Rischio ‘esodati-bis’ nella sanità a causa della spending review. E’ quanto pronostica il segretario del Partito Democratico Pier Luigi Bersani all’indomani dell’approvazione del decreto legge sui tagli alla spesa pubblica. Un provvedimento – ha detto Bersani in una nota – in cui ci sono “cose buone” ma ce ne sono anche altre “da correggere”. E soprattutto c’è il rischio che sui tagli sulla sanità si faccia “il bis della vicenda esodati“.

“Nel decreto – ha detto il leader del Pd – ci sono cose buone e le appoggeremo con convinzione. Ci sono anche cose da correggere. Quello che soprattutto non va riguarda il taglio delle risorse agli enti locali, già troppo indeboliti, e l’intervento sulla sanità. In particolare – ha aggiunto per spiegare il suo paragone – per ciò che riguarda la sanità, l’errore è prima di tutto tecnico. Non c’è sufficiente comprensione di come funzioni nella realtà il servizio sanitario nazionale. Si rischia il bis della vicenda esodati: avere cioè più confusione che risparmio”.

“Siamo pronti a ragionare su altre soluzioni discutendo con il governo e le Regioni e in Parlamento” ha aggiunto il segretario democratico, che non ha mancato di riservare una stilettata al Pdl: “Ci auguriamo che tutte le forze politiche che vogliano impegnarsi costruttivamente su un tema così delicato e che in particolare il Pdl sia disposto ad occuparsi, oltre che della RAI, anche della salute degli italiani”.

Non si è fatta attendere la risposta dei berlusconiani, che con il portavoce Daniele Capezzone hanno rispedito le insinuazioni al mittente e accusato il Pd di essere schiavo della Cgil. “Sulla spending review sono partite resistenze di tutti i tipi, che vanno superate e battute. In particolare – ha detto l’ex radicale – il Pd e la sinistra sono prigionieri della Cgil e dell’ala massimalista del sindacato, che già hanno contribuito a depotenziare la riforma del lavoro”. Per Capezzone “in qualche modo le reazioni di questi giorni anticipano e mostrano cosa sarebbe un eventuale governo a guida di sinistra, con la Cgil detentrice di una vera e propria golden share per condizionare tutto e tutti, con i pochi valorosi riformisti della sinistra che sarebbero costretti a combattere una battaglia impari e alla fine perdente, e con Bersani che si ritroverebbe (magari suo malgrado) a dover mediare sempre e comunque a favore delle componenti più massimaliste e immobiliste, nel tentativo di tenere unito il blocco sociale di riferimento”. Per quanto riguarda il provvedimento del supercommissario Enrico Bondi, inoltre, secondo Capezzone “va difeso e potenziato il taglio agli sprechi e alla spesa pubblica improduttiva, che, insieme alla strategia di abbattimento del debito proposta dal Pdl (attraverso la valorizzazione e la messa sul mercato del patrimonio pubblico), costituisce la premessa e la condizione per la sempre più necessaria riduzione di una pressione fiscale ormai insostenibile per famiglie e imprese”.

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