Indipendenza Catalogna
Foto di Karma Peirò

Se vi raccontassi che sono ancora emozionata per la grande manifestazione che si è tenuta martedì, 11 settembre a Barcellona, a favore dell’Indipendenza della Catalogna, probabilmente non mi capireste.

Ma non ero sola: più di un milione e mezzo di persone (secondo la polizia) hanno percorso le strade insieme a me, sventolando le bandiere catalane al grido di: In-di-pen-den-za

 

Forse penserete che siamo poco realisti, che è impossibile che una piccola nazione come la Catalogna, ufficialmente di 7,6 milioni di persone si separi da un paese tanto grande come la Spagna. Altri, tra quelli che mi leggono, crederanno che non siamo solidali perchè ora che le cose vanno male economicamente, vogliamo separarci dal resto degli spagnoli.

Non ci sono risposte semplicistiche a queste obiezioni. In così poco spazio, argomentare che per secoli siamo andati accumulando disaccordi con la Spagna che si sono scontrati con i nostri meccanismi sociali, economici, storici, culturali e politici sarebbe poco.

 

Indipendenza Catalogna
Foto di Karma Peirò

Ad ogni modo, la Festa nazionale della Catalogna è servita per ascoltare le voci del popolo che chiede la scissione dalla Spagna.

Se questo fosse possibile, la Catalogna sarebbe un piccolo paese all’interno dell’Unione Europea? Essere ammessi come tale porterebbe via tempo, lo sappiamo.

Potremmo essere economicamente indipendenti dalla Spagna? Che significa esattamente questo? Dovremmo rescindere le nostre attività, come catalani, dalle imprese del resto della Spagna? Per ora, i nostri grandi pilastri economici sono il turismo e le esportazioni.

Sono anni che riflettiamo su questo. Quali sono i vantaggi e i rischi di questa separazione? Che credibilità hanno le nostre entità finanziarie all’estero? I nostri politici sono preparati per fare questo salto? I dubbi ci invadono quando cerchiamo risposte a queste grandi incognite.

Artur Mas, il presidente del governo catalano, ha già risposto al milione e mezzo di manifestanti: l’obiettivo è dotare la Catalogna di strumenti per la piena supremazia economica…nel suo discorso ha chiesto a istituzioni, associazioni civiche e partiti politici catalani di unirsi per raggiungere l’obiettivo. Non sarà facile, ma tutto è possibile se c’è la volontà e la capacità di resistere, ha aggiunto.

Il popolo catalano ha la speranza e il morale alti per ora. Almeno, fino al prossimo appuntamento di Artur Mas con il presidente spagnolo, Mariano Rajoy, il 20 settembre. 

Lì si muoveranno di nuovo le pedine della scacchiera. E spero che non sia per proclamare lo scacco matto all’Indipendenza della Catalogna.

A presto!

leggi anche “Essere o non essere salvati, questo è il dilemma”

(Traduzione dallo spagnolo di Alessia Grossi)

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