Cristiano Doni

Quando stamattina gli agenti hanno bussato alla porta della sua abitazione, Cristiano Doni ha aperto. Poi ha compreso che per lui stavano per scattare le manette e ha provato il contropiede: fuggire. Ha tentato di raggiungere il garage, ma non c’è riuscito. La polizia lo ha stoppato e per il capitano dell’Atalanta si sono aperte le porte del carcere. Insieme a lui, altre 16 persone (sette italiani, sette slavi e tre singaporeani, altri 11 gli indagati): è la nuova ondata di arresti legati al calcioscommesse, per cui da stamattina gli investigatori delle Squadre Mobili di Cremona, Brescia, Bologna e del Servizio Centrale Operativo sono all’opera dall’alba per eseguire i 17 provvedimenti restrittivi nei confronti dei soggetti appartenenti ad una organizzazione transnazionale dedita alla combine di partite di calcio e attiva in Italia e in diversi Stati esteri. La base operativa era a Singapore, gli esponenti dell’organizzazione nell’Europa dell’Est. Secondo gli inquirenti, il capo del ‘sistema’ era un certo Eng Tan Seet – per tutti ‘Dan’ – il quale, grazie ai suoi collaboratori sparsi in tutto il vecchio continente, truccava le partite della Serie A e dei tornei di mezza Europa e faceva convogliare le scommesse ‘a colpo sicuro’ su siti internet asiatici, considerati più sicuri perché difficili da controllare. Ma così, evidentemente, non è stato.

Una truffa, insomma, che continuava all’interno di una rete ramificata a livello internazionale e ancora attiva nonostante lo scandalo estivo. L’ultimo tentativo di manipolazione, del resto, risale a fine novembre: trattasi della gara di Coppa Italia tra Cesena e Gubbio. Il tentativo non è andato a buon fine perché uno dei giocatori avvicinati ha rifiutato l’offerta e ha denunciato il tutto alla giustizia sportiva e poi a quella penale. E’ quanto rivelato dal procuratore della Repubblica di Cremona, Roberto Di Martino, durante una conferenza stampa sui nuovi sviluppi della vicenda calcioscommesse. La partita ‘incriminata’ è stata giocata lo scorso 30 novembre ed è terminata col risultato di 2-0 per la formazione romagnola. “Il giocatore oggetto della tentata corruzione – ha detto Di Martino – si è presentato alla giustizia sportiva ed ha denunciato tutto. E’ un giocatore del Gubbio a cui è stata fatta una offerta di 200 mila euro da distribuire tra quattro calciatori. L’offerta non è stata accettata”. L’intermediario che avrebbe tentato di mettere a segno la combine è l’ex calciatore Alessandro Zamperini.

“Questa indagine non è un punto di arrivo ma è un punto di partenza, la base per sviluppare ancora di più le investigazioni in chiave internazionale, nella speranza di aver bloccato un’organizzazione e contribuito alla pulizia del gioco del calcio per evitare il sospetto che si sia qualcosa dietro anche quando questo non c’è” ha detto il pm De Martino, il quale ha aggiunto che la sua speranza è quella di “arginare ulteriormente il fenomeno”.

Tra i destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, oltre a Cristiano Doni (già sospeso dall’attività agonistica per tre anni da parte della giustizia sportiva), sono compresi altri giocatori ed ex-giocatori italiani. Il giocatore della formazione bergamasca, assieme ad altri due indagati suoi soci d’affari, Antonio Benfenati e Nicola Santoni, ex preparatore atletico del Ravenna Calcio, sarebbe coinvolto nella combine di due partite dell’Atalanta del campionato di Serie B della scorsa stagione. Nell’ambito dell’inchiesta diretta dal procuratore della Repubblica di Cremona, Roberto Di Martino, i provvedimenti restrittivi emessi dal gip Guido Salvini riguardano, tra gli altri, Carlo Gervasoni (calciatore del Piacenza, allo stato sospeso dall’attività agonistica), Filippo Carobbio (calciatore dello Spezia), Alessandro Zamperini (ex calciatore di Serie B e Lega Pro) e Luigi Sartor (ex giocatore di Parma, Vicenza, Inter e Roma).

Tra le partite di Serie A, nel campionato 2010-2011, che sarebbero state alterate dall’organizzazione ci sarebbero anche Brescia-Bari (finita 2-0, 6 febbraio 2011), Brescia-Lecce (2-2, 27 febbraio 2011) e Napoli-Sampdoria (4-0, 30 gennaio 2011), sulle quali sono in corso accertamenti.

Cristiano Doni sarebbe stato arrestato perché su di lui pesava il rischio dell’inquinamento delle prove. L’ex giocatore dell’Atalanta avrebbe pagato parte delle parcelle del legale di Nicola Santoni perché non parlasse con gli inquirenti. Inoltre, in occasione delle partite truccate, il giocatore avrebbe usato una carta sim intestata a un cittadino romeno, convinto di non essere intercettato. Durante queste conversazioni avrebbe ammesso che ci sarebbe stata la possibilità, grazie alle nuove tecnologie, di alterare i dati del telefono dello stesso Santoni sequestrato la scorsa estate.

Gli indagati devono rispondere dei delitti di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e alla frode sportiva. Alle indagini hanno preso parte anche le Squadre Mobili di Venezia, Bari e Lecce. L’operazione costituisce la seconda tranche dell’inchiesta, sempre condotta dalla Procura della Repubblica di Cremona, conclusasi lo scorso giugno, con i provvedimenti a carico di 16 altri indagati, tra i quali l’ex calciatore Giuseppe Signori e gli giocatori: Marco Paoloni, Vincenzo Sommese e Marco Micolucci. I dettagli dell’operazione odierna saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle ore 10.30 presso la Questura di Cremona, alla presenza dei magistrati inquirenti, dei dirigenti e dei poliziotti delle strutture investigative che hanno svolto le attività.

L’attività nella quale Cristiano Doni, nato a Roma il primo aprile 1973, ha investito da più tempo è lo stabilimento balneare di Cervia (Ravenna) “I figli del sole”, appartiene a una Srl sorta nel 2002. Doni è tra i dieci fondatori. Dal dicembre 2006 il capitano dell’Atalanta non è più nell’elenco soci, ma non ha perso interesse ai lettini. Ha ceduto il suo 10% ad Antonio Benfenati, bolognese classe 1968, iscritto all’albo dei mediatori creditizi. Mentre Cristiano usciva, entrava tra “I figli del sole” suo padre, Angelo Doni. Il padre però non ha comprato dal figlio, ma da due suoi amici, Maurizio Neri e Davide Alboresi. Doni padre ha contestualmente ceduto parte di queste quote a due nuovi soci, il calciatore Luca Toni e Nicola Santoni, 32 anni, oggi allenatore dei portieri del Ravenna, indagato per le scommesse. Ora lo stabilimento balneare ha otto soci, il principale è Giorgio Veronese con il 24%, nato a Cervia nel 1970, il padre di Doni ha il 16%. Nicola Santoni e Luca Toni hanno il 10% per cento ciascuno. È uscito a maggio il bolognese Benfenati, al quale nel febbraio 2009 Banca Italease aveva fatto sequestrare le quote, reclamando un credito. Il bagno di Cervia ha dichiarato nel 2009 una produzione di 257. 232 euro con una perdita di 11.193.

Con sentenza del 26 marzo 2019, ormai definitiva, il Tribunale di Cremona ha assolto Marco Paoloni dal reato di cui all’art. 440 c.p., perché il fatto non sussiste e lo ha prosciolto, per intervenuta prescrizione, in relazione agli altri reati contestati”.

Aggiornato da Redazione Web

Articolo Precedente

Biglietti delle partite in cambio di pistole
Quello brasiliano sarà il mondiale del disarmo

next
Articolo Successivo

Calcioscommesse: da Singapore a Bergamo per truccare gare di Serie A, B e Lega Pro

next