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Arrestato un 40enne per l’esplosione a Torino: “Voleva distruggere casa della ex, la vittima non era il suo obiettivo”

In carcere un vigilante, ex compagno dell'inquilina del quinto piano, che si trovava in vacanza all'isola d'Elba. Nella deflagrazione ha perso la vita il 33enne Jacopo Peretti
Arrestato un 40enne per l’esplosione a Torino: “Voleva distruggere casa della ex, la vittima non era il suo obiettivo”
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Non è stato un incidente causato da una fuga di gas: l’esplosione che nella notte di lunedì 30 giugno ha sventrato diversi appartamenti di un palazzo in via Nizza 389 a Torino è stata di origine dolosa. A questa conclusione sono giunti gli investigatori della polizia, che nelle scorse ore hanno eseguito l’arresto di un uomo, una guardia giurata quarantenne. Il 33enne morto per la deflagrazione, Jacopo Peretti, non era il bersaglio dell’attentato: la vittima, infatti, era del tutto estranea alla vicenda. L’uomo arrestato infatti è l’ex fidanzato dell’inquilina del quinto piano, che si trovava in vacanza all’isola d’Elba con il nuovo compagno: l’obiettivo era quello di distruggerle la casa.

Le accuse nei confronti della guardia giurata sono di omicidio e crollo doloso. Nella palazzina, intorno alle 3:25 del mattino di lunedì, era scoppiato un incendio seguito da un’esplosione che aveva devastato tre appartamenti al quinto piano – tra cui quello della vittima – e altri al quarto. I Vigili del fuoco del comando provinciale hanno localizzato l’innesco nell’alloggio del quinto piano dove viveva la ex compagna dell’uomo arrestato insieme al nuovo compagno. Gli investigatori hanno individuato il presunto responsabile attraverso l’analisi dei filmati di alcune telecamere della zona e l’audizione di una serie di testimoni: contro il sospettato hanno giocato le confidenze che nei giorni successivi ha reso ai colleghi di lavoro. I riscontri dell’indagine hanno portato la Procura di Torino, diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri, a inoltrare una richiesta di misura cautelare all’Uuficio gip del Tribunale che, riconoscendo gravi indizi di colpevolezza, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico dell’indagato, eseguita nel pomeriggio di sabato.

Il corpo di Jacopo Peretti era stato trovato, dopo ore di ricerche, carbonizzato sotto le macerie della sua casa al quinto piano, dove viveva da quattro anni. Cinque le persone ferite, tra loro anche due minorenni. La Procura, il giorno successivo, ha aperto un fascicolo senza indagati per disastro, lesioni e omicidio colposo. Adesso le contestazioni sono state modificate. Nel corso delle prime indagini, gli uomini della Squadra mobile hanno lavorato per individuare con precisione le persone che a qualsiasi titolo avevano a che fare con la palazzina nel quartiere Lingotto: residenti, proprietari degli appartamenti, eventuali affittuari, amministratori di condominio.

Intanto è uscito dal reparto di terapia intensiva il 12enne rimasto gravemente ferito nell’esplosione. Il ragazzino, che aveva riportato ustioni di terzo grado sul 35% del corpo, è stato trasferito dall’ospedale infantile Regina Margherita al centro grandi ustionati del Cto. Le sue condizioni sono stabili e stazionarie, un dato considerato un buon segnale. Dimessa invece la bambina di sei anni che si trovava in osservazione al Regina Margherita: per lei i sanitari hanno emesso una prognosi di quattordici giorni.

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