua uscita pubblica). Sarà necessario sottoscrivere un programma condiviso e probabilmente l’Europa sarà uno dei punti di cui discutere, ma nonostante la netta presa di posizione netta della Merkel sugli Eurobond (“mai con la Cdu/Csu al governo”), nel caso di una nuova Grosse Koalition, non sarà difficile trovare un punto di incontro.

Il possibile cambio di marcia potrebbe arrivare solo nel caso in cui la Merkel decidesse di rischiare la propria popolarità interna in cambio di un prestigio internazionale che ancora, almeno nei paesi del Sud Europa, non è riconosciuto a causa della sua pretesa di austerità nei conti pubblici. Quella di ieri sarà molto probabilmente la sua ultima vittoria elettorale personale (in passato aveva dichiarato che si sarebbe ritirata dalla politica a 60 anni, ora ne ha 59), sa bene che dietro di lei ha un partito che, nonostante i successi, l’ha spesso sostenuta controvoglia. Il volersene allontanare ulteriormente per caricarsi sulle spalle il futuro di un’Europa più unita e responsabile potrebbe essere un sogno legittimo, anche se difficile da immaginare viste le sue scelte passate sempre improntate dal navigamento a vista. Allo stesso tempo, quella stessa austerity tanto predicata fuori dai confini nazionali, non è stata certamente il fil rouge della sua campagna elettorale interna dove la sua più importante proposta, ovvero un nuovo piano di sostegno pubblico alle famiglie con la promessa di non aumentare le tasse, è già stato liquidato da molti esperti come inattuabile a causa degli eccessivi costi che comporterebbe. Con il voto i tedeschi hanno ribadito che nonostante tutto si fidano ancora di lei: la Merkel si limiterà ad accontentarli sulla politica interna o li guiderà verso una nuova fase non solo della storia tedesca, ma europea tutta?

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