“Un elettore su due ha votato perl’Akp, viviamo questa emozione”: lo ha detto il premier turco Recep Tayyip Erdogan parlando ad una folla di sostenitori da un balcone della sede del suo partito “Giustizia e Sviluppo” ad Ankara. Erdogan ha conquistato il suo terzo mandato alla guida della Turchia con il 50,3% dei voti. Ma perde seggi, conquistandone 328. Due meno di quanti sarebbero necessari per varare le riforme costituzionali senza dover passare per i referendum. Era questo, infatti, uno degli obiettivi del leader dell’Akp. Nelle precedenti consultazione del 2007, l’Akp aveva ottenuto 341 deputati.

Quella ottenuta dall’Akp è unamaggioranza assoluta che però assegna al partito del premier solo 326 seggi, quattro in meno della soglia sopra la quale avrebbe potuto varare riforme costituzionali da far poi ratificare da un referendum. Nelle precedenti elezioni l’Akp aveva ottenuto il 46,6% dei voti ma 341 seggi.

Principale forza di opposizione si confermano i socialdemocratici del Chp con il 25,9% dei voti, in aumento rispetto al 20,9% del 2007, e 135 seggi. A togliere deputati alla formazione di Erdogan è stato anche il partito nazionalista Mhp (lieve flessione a 13,1% dei voti e 54 seggi) e quello filocurdo del Bdp che, sebbene sia sotto la soglia di sbarramento del 10% (ha ottenuto il 6,4%), dovrebbe mandare 36 propri esponenti presentatisi come indipendenti.

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Ma non c’è la supermaggioranza

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