Ucraina, diretta – Biden a Varsavia: “Difenderemo la democrazia a ogni costo”. Putin sospende il trattato sul nucleare: “Ora più testate”

La reazione della Nato all'addio allo Start: "Il mondo è più pericoloso". Il presidente degli States: "Kiev resiste ed è forte". Il ministro degli Esteri cinese: "Rischio escalation". Il Cremlino: "Kiev ha iniziato la guerra. Volevamo la pace". E convoca l'ambasciatore statunitense

Aggiornato: 12:49

I fatti più importanti

  • 08:50

    “La guerra in Ucraina è diventata un conflitto tra Russia e Nato, la posta in gioco si alza”

    “C’è ben poca speranza per la diplomazia, a questo punto. Il presidente cinese Xi Jinping annuncerà a breve il suo piano di pace… ma mi aspetto una scarsa accoglienza da parte dei leader della Nato o degli ucraini. Il viaggio di Biden a Kiev non cambia le cose”. A dirlo è il politologo statunitense Iam Bremmer, in un’intervista al Corriere della Sera. Per il fondatore e capo di ‘Eurasia’, rispetto a quelli dei suoi predecessori in zone di guerra, il viaggio di Joe Biden “è più significativo perché la guerra in Ucraina sta diventando una guerra per procura tra gli Stati Uniti e la Nato da una parte e la Russia dall’altra. La presenza di Biden a Kiev vuole contribuire ad assicurare la sconfitta della Russia, un Paese con un esercito enorme, che dispone di capacità di guerra asimmetrica tra le più notevoli al mondo e di 6mila testate nucleari. La posta in gioco è alta, il viaggio di Biden l’ha alzata ulteriormente”.

  • 08:41

    Onu: “In Ucraina almeno 7.200 civili morti, 12.000 feriti”

    Sono quasi 7.200 i civili che hanno perso la vita in Ucraina dall’invasione della Russia, ormai quasi un anno fa. Secondo un computo dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti umani (Ohchr), i feriti sarebbero 11.756. Ma il numero complessivo di vittime, riferisce lo stesso Alto commissariato, potrebbe essere quasi doppio. 

  • 08:25

    Giorgia Meloni è in viaggio verso Kiev

    Giorgia Meloni è in viaggio verso Kiev, per la sua prima visita in Ucraina. Nella notte, attorno alle due, una tappa per i controlli a Leopoli, dopo avere attraversato con un treno blu, un convoglio speciale partito dalla stazione di Przemysl, il confine con la Polonia diretta nella capitale ucraina. La premier con la delegazione italiana (con lei, tra gli altri, il sottosegretario alla presidenza Giovanbattista Fazzolari) era arrivata ieri pomeriggio a Varsavia dove ha incontrato il primo ministro Morawietcky e il presidente Duda e poi si è diretta a Kiev. In mattinata dovrebbe visitare alcuni dei luoghi simbolo della resistenza ucraina, e nel pomeriggio l’incontro con Zelensky nella capitale.

  • 08:23

    Tajani: “Già approvato l’invio di un nuovo pacchetto di armi a Kiev, più difficile mandare i caccia”

    La staffetta a Kiev tra Biden e Meloni “ha un grande significato” che “mostra l’unità dell’Occidente e della Nato nella difesa dell’indipendenza dell’Ucraina”. Così, in una intervista alla Stampa, il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Sulla fornitura di armi si andrà avanti: “Abbiamo già approvato il sesto pacchetto e l’invio del materiale è in via di perfezionamento. Tra qualche settimana, in collaborazione con i francesi, manderemo in Ucraina anche il sistema missilistico Samp-T per la difesa aerea“. Potremmo mandare anche nostri caccia? “Ancora non ne abbiamo parlato, ma nel caso dovremo coordinarci con gli alleati, capire che tipo di aerei manderanno loro, perché non ha senso consegnare agli ucraini modelli diversi, poi c’è il problema di addestrare i piloti. Insomma, mi pare praticamente impossibile che vengano inviati caccia italiani”. Rispetto alla Cina “aspettiamo di vedere la loro proposta in 12 punti”. 

  • 08:19

    Pechino: “Rischio escalation fuori controllo. Gli Usa smettano di soffiare sul fuoco”

    La Cina è “profondamente preoccupata” per il rischio di una escalation della guerra in Ucraina, e di una sua intensificazione che la porti “fuori controllo”. A dichiararlo è stato questa mattina il ministro degli Esteri cinese Qin Gang, accusando gli Stati Uniti di scaricare la responsabilità del conflitto sulle spalle di Pechino. Intervenendo in occasione della presentazione dell’iniziativa cinese di sicurezza globale, Qin ha affermato che “dallo scoppio della crisi, la Cina ha adottato una posizione obiettiva ed imparziale basata sul merito della vicenda”. “Esortiamo alcuni Paesi a smettere di soffiare sul fuoco, smettere di attribuire la colpa alla Cina, smetterla di esaltare l’Ucraina oggi, Taiwan domani”. Le parole di Qin sono un chiaro riferimento alle accuse mosse da Washington pochi giorni fa, quando il segretario di Stato Antony Blinken ha parlato di intelligence secondo cui Pechino starebbe considerando la possibilità di fornire “assistenza letale” a Mosca.

  • 08:11

    Telefonata Meloni-Biden: focus su sostegno a Kiev

    “Il presidente Biden ha parlato questa sera al telefono con il premier italiano Giorgia Meloni dopo il viaggio del presidente in Ucraina e prima della visita del premier italiano. I due leader hanno discusso del loro stretto coordinamento in corso sul sostegno all’Ucraina, compresa l’assistenza in materia di sicurezza, economica e umanitaria. Il presidente Biden non vede l’ora di darle il benvenuto a Washington quando i loro programmi saranno allineati”. Lo ha comunicato la Casa Bianca nella tarda serata di ieri. 

  • 08:10

    Joe Biden è arrivato in Polonia

    Il presidente Usa Joe Biden è arrivato ieri sera poco dopo le 20:30 alla stazione di Przemysl, in Polonia, in treno da Kiev dopo la sua storica visita in Ucraina. Biden è poi salito a bordo dell’Air Force One atterrando a Varsavia alle 2:.13 dopo un breve volo dall’aeroporto di Rzeszów, cittadina polacca vicino al confine ucraino. Oggi il presidente Usa incontrerà i leader dei Paesi del fianco Est della Nato e pronuncerà un discorso per il primo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina. 

  • 22:44

    La giornata – Attesa per il discorso di Putin, a Mosca arriva il ministro cinese col piano di pace. Biden a Varsavia e Meloni a Kiev

    Questo martedì che cade a tre giorni dal primo anniversario dell’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo rischia di trasformarsi in un crocevia determinante tra le strade che portano alla continuazione della guerra o quelle che fanno intravedere un percorso verso una possibile pace. In mezzo all’incrocio non ci sono, come ormai banale agli occhi di tutti, solo i leader di Mosca e Kiev, ma anche le figure sullo sfondo. E così nel giorno in cui Vladimir Putin parlerà alla Duma, il ministro degli Esteri cinese Wang Yi si presenterà al Cremlino per parlare del piano di pace messo a punto da Xi Jinping. Tutto questo avviene all’indomani della visita a sorpresa a Kiev del presidente degli Stati Uniti Joe Biden con tanto di abbraccio commosso con il capo dello Stato ucraino Volodymyr Zelensky sulla piazza di fronte al monastero di San Michele. Nella capitale ucraina, oggi, è attesa la presidente del Consiglio Giorgia Meloni per ribadire una volta di più da che parte sta l’Italia, a dispetto delle uscite estemporanee di Silvio Berlusconi, amico storico del nemico russo. 

    Ieri Biden ha ribadito il sostegno “incrollabile” degli Usa per difendere “la democrazia, la sovranità e l’integrità” dell’Ucraina, sostegno che durerà finché serve. C’è parecchia roba concreta (un altro mezzo miliardo di aiuti militari) tanto che il presidente americano rivela di aver parlato con Zelensky anche di “armi a lungo raggio”, anche se resta sempre da capire cosa si intende. Ma ci sono anche tanto significante, tanta photo opportunity e tanti messaggi trasversali, in questa missione segreta fino all’ultimo, “storica e senza precedenti in tempi moderni”, dice la Casa Bianca, e pure “rischiosa” al punto che i russi sono stati avvertiti solo qualche ora prima per evitare “incidenti” che potessero portare a uno scontro diretto tra le due potenze nucleari. Sotto il profilo simbolico a qualcuno scappa perfino il paragone con la visita di John Fitzgerald Kennedy al Muro di Berlino nel 1961 (“Ich bin ein Berliner”), in piena Guerra Fredda, ma la visita decisa all’ultimo minuto è interpretabile anche – o forse piuttosto – come una rincorsa per non lasciare alla Cina il ruolo di leader pacificatore. Anche per questo forse nell’incontro tra Biden e Zelensky non ci si è limitati solo alla retorica del “2023 anno della vittoria”, ma anche di un processo “verso una pace giusta e durevole”. La presenza del presidente degli Stati Uniti in Ucraina è stato più un messaggio a Est (Mosca e Pechino) che non il semplice abbraccio con l’alleato di Kiev. 

    In poche ore, oggi, accadrà che Putin terrà il suo attesissimo discorso di Putin davanti al Parlamento riunito, Biden parlerà al mondo dal castello di Varsavia, mentre a Mosca comparirà l’inviato di Pechino e Xi potrebbe dire la sua proprio nel primo anniversario del conflitto. 

    Ma intanto tutti gli occhi sono puntati sul Gastin Dvor, il palazzo non distante dalla Piazza Rossa dove il presidente russo parlerà alle due camere  riunite della Duma. Si tratta del primo discorso sullo Stato della Nazione dopo due anni. Dopo l’appuntamento saltato lo scorso anno a causa dell’inizio del conflitto ucraino, il presidente si rivolgerà non solo ai parlamentari, ma anche alle massime autorità, compreso il governo, i governatori delle regioni e anche a una delegazione di soldati reduci dal fronte. Si tratterà di un appuntamento “tutto russo”, che secondo alcuni potrebbe essere dedicato non solo al conflitto in Ucraina e allo scontro con l’Occidente – con la prevista risposta alla visita di Joe Biden a Kiev – ma anche a questioni interne, e magari a qualche promessa elettorale, in vista delle presidenziali del marzo 2024, in cui Putin potrebbe correre per un quinto mandato. Media russi parlano anche di un possibile intervento il giorno dopo del presidente ad un concerto nello stadio Lushniki, dove si disputò la finale dei Mondiali di calcio del 2018. Il 23 febbraio invece, vigilia del primo anniversario dell’avvio dell’operazione in Ucraina, si festeggerà la giornata dei Difensori della Patria, cioè le forze armate. Per i russi si prospetta dunque un lungo ponte festivo, da giovedì a domenica.

    Sull’Ucraina e sui rapporti con gli Usa e l’Europa nessuno si aspetta da Putin segni di disgelo. La Cina, da parte sua, non si è finora sbilanciata sui contenuti delle sue proposte: “Presenteremo qualcosa, cioè la posizione cinese sul superamento della crisi dell’Ucraina”, è stato l’annuncio enigmatico fatto da Wang alla Conferenza di Monaco di Baviera. L’unico particolare, reso noto dal ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, è che si tratta di un piano in 12 punti. Non è chiaro se dopo la tappa a Mosca l’inviato cinese prenderà anch’egli la strada di Kiev.

    Tutto questo è evidentemente ancora poco per far sperare in una svolta diplomatica concreta, visto anche l’alto tasso di tensione diplomatica tra Usa e Cina che si è tradotta in un brusco scambio tra il segretario di Stato Antony Blinken e il governo cinese. Blinken ha però avuto parole di elogio per gli sforzi di mediazione del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, specie per quelli che hanno portato la scorsa estate allo sblocco delle esportazioni di grano dai porti ucraini sul Mar Nero

    E l’Italia? Intanto la premier Meloni sarà proprio oggi a Kiev, dove avrà il tanto atteso incontro con Zelensky. La presidente del Consiglio aveva più volte manifestato l’intenzione di visitare la capitale ucraina prima dell’anniversario dell’inizio del conflitto e ne aveva parlato nel breve colloquio avuto con Zelensky durante la visita a Bruxelles. Motivi di sicurezza spingono Palazzo Chigi a mantenere massimo riserbo sui dettagli fino all’ultimo, ma la delegazione italiana dovrebbe muoversi sulla falsariga delle molte visite che si sono susseguite nella capitale ucraina in un anno di guerra. Intanto in tutto il mondo, Italia compresa, i pacifisti si preparano a tornare in piazza (sabato) per chiedere la fine delle ostilità.