A cinque anni dai successi di “Una scomoda verità”, Al Gore torna con una nuova campagna sui cambiamenti climatici. Che, il prossimo 14 settembre, verrà lanciata attraverso un intero giorno di diretta streaming da tutto il mondo. New York, Nuova Delhi, Australia, Istanbul, isole Tonga: sono solo alcuni dei luoghi che le 24 Hours of Reality vogliono raccontare, mostrando contenuti multimediali forniti direttamente dalle persone (di 13 lingue diverse) residenti nei 24 Paesi coinvolti dall’evento (uno per ogni fuso orario). Testimonianze che, oltre a descrivere dal vivo e in tempo reale i temibili effetti del surriscaldamento globale, mirano a fornire specifiche soluzioni alla crisi climatica in corso.

Dopo avere vinto il premio Oscar con il documentario An Inconvenient Truth, Al Gore si avventura in una nuova impresa in difesa dell’ambiente: The Climate Reality Project. “Il cambiamento climatico non è colpa tua per l’auto che guidi, per le luci che accendi, o il cibo che mangi”, si precisa sul sito dedicato al progetto: “La crisi climatica è un nostro problema”, che ha bisogno dell’aiuto di tutti, per essere risolto. L’evento sarà ospitato dall’ex vice presidente americano a New York, ma alle 19:00 di ogni fuso orario ci saranno aggiornamenti e nuovi contenuti dai più remoti angoli del pianeta.

L’intenzione rimane quella di raccontare la “verità”, demistificando la cattiva informazione che spesso aleggia sulle tematiche riguardanti il climate change: “Questo evento è il primo passo di una più vasta e sfaccettata campagna per raccontare la verità sulla crisi climatica e rifiutare la disinformazione che sentiamo ogni giorno”, puntualizza Gore. Del resto, fa notare il premio Nobel in un comunicato: “Come le compagnie del tabacco hanno speso decenni negando che fumare provoca il cancro, quelle del petrolio e del carbone sono determinate a seminare rifiuto e confusione circa la scienza dei cambiamenti climatici, ignorare i loro impatti, e creare apatia nei nostri leader”.

Infatti, al di là degli interessi e delle ideologie, ricorda Gore: “La crisi climatica non conosce confini politici e viene vissuta ogni giorno, con frequenza allarmante in tutto il mondo”. Resta solo da capire una cosa: “In quanto tempo possiamo agire?”.

Albert Arnold Gore, Jr., da anni un’icona mondiale della lotta al global warming, è spesso bersaglio di forti critiche provenienti sia dalla destra repubblicana statunitense (che lo accusa addirittura di volere limitare, con ciò che propone, la libertà individuale delle persone) che dalle lobby del petrolio e del carbone. Ciononostante, con questa nuova iniziativa l’ex vice presidente non si limita a rispondere con fatti, dati e cifre alle accuse dei suoi contestatori, ma vuole criticare anche l’operato dei suoi più stretti partner politici. Come Barack Obama, che Gore non esita a biasimare (anche attraverso un suo saggio, pubblicato su Rolling Stone), a causa dei magri risultati ottenuti dall’attuale presidente americano, nonostante le promesse, in materia ambientale e climatica.

Insomma, più agguerrito che mai, Al Gore è convinto che la lotta al climate change può ancora essere vinta. “Sarà dura”, ammette presentando la sua ultima realizzazione digitale, Our Choice: “Ma se scegliamo di risolvere la crisi climatica, non ho alcun dubbio che potremo e riusciremo a farcela”. Resta ora da vedere quale sarà la risposta dei cittadini del mondo, unici possibili artefici di un “reale cambiamento”.

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