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Posta per i partner commerciali degli Usa: da Trump nuove offerte unilaterali sui dazi

Il presidente americano ha annunciato la firma delle lettere venerdì notte dopo che aveva minacciato l'Ue con una tassa a 17% per l'export agroalimentare
Posta per i partner commerciali degli Usa: da Trump nuove offerte unilaterali sui dazi
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A un soffio dalla scadenza della tregua dei 90 giorni, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha fatto sapere di aver firmato delle lettere indirizzate ai partner commerciali di Washington sull’applicazione dei nuovi dazi, anticipando che probabilmente 12 saranno spedite lunedì 7 luglio. “È più facile spedire una lettera in cui si dice, ‘ascoltate, sappiamo che abbiamo un certo deficit, o in alcuni casi un surplus, ma non molto. Ed ecco quello che dovete pagare per fare affari con gli Stati Uniti’. Lo abbiamo fatto con la Gran Bretagna ed è stato positivo per le due parti. Lo abbiamo fatto con la Cina, e penso che sia molto positivo per le due parti”, ha aggiunto.

Trump aveva fissato in precedenza il 9 luglio come data limite per la conclusione di accordi fra gli Usa e i partner, con l’entrata in vigore delle nuove tariffe dal primo agosto. Le offerte, ha detto, non saranno negoziabili: una proposta “prendere o lasciare”. Trump, riporta The Economic Times, ha parlato con i giornalisti a bordo dell’Air Force One in rotta verso il New Jersey. “Ho firmato alcune lettere e saranno spedite lunedì, probabilmente dodici”, ha detto ai giornalisti. “Diverse somme di denaro, diversi importi di dazi”.

Non più tardi di venerdì 4 luglio, a valle dell’ultimo round di incontri del commissario Ue Maros Sefcovic oltreoceano, si parlava di trattativa “complessa, molto in salita, a rischio ‘no deal’“. Tanto più che Trump era tornato a minacciare le aziende europee brandendo l’arma dei dazi al 17% per l’export agroalimentare, uno dei più preziosi per il Vecchio Continente. Nel weekend la Commissione e l’amministrazione Trump torneranno a parlarsi, in videocall. Sarà, forse, il momento decisivo per capire se un accordo di principio, su modello di quelli firmati dagli Usa con Gran Bretagna (10%) e Vietnam (al 20%) sia alla portata.

“La soluzione negoziale resta la nostra priorità. Allo stesso tempo, ci stiamo preparando all’eventualità che non venga raggiunto un accordo soddisfacente”, ha spiegato venerdì un portavoce dell’esecutivo Ue. Lunedì una nuova riunione dei Rappresentanti Permanenti dei 27 potrebbe essere convocata per un aggiornamento urgente e c’è un tema non secondario che, tra le cancellerie sta nuovamente emergendo: dato che un’eventuale intesa con gli Usa sarà per forza di cose sbilanciata a favore di Washington, diversi Paesi membri stanno ponendo un quesito: l’Ue come rimedierà allo squilibrio? Ed è qui che l’Europa rischia di spaccarsi tra chi sostiene che un’intesa, anche se imperfetta, vada comunque conseguita e chi ritiene che di fronte ad un accordo troppo svantaggioso Bruxelles dovrebbe mostrare i muscoli.

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