Bruxelles lancia un avvertimento all’Italia. La chiusura della procedura di deficit eccessivo nei confronti del Paese attesa per maggio, secondo l’Unione europea, potrebbe essere a rischio a causa della proposta da 40 miliardi annunciata nei giorni scorsi da Vittorio Grilli per pagare, almeno in parte, debiti dello Stato nei confronti delle aziende italiane stimati di 150 miliardi di euro. Per l’anno in corso, in seguito al pagamento degli arretrati della pubblica amministrazione alle imprese, il disavanzo potrebbe salire al 2,9 per cento. Dunque, la Commissione europea vorrebbe evitare uno scenario in cui chiuderebbe la procedura per deficit eccessivo a maggio, per doverla riaprire qualche mese più tardi, nel caso di un disavanzo superiore al 3 per cento, in violazione dei criteri fissati dal Patto di stabilità.

”Per beneficiare della flessibilità menzionata dalla dichiarazione dei commissari Ue Olli Rehn e Antonio Tajani risalente al 18 marzo scorso è necessario che l’Italia soddisfi le condizioni per l’abrogazione della procedura per deficit eccessivo attualmente in corso”, ha spiegato il portavoce di Rehn, Simon O’Connor. Alcune settimane fa dai due commissari era infatti arrivata l’apertura alla possibilità di conteggiare in maniera flessibile il peso dei pagamenti arretrati della pubblica amministrazione nei confronti di imprese e fornitori su deficit e debito pubblico.

In una conferenza stampa a febbraio, Rehn aveva inoltre lasciato intendere che la procedura per l’Italia si avviava verso la chiusura a maggio, quando la Commissione pubblicherà le sue prossime previsioni economiche. Bruxelles a febbraio prevedeva infatti un deficit per l’Italia al 2,9 per cento nel 2012, e al 2,1 per cento nel 2013. Ma, da allora, l’opinione di Bruxelles si è fatta più rigida, fino all’avvertimento lanciato oggi.

Il premier Mario Monti ha rassicurato però che “l’Italia sarà fuori dalla procedura per deficit eccessivo nell’aprile 2013, anticipando i tempi previsti, e “dovrà evitare di avere nuove divergenze”, spiegando che la presa di posizione della Commissione europea sul pagamento dei debiti arretrati della pubblica amministrazione “non significa un via libera illimitato ad un aumento del debito pubblico e del deficit”. Il presidente del consiglio ha continuato dicendo che “il governo non poteva adottare subito un decreto per i pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione”. E ha precisato che “non si poteva fare senza presentare preliminarmente una nota di variazione del Documento di economia e finanza, ma ora appena le Camere approveranno il parere il governo presenterà il decreto in tempi operativi”. Per mettere a punto il provvedimento sui pagamenti dei debiti arretrati “sono già previsti per i prossimi giorni incontri con le parti sociali e le amministrazioni pubbliche per definire le modalità dei pagamenti”, ha aggiunto Monti.

Sugli ultimi sviluppi che riguardano i debiti della pubblica amministrazione è intervenuto anche il sindaco di Napoli. “L’impegno che il governo sembrava essersi preso sullo sblocco dei pagamenti alle imprese va mantenuto al più presto”, ha avvertito Luigi de Magistris. “Altrimenti i sindaci non dovranno aspettare un minuto di più e operare da soli, senza attendere un governo che prima ci ha messo in ginocchio ed adesso sta scappando”. 

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