“Grillo non è un parlamentare. Io sono favorevole allo ius soli”. E se il leader M5S dice il contrario? “Ciò che scrive sul suo blog equivale a quello che può scrivere Scalfari su Repubblica”. Perché la linea 5vStelle “va decisa dai cittadini con la democrazia diretta”. Il deputato M5S Alessandro Di Battista prende in un primo momento le distanze dal leader del suo movimento che si è schierato contro la proposta del neo ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge per una legge sulla cittadinanza. Poi in serata “ritratta” sul suo profilo facebook dove puntualizza: “La mia posizione sullo Ius Soli è questa – linkando il post del leader M5S – e non perchè lo scrive Beppe ma perchè la penso così”. Poi augura a tutti “buon fine settimana” e non risponde più al telefono. 

Sul suo blog Grillo ha scritto che in Europa lo ius soli non esiste “se non con alcune eccezioni estremamente regolamentate”. Poi l’attacco alla sinistra: “Dalle dichiarazioni della sinistra che la trionferà (ma sempre a spese degli italiani) non è chiaro quali siano le condizioni che permetterebbero a chi nasce in Italia di diventare ipso facto cittadino italiano. Lo ius soli se si è nati in Italia da genitori stranieri e si risiede ininterrottamente fino a 18 anni è già un fatto acquisito. Chi vuole al compimento del diciottesimo anno di età può decidere di diventare cittadino italiano”. Regole che possono essere cambiate solo attraverso un referendum. 

Di Battista, però, invita Grillo a frenare sulla linea da “dettare” al Movimento, anche se specifica: “Non sono però io a decidere. Il Movimento 5 Stelle è favorevole alla democrazia diretta, quindi saranno i cittadini a decidere. Naturalmente per la democrazia diretta è fondamentale che i cittadini siano correttamente informati”. Alla domanda se sia giusto che un figlio di tunisini nato e cresciuto in Italia non sia cittadino italiano, Di Battista risponde: “Non è giusto.E’ più italiano il figlio di immigrati nato e cresciuto in Italia piuttosto che un argentino, nipote di italiani, che l’Italia non l’ha mai vista. E’ una questione di diritti fondamentali tra cui il diritto alla cittadinanza”. Allo stesso tempo, aggiunge, “non può esere considerato cittadino italiano il figlio di una straniera che viene in Italia a partorire e poi se ne va. Io penso – prosegue Di Battista – che serva un certo numero di anni di permanenza in Italia”. Poi, in serata, la parziale “smentita” su facebook, dove il deputato dichiara di pensarla come l’ex comico. 

Un tema, quello della cittadinanza agli stranieri, che già in passato aveva provocato accese discussioni, anche dentro ai 5 Stelle, dopo le prese di posizione contrarie espresse dallo stesso Grillo. E che in mattinata era tornato con un post non firmato (e pubblicato nella colonna dei mini-post del blog) ma evidentemente, se non attribuibile allo stesso Grillo, in linea con le posizioni del Movimento e del suo capo. Lo Ius soli, che “in Europa non esiste” è una regola che “può naturalmente essere cambiata – prosegue Grillo – ma solo attraverso un referendum nel quale si spiegano gli effetti di uno ius soli dalla nascita”. Infatti questa non può essere una decisione “lasciata a un gruppetto di parlamentari e di politici in campagna elettorale permanente”. Inoltre, il dibattito non dovrebbe rimanere circoscritto all’Italia. “Ancor prima del referendum – conclude il post – lo ius soli dovrebbe essere materia di discussione e di concertazione con gli Stati della Ue. Chi entra in Italia, infatti, entra in Europa”.

LE REAZIONI, LA RUSSA: “CONDIVISIBILE” – L’idea del referendum piace anche a Fratelli D’Italia. “Finalmente una posizione chiara e condivisibile da Grillo: no allo ius soli salvo referendum”, dichiara Ignazio La Russa, presidente del movimento. Il problema, però, è che in Italia non esiste il referendum propositivo. “Grillo evidentemente non lo sa, ma pazienza! – prosegue La Russa –  bisogna che ci sia un impegno sin d’ora a promuovere un referendum abrogativo se la maggioranza votasse una legge siffatta. Fratelli d’Iitalia sicuramente sarebbe in prima linea nella raccolta delle firme”.  

NICHI VENDOLA: “GRILLO CONDIVIDE LE OPINIONI DI LA RUSSA” –  “In un Paese che ha conosciuto l’oltraggio e la vergogna delle leggi razziali e della Bossi-Fini, Grillo evidentemente pensa che la bandiera dei diritti e dell’accoglienza non debba sventolare”. Così Nichi Vendola, leader di Sinistra ecologia e libertà, risponde alla richiesta di un referendum avanzata dall’ex comico genovese. Poi replica all’ironia di Grillo, che qualche giorno fa aveva postato un fotomontaggio in cui era raffigurato a braccetto con La Russa. “Grillo vuole denigrare Sel. Lui, invece, non ha nemmeno bisogno di un fotomontaggio perchè -ha detto Vendola- condivide le opinioni di La Russa”.

LIVIA TURCO (PD): “GRILLO GETTA LA MASCHERA – “Grillo, getta la maschera. Innanzitutto, dimostra di non conoscere la legge italiana e gli effetti paradossali che produce sulla vita di tanti giovani. Grillo non si è accorto, nella sua disanima molto superficiale della legislazione europea, che in quella italiana ci sono due semplici parole che la rendono anomala ed arretrata rispetto alla legislazione degli altri paesi d’Europa?”, fa sapere Livia Turco, presidente del forum immigrazione del Partito democratico. “La prima – aggiunge – aver vissuto ininterrottamente per diciotto anni in Italia come condizione per presentare la domanda di cittadinanza. Questo significa escludere, da questa possibilità, tanti ragazzi che magari, per motivi familiari, sono costretti a tornare nel loro Paese per uno o due anni e poi tornare in Italia. Questa circostanza è lesiva di un diritto ed è fonte di molte discriminazioni”, afferma Livia Turco. “La seconda parola -prosegue- è che al compimento del diciottesimo anno il giovane ha solo dodici mesi per presentare la domanda, altrimenti perde il diritto. Un tempo così ristretto non esiste in nessun paese europeo. Grillo non vuole cambiare neppure queste due parole discriminatorie?”.

GASPARRI (PDL): “INUTILE PERDITA DI TEMPO” – “Se non fosse una battuta sarebbe comunque una inutile perdita di tempo. Su questo tema non si scherza”. A bocciare la presa di posizione di Grillo è ì il vice presidente del Senato Maurizio Gasparri. “La concessione della cittadinanza -aggiunge Gasparri- ha implicazioni di carattere sociale e culturale tali da non poter essere ridotte ad un quesito referendario. Le stesse che non faranno mai dello ius soli una legge dello Stato italiano. E’ comunque positivo che perfino Grillo si renda conto che la questione va decisa in ambito europeo e che automatismi e demagogie non hanno spazio”, conclude l’esponente del Pdl.

DI PIETRO (IDV): “IUS SOLI BATTAGLIA DI CIVILTA'” –  Antonio Di Pietro replica a Grillo via twitter. ”Chi nasce in Italia deve avere glistessi diritti dei cittadini italiani. Idvsi è impegnata per ius soli perchè è battaglia di civiltà”, scrive. 

FERRERO (PRC): “ACCAREZZA RAZZISMO” – ”Il no di Beppe Grillo alla cittadinanza sulla base dello ius soli svela un suo vizietto: la ricerca del consenso sulla pelle dei migranti e l’accarezzare il razzismo invece di contrastarlo”. Lo sottolinea, in una nota, Paolo Ferrero, segretario del Partito della rifondazione comunista. “Il referendum su tale questione è impossibile dal punto di vista giuridico come Grillo dovrebbe sapere – sottolinea poi Ferrero – sicchè si tratta semplicemente di uno stop dettato con ogni probabilità dalla volontà di assecondare certe spinte razziste ben presenti, purtroppo, in Italia”.

BAGNASCO (PRESIDENTE CEI): “CHI APPRODA IN EUROPA TROVI DOVEROSA INTEGRAZIONE” – Il cardinale Angelo Bagnasco rimanda “le forme di attuazione del problema alla politica”. Comunque il presidente della Cei  rileva che “è in gioco il diritto fondamentale della persona che in quanto tale deve essere salvaguardato. Il problema -ha ribadito Bagnasco- esiste perchè bisogna fare in modo che chi approda in Europa trovi una doverosa integrazione”.

BOLDRINI: “MODALITA’ DEVONO ESSERE DISCUSSE DALLA POLITICA” – “Il tema della cittadinanza è da tempo all’attenzione della politica, ed è importante che continui ad esserlo. Le modalità per definirne i termini devono essere discusse dalla politica. Ma si tratta di uno dei temi contemporanei, che devono essere all’attenzione dei partiti”, ha detto alla stampa il presidente della Camera, Laura Boldrini

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