Il consiglio di Stato ha sospeso l’Area C di Milano, la zona all’interno del centro cittadino in cui gli automobilisti  possono entrare soltanto pagando 5 euro al giorno. Il provvedimento è stato fortemente voluto dalla giunta Pisapia. La suprema corte amministrativa ha accolto l’appello di un garage con sede in centro, Mediolanum Parking. Quindi, fino almeno alla metà di settembre, il ticket per il centro di Milano dovrebbe essere sospeso. Il Tar si era espresso in modo opposto.

Precisamente, a ribaltare la sentenza del Tar Lombardia del sei giugno, è stata la Quinta sezione del consiglio, ravvisando un pericolo per l’interesse economico del gestore del parcheggio. Il consiglio ha sospeso cautelativamente il provvedimento e ora toccherà al Tar lombardo fissare l’udienza di merito. Per effetto di questa decisione il Comune informa che a partire da domani il provvedimento Area C è sospeso. “Rispettiamo l’ordinanza del Consiglio di Stato, che comunque contraddice numerose decisioni del Tar Lombardia che si era espresso in modo inequivocabile respingendo tutte le richieste di sospensiva presentate”. 

Siamo certi che Area C – afferma l’assessore alla mobilità Pierfrancesco Maran – sarà confermata dall’udienza di merito che auspichiamo possa essere fissata nel più breve tempo possibile. L’Area C, continua l’assessore in sei mesi “ha ridotto il traffico del 34% nel centro città, il numero degli incidenti e ha consentito ai milanesi di respirare meno sostanze velenose”.  

Immediata la presa di posizione da parte di Legambiente che si dice “sconcertata dalla decisione del consiglio di Stato. Damiano Di Simine presidente di Legambiente Lombardia ha spiegato: “Ci pare paradossale e inaudito che con una sentenza venga fatto prevalere l’interesse di un singolo operatore su quello di una intera città”.

MANI PULITE 25 ANNI DOPO

di Gianni Barbacetto ,Marco Travaglio ,Peter Gomez 12€ Acquista
Articolo Precedente

Taranto, gli operai Ilva bloccano le strade per protestare contro l’ipotesi sequestro

next
Articolo Successivo

Napoli, nelle pieghe dell’inchiesta della Dda, i rapporti tra camorra e istituzioni

next