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Attacco all’ospedale, per Biden “non è stata Tel Aviv”. L’Onu condurrà un’indagine sul massacro. Media arabi: “Raid sulla Striscia: 4 morti e 50 feriti vicino a una scuola”

Attacco all’ospedale, per Biden “non è stata Tel Aviv”. L’Onu condurrà un’indagine sul massacro. Media arabi: “Raid sulla Striscia: 4 morti e 50 feriti vicino a una scuola”
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Attacco all’ospedale, Biden: “Non è stata Tel Aviv”. L’Onu: “Rischio di un’espansione del conflitto”. Parolin: “Santa Sede cerca contatti”

L’attacco all’ospedale di Gaza per il presidente Usa Joe Biden, volato a Tel Aviv per dimostrare l’appoggio Usa, non è attribuibile a Israele. Mentre cortei, manifestazioni si registrano in diversi paesi, compresi scontri a Beirut, l’Onu avverte sul  “rischio reale di un’espansione del conflitto”. La Santa Sede, attraverso il Segretario di Stato Pietro Parolin, fa sapere che “cerca contatti da entrambe le parti” e che non si deve perdere la speranza. “Ribadisco la nostra forte condanna per gli attacchi terribili e la presa degli ostaggi da parte di Hamas” ha detto l’alto prelato.

L’inquilino della Casa Bianca, che ha promesso stando a Netanyahu aiuti “giganteschi”, ha anche esortato gli alleati a non ripetere gli errori commessi dagli Usa dopo l’11 settembre e  a non farsi divorare dalla rabbia per i massacri di civili inermi portati a termine dai terroristi di Hamas il 7 ottobre. 

Quella di Biden è stata una missione lampo per manifestare solidarietà al migliore alleato dell’America in Medio Oriente. Ma anche, e soprattutto, per esortare il governo Netanyahu ad agire con cautela davanti al dramma umanitario che sta affrontando la popolazione di Gaza, a ponderare bene le azioni militari che Israele si accinge a continuare – invasione via terra inclusa – e le decisioni sul futuro dell’enclave palestinese. Pena il rischio di un’escalation della guerra in tutta la regione.

La rabbia che consuma Israele dopo l’attacco di Hamas, ha detto chiaramente Biden davanti al premier Benyamin Netanyahu e al suo gabinetto di guerra, a cui ha partecipato, è la “stessa che hanno provato dopo l’11 settembre” gli Stati Uniti, che ora “piangono con Israele”. Ma, ha avvertito, lo shock, il dolore, l’ira di questo momento, non devono far ripetere allo Stato ebraico gli errori “commessi dagli Stati Uniti”. “La maggioranza dei palestinesi non sono Hamas“, ha sottolineato il presidente americano in un discorso che ha cercato di toccare le corde giuste, e anche “la perdita di vite palestinesi conta”. Parole pronunciate non a caso all’indomani della strage dell’ospedale di Gaza la cui responsabilità il mondo arabo in rivolta ha addossato all’esercito israeliano e sulla quale sia l’Onu sia l’Ue mantengono per ora una valutazione prudente. Tel Aviv ha mostrato video e diffuso una intercettazione che invece porterebbero l’attribuzione dei pazienti della struttura a un errore della Jihad islamica, poi utilizzato per addossare la colpa a Israele.  Biden – che ha bollato gli orrori di Hamas come peggiori di quelli dell’Isis – ha precisato che la certezza su come siano andati i fatti gli è stata fornita dai “dati” elaborati “dal Pentagono”.

Il capo della Casa Bianca è stato chiaro e senza esitazioni anche su un altro punto: pur senza mai nominarli, ha ammonito Hezbollah, che continua a martellare il nord di Israele, e l’Iran, che invoca la distruzione del “nemico sionista”. “Se pensate di attaccare Israele – ha avvertito – rinunciate a quest’idea, non fatelo”. Con il sostegno americano, dalle navi schierate al largo del Paese agli aiuti militari, “oggi Israele è più forte che mai”.

Israele ha imposto tre condizioni: non permetterà nessun afflusso di aiuti dal suo territorio a Gaza finché non saranno liberati gli ostaggi (che anche per Biden sono “una priorità); che i prigionieri siano visitati dalla Croce Rossa; infine – in base ad una richiesta avanzata dallo stesso presidente Usa – si è impegnato a non impedire forniture umanitarie dall’Egitto: un “minimo” di acqua, cibo e medicinali nella safe zone di al Mawasi, ma senza che queste in alcun modo possano arrivare ad Hamas. “In quel caso – ha avvertito Israele – saranno bloccate”.

Israele ha continuato a colpire per tutto il giorno e con grande intensità le postazioni di Hamas e della Jihad nella Striscia e i loro dirigenti militari e politici. Tra questi ci sono Muhammad Awdallah, comandante del sistema antimissili tank di Hamas, e Akram Hijazi, della Forza navale. Con più di un milione di sfollati, strutture sanitarie al collasso, rifornimenti scarsi e ancora corpi sotto le macerie, i morti a Gaza sono arrivati a 3.478, con oltre 12.000 feriti. In Israele – su cui continuano ad arrivare i razzi da Gaza (due volte oggi anche su Tel Aviv) – le vittime sono 1.400 e oltre tremila i feriti, di cui 58 in condizioni critiche. 

Momenti chiave

  • Oltre 3400 morti a Gaza
    • 13:57

      Tajani: “Non rinunciare alla via diplomatica due popoli e due Stati”

      Anche in una crisi così difficile come quella in Medio Oriente, “non bisogna mai rinunciare alla soluzione diplomatica”, nella prospettiva di “due popoli due stati”. E da questo punto di vista “l’Italia fin dall’inizio di questa crisi è stata protagonista di un’azione diplomatica che puntava a evitare una regionalizzazione del conflitto”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani nell’intervento di chiusura dei Security Defence Days alla Fondazione De Gasperi.
      “L’Italia, in sintonia con il G7 e con l’Ue, lavora per una de-escalation, ferma restando la condanna per gli atti di violenza di Hamas”, ha aggiunto Tajani, sottolineando che “non c’è possibilità di dialogo con Hamas: un’organizzazione terroristica che non va confusa con il popolo palestinese, che è utilizzato come scudo umano”.
      C’è poi l’azione per la tutela dei civili e degli ostaggi, che è stata portata avanti nei colloqui con “grande parte dei ministri dei Paesi arabi” da Tajani. Ad esempio, ha aggiunto, si “lavora per far uscire da Gaza i circa 14-15 italiani” attraverso il valico di Rafah, anche se questo dipende da un accordo tra israeliani ed egiziani.
      C’è poi il rischio terrorismo connesso a questo conflitto. Tajani venerdì andrà a Tunisi “perché la questione si allarga al fenomeno migratorio”, ha spiegato il titolare della Farnesina, ricordando che l’uomo che ha ucciso due cittadini svedesi a Bruxelles era entrato in Europa attraverso Lampedusa. “Dovremo assolutamente ridurre i flussi ma anche verificare con grande severità tutti coloro che entrano in Italia”, ed in questo le forze dell’ordine dovranno dare il massimo”. Non a caso, il governo ha voluto dare un segnale nell’ultima manovra, rinnovando il contratto alle forze dell’ordine, ha rimarcato Tajani.

    • 13:56
    • 13:50

      Biden: “Prevenire tragedie di civili”

      “Prevenire ulteriori tragedie che interessino i civili”. Così il presidente americano Joe Biden in un passaggio del discorso effettuato in un secondo round di dichiarazioni congiunte con il premier israeliano Benjamin Netanyahu a Tel Aviv.  

    • 13:24

      Israele: “A sud della Striscia sarà creata zona umanitaria”

      L’esercito ha fatto sapere che nella zona di Al-Mawasi, nel sud della Striscia, vicino Khan Younis, sarà disposta “una zona umanitaria” dove saranno forniti “aiuti umanitari internazionali”. L’annuncio – accompagnato dall’invito a spostarsi in quella zona – avviene, hanno sottolineato i media, dopo giorni di contatto con gli Usa, l’Egitto ed altri per creare una zona sicura per i residenti di Gaza.  

    • 13:19
    • 13:18

      Borrell: “Nessuna conferma su chi ha bombardato l’ospedale”

      “In questo momento non abbiamo alcuna conferma su chi è stato a bombardare” l’ospedale di Gaza. “Non possiamo imputare l’attacco a nessuno finché non abbiamo una piena conoscenza dell’accaduto”. Lo ha detto l’Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera Josep Borrell parlando con i cronisti a Strasburgo. A chi gli fa notare che Joe Biden, a Tel Aviv, ha affermato che l’attacco sembra provenire non da parte israeliana, Borrell ha replicato: “Io non lo so, non mi pronuncio finché non ci sarà certezza. Forse Biden ha più informazioni ma non è ancora sicuro”. 

    • 12:53

      Londra: “Evitare giudizi affrettati sulla strage all’ospedale”

      “Ieri sera, troppi sono giunti alle conclusioni affrettate sulla tragica perdita di vite umane all’ospedale Al Ahli” di Gaza. Lo scrive sul suo account X il ministro britannico degli Esteri, James Cleverly. “Sbagliarsi metterebbe a rischio ancora più vite”, prosegue Cleverly, secondo cui bisogna “aspettare i fatti e riferirli in modo chiaro e accurato”. Per Cleverly, in questo momento, deve prevalere “il sangue freddo”. 

    • 12:52
    • 12:05

      Casa Bianca: “Biden avrà colloquio telefonico con Abbas e al-Sisi”

      Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden avrà un colloquio telefonico con il leader dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) Mahmoud Abbas e con il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi durante il volo di ritorno a Washington da Tel Aviv. Lo ha dichiarato il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca John Kirby citato dal Washington Post. Oggi Biden avrebbe dovuto incontrare Abbas e al-Sisi ad Amman, insieme al re giordano Abdullah II, ma il vertice è stato annullato.

    • 11:55

      Sciopero generale in Cisgiordania

      Uno sciopero generale è stato annunciato in Cisgiordania per protestare contro l’attacco all’ospedale di Gaza che Hamas e Jihad attribuiscono ad Israele. Responsabilità che l’esercito israeliano ha respinto fornendo alcune prove che addossano il fatto alla Jihad islamica per un suo razzo difettoso. Lo sciopero generale è stato proclamato dalle “forze nazionali e islamiche” del nord della Cisgiordania ma si è poi esteso nel resto dei Territori, secondo quanto riporta l’agenzia Wafa.  

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