Uè Peppino, uè Gianni, onorevole carissimo, ti abbraccio forte forte. Così Nicola Cosentino salutava i suoi quattro amiconi, tutti arrestati e uno di loro ucciso dalla camorra per il suo tradimento del patto con i boss. I padroni e i manager delle imprese camorristiche avevano confidenza con Cosentino perché, almeno secondo i pm, era lui il vertice della cupola. E per capirlo bisogna ascoltare le sue telefonate. Eccole le intercettazioni insabbiate, le 46 chiamate di Nicola Cosentino con gli uomini di Gomorra sulle quali volevano che calasse il silenzio. I magistrati di Napoli avevano chiesto di usarle per sostenere l’accusa contro il coordinatore del Pdl in Campania, ma la Camera ha negato l’autorizzazione il 22 settembre scorso.

Eugenio Scalfari su Repubblica ha commentato: “La macchina da guerra berlusconiana si è mossa, togliendo dalle mani dei giudici un elemento decisivo … quell’elemento non soltanto non sarà reso noto alla pubblica opinione ma non potrà essere utilizzato in processo”. In realtà se per il processo ormai non c’è nulla da fare, per la pubblica opinione qualcosa sì. Il Fatto pubblica il contenuto della richiesta dei pm napoletani con le 46 telefonate di Cosentino perché ciò che è stato scippato ai giudici sia restituito ai lettori.
È  inquietante la confidenza di un politico nazionale con gli imprenditori di Gomorra, Gaetano Vassallo, Michele e Sergio Orsi, e con Giuseppe Valente, il presidente del consorzio dei rifiuti in mano alla camorra, il CE4.

Proprio con Giuseppe Valente (poi condannato per concorso esterno in associazione camorristica in due processi) l’onorevole concorda le mosse per impedire che il Prefetto sciolga il comune di Mondragone, infiltrato dalla camorra. Sempre con Valente, Cosentino parla di discariche e di affari. Mentre con Michele Orsi, che poi confesserà i suoi rapporti con i clan e sarà ucciso dal boss Setola, Cosentino organizza incontri alla pompa dell’Agip.

Nessuno tocchi Mondragone
Il sindaco  di Mondragone, Ugo Conte del Pdl è stato arrestato nel 2008,  poi scarcerato dal Gip, è tuttora sotto processo. Nel 2002 l’ex senatore Lorenzo Diana del Pd conduceva una battaglia soltaria e dura contro le giunte vicine alla camorra. Dopo Castelvolturno la commissione prefettizia si stava interessando di Mondragone. Il sindaco Conte corre ai ripari. Il 30 giugno 2002, ore 10 e 24, Nicola Cosentino chiama Valente. “Quest’ultimo”, scrivono i pm, “riferisce le perplessità da lui espresse in altre telefonate e della presenza di alcuni esposti che secondo lui hanno come regista l’Onorevole Diana. Dice ancora che secondo lui stanno facendo di tutto per dar luogo a un omicidio politico come quello che anni fa si verificò in Castelvolturno. Cosentino riferisce che lui si sta già muovendo”.

Poi c’è la telefonata del 4 luglio 2002 alle 20 e 35 Giuseppe Valente, presidente del consorzio Ce4 che gestiva la raccolta dei rifiuti, chiama l’onorevole Nicola Cosentino e gli chiede se per la questione del sindaco di Mondragone si è sentito con Mario Landolfi.

Cosentino: Pronto?
Valente: onorevole?
Cosentino: uhè Peppino! Valente buonasera , come stai?
Cosentino: bene, bene.
Valente: ma stai in zona o stai a Roma ancora?
Cosentino: no, sto in zona.
Valente: (…..) oh, poi un’altra cosa ti volevo chiedere. Per quanto riguarda la questione qui di Mondragone con Mario Landolfi ti sei sentito per caso?
Cosentino: domani a mezzogiorno.
Valente: ah , domani a mezzogiorno? Perfetto! quindi ci sentiamo sabato mattina dai. Va bene, ti abbraccio.
Cosentino: tutto sotto controllo, non ti preoccupare.

La discarica da allargare
La telefonata che riguarda la discarica di Santa Maria La Fossa è la conversazione del 05 luglio del 2002 alle ore 13.14. In quel periodo si sta decidendo la localizzazione della discarica. I proprietari dei terreni, ovviamente, sperano di essere inseriti nell’area prescelta in modo da guadagnare più soldi. Scrivono i pm Giuseppe Narducci e Alessandro MilitaCosentino chiama Valente e riferisce che è opportuno l’allargamento più consistente della discarica di Santa Maria La Fossa. Valente risponde di aver capito già tutto e che a Sebastiano aveva riferito che se ci fosse stata una possibilità su un miliardo sarebbe stato accontentato. Inoltre riferisce che si è messo subito a disposizione quando ha capito chi era e degli amici in comune che avevano”.

Non è chiaro quale sia la discarica che interessava a un tal Sebastiano, amico di Cosentino. Nell’ordinanza di arresto contro Cosentino si legge: “dagli accertamenti … risulta che Corvino Sebastiano cederà al Consorzio CE4, a titolo oneroso, una superficie persino maggiore di quella originariamente prevista (mq. 22 mila e 750 in luogo degli originari 13 mila e 140) il tutto sulla base di un nuovo piano particellare datato 21 febbraio 2003 che non risulta neppure trasmesso al Commissariato di Governo”.
I pm Narducci e Milita nella loro richiesta di uso delle intercettazioni di Cosentino scrivono anche: “con riguardo alla questione dell’autorizzazione per la discarica di Lo Uttaro, deve menzionarsi il seguente colloquio del 22 luglio 2002, nel quale Cosentino dice a Valente “senti, domani mattina alle nove e mezzo ci possiamo vedere all’Holiday Inn? ….E nsomma perché parliamo un pò diffusamente pure ille emergenze Cave, n ‘somma, ci sono alcune questioni, ti voglio . .. con un esperto, ti voglio”.

Il termovalorizzatore di Cellole
“Le conversazioni che seguono”, scrivono i pm Narducci e Milita, “riguardano il progetto di realizzazione di un termovalorizzatore nel comune di Cellole, progetto per il quale Cosentino ha offerto la copertura politica”. Il 5 luglio 2004 alle 21 e 7 minuti Michele Orsi chiama Cosentino e gli chiede di incontrarlo perché deve parlargli di cose molto importanti. Il giorno dopo Orsi richiama
M: Michele Orsi
N: Nicola Cosentino
M
: Nicola
N: Ueh. allora
M: Eh, allora, ti stavo chiamando, ma era sempre occupato
N: Dove stai?
M: io sto a Casale; dove ti raggiungo?
Cosentino
: E ci vediamo sulla pompa di ..,;
Orsi: Ah, ho capito, dai, va bene
Cosentino: Eh; va bene?
Orsi: Okay

Il 13 luglio 2004 alle 12 e 37 Michele Orsi richiama Nicola Cosentino e, inizialmente, lo informa di essere stato contattato dall’Onorevole Capuano per una richiesta di assunzione e di aver riferito a quest’ultimo che “il nostro riferimento” è Nicola Cosentino. Cosentino gli risponde che Capuano ha imbrogliato mezzo mondo. Quindi Cosentino Nicola dice che bisogna parlare con Valente Giuseppe perché il progetto di Cellole quello riguardante la costruzione del termovalorizzatore, sta procedendo nel giusto verso.

Per comprendere perché queste telefonate sono importanti bisogna ricordare che l’Onorevole Nicola Cosentino è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, perché ha aiutato consapevolmente il “clan dei casalesi” e in particolare perché:
1) si attivava con prefettura e Ministero dell’Interno “al fine di impedire, come nel caso del Comune di Mondagrone, il corretto dispiegarsi della procedura finalizzata allo scioglimento dell’ente per infiltrazione mafiosa”;
2) creava e cogestiva il monopolio in attività controllate dalle famiglie mafiose, quali l’Eco4 spa nella quale il Cosentino esercitava – in posizione sovraordinata a Giuseppe Valente, Michele Orsi e Sergio Orsi – il reale potere direttivo”
3) sfruttava le imprese suddette per scopi elettorali, anche mediante l’assunzione di personale”.

Altro che telefonate irrilevanti.

di Marco Lillo e Antonio Massari

Da il Fatto Quotidiano del 29 settembre 2010

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