La Chiesa come “un ospedale da campo dopo una battaglia”. E’ l’immagine usata da papa Francesco in un’intervista rilasciata a Civiltà Cattolica, per descrivere le difficoltà attraversate dalla Chiesa. “E’ inutile chiedere a un ferito grave se ha il colesterolo e gli zuccheri alti: si devono curare le sue ferite, poi potremo parlare di tutto il resto”. Quindi, “le riforme organizzative e strutturali sono secondarie, cioè vengono dopo”, perché “la prima riforma deve essere quella dell’atteggiamento”. E il cambio di atteggiamento invocato da Bergoglio deve verificarsi investe anche una serie di temi tradizionalmente delicati per la Chiesa, come l’omosessualità, l’aborto e il ruolo della donna.

Nelle parole del pontefice, per “curare le ferite e di riscaldare il cuore dei fedeli, la vicinanza, la prossimità, bisogna cominciare dal basso“. Al contrario, “la Chiesa a volte si è fatta rinchiudere in piccole cose, in piccoli precetti. La cosa più importante è invece che i ministri della Chiesa devono innanzitutto essere ministri di misericordia“. Per papa Francesco, infatti, “i ministri del Vangelo devono essere persone capaci di riscaldare il cuore delle persone, di camminare nella notte con loro, di saper dialogare e anche di scendere nella loro notte, nel loro buio senza perdersi. Il popolo di Dio vuole pastori e non funzionari o chierici di Stato”. E ancora: “Credo che ci sia sempre bisogno di tempo, per porre le basi di un cambiamento vero, efficace: questo è il tempo del discernimento”.

La Chiesa deve andare incontro alle persone e, dunque, anche a omosessuali e divorziati risposati. Interpellato sul tema, Bergoglio risponde: “Bisogna sempre considerare la persona. Qui entriamo nel mistero dell’uomo. Nella vita Dio accompagna le persone, e noi dobbiamo accompagnarle a partire dalla loro condizione. Bisogna accompagnare con misericordia”. Il papa racconta che a Buenos Aires gli scrivevano delle persone omosessuali, “che sono feriti sociali, perché mi dicono che sentono come la Chiesa li abbia sempre condannati”. E torna sulla sua frase “Chi sono io per giudicare i gay?”. “Dicendo questo – ricorda – io ho detto quello che dice il Catechismo”.

Altro tema affrontato dal pontefice quello dell’aborto. Se una donna ha interrotto la gravidanza, ma la cosa “le pesa enormemente”, e, inoltre, “è sinceramente pentita”, il Papa invita alla misericordia nei suoi confronti. “Il confessionale – dice il papa – non è una sala di tortura, ma il luogo della misericordia nel quale il Signore ci stimola a fare meglio che possiamo. Penso anche alla situazione di una donna che ha avuto alle spalle un matrimonio fallito nel quale ha pure abortito. Poi questa donna si è risposata e adesso è serena con cinque figli. L’aborto le pesa enormemente ed è sinceramente pentita. Vorrebbe andare avanti nella vita cristiana. Che cosa fa il confessore?”, si domanda il Papa. E sulla questione femminile aggiunge: “E’ necessario ampliare gli spazi di una presenza femminile più incisiva nella Chiesa“. “Bisogna lavorare di più per fare una profonda teologia della donna“, spiega il pontefice. “Il genio femminile è necessario nei luoghi in cui si prendono le decisioni importanti”.

Il papa è interpellato anche sulla sua fede politica.”Il mio modo autoritario e rapido di prendere decisioni”, spiega, “mi ha portato ad avere seri problemi e ad essere accusato di essere ultraconservatore. Ma non sono mai stato di destra”. E del suo predecessore Benedetto XVI dice: “Ha fatto un atto di santità, di grandezza, di umiltà. E’ un uomo di Dio”.

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