Finalmente sono arrivati i numeri della legge di stabilità. Non è una manovra a saldo zero, perché l’indebitamento aumenta di circa un miliardo e mezzo nel 2013. Difficile che le famiglie percepiscano la riduzione delle aliquote Irpef. Mentre non ci sono né significative riallocazioni di spesa né cambiamenti nella struttura del gettito.

di Tito Boeri, lavoce.info 23.10.2012

Da ormai tre settimane si discute della legge di stabilità senza avere i numeri. Eccoli finalmente. Non è saldo zero come sostenuto dal governo. In realtà l’indebitamento aumenta di circa un miliardo e mezzo nel 2013.

Dall’Irpef alla spending review

La manovra lorda (tra maggiori entrate e minori spese) è di circa 10 miliardi.
La riduzione delle aliquote Irpef è solo in parte compensata dall’abolizione di alcune deduzioni e detrazioni. Complessivamente il prelievo Irpef si riduce di circa un miliardo. Dato che spesso beneficiari di riduzioni e vittime dell’eliminazione dei tax breaks sono le stesse famiglie, difficile che l’operazione venga percepita.

Le riduzioni di spesa consistono principalmente nei soliti tagli alla spesa locale. La spending review vale circa un miliardo e mezzo, una goccia nel mare dei capitoli di spesa che dovevano essere soggetti a verifica. Dalla nota di Palazzo Chigi si apprende che su due terzi di questi la spending review non è neanche partita. Ci sono anche nuove spese che vengono destinate principalmente alla cosiddetta detassazione dei salari di produttività, una misura che in tutti questi anni non è riuscita a stimolare la contrattazione di secondo livello. Gli altri interventi (vedi trasporto pubblico locale e agevolazioni autotrasportatori; Anas e Ferrovie) sono rinnovi di vecchie disposizioni.

Complessivamente una manovra inutile. Non migliora i saldi, anzi li peggiora seppur leggermente e non procede a riallocazioni di spesa (o a cambiamenti nella struttura del gettito) significative.

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